Il principe Zarlino
“Ora vi faremo conoscere il
principe Zarlino, pazzo volontario, dilettante come lo si vuole definirlo , e
meglio ancora pazzo cosciente come dice lui, o il pazzo due volte come diciamo
noi. Una mente costruita per la follia senza aver trovato nella vita un
appiglio per giustificarla. Non soffre di alcuna mania particolare, è pazzo per
essere pazzo, la pazzia è il suo amore, purezza e raffinatezza del genere. (…)
Per diventare pazzi, signor Perelà, occorre una cosa soltanto: un grande,
poderoso, fantastico cervello, mentre essi ne hanno tanto quanto una pulce, e
se anche impazzissero la loro pazzia sarebbe minima, di nessuna entità,
impercettibile, nessuno se ne accorgerebbe e non potrebbero aspirare in modo
alcuno all’onore e alla gioia di entrare qua dentro. (…) Badate bene però … non
sono pazzo come vogliono gli altri, sono pazzo come voglio io e quando piace a
me. Questo è il segreto che mi distingue da tutti. Il pazzo comune non annunzia
mai quello che fa, quando arriva il momento: parte. Io invece annunzio sempre
tutto quello che faccio, a voce e per iscritto, in un ordine del giorno
compilato con una precisione meticolosa, asfissiante. Dico ad esempio: alle tre
precise emetterò ottantotto grida acutissime, da trapanare il cranio a quei
disgraziati che dovranno ascoltarle, sfondare il timpano di quelle povere
orecchie. Un altro pazzo al terzo grido è legato già. Con me invece tutti si
preparano a subire rassegnatamente il mio esercizio polmonare. (…) … per un
uomo come voi quella dei pazzi è la sola ammirazione che si possa desiderare,
giacché nel mondo all’infuori della
pazzia tutto è …”
Il Codice di Perelà” di Aldo
Palazzeschi
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