domenica 21 giugno 2015

FRUTTA 131 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!

Se vedi internet come una strada con milioni di scelte, e di sbocchi, e scegli di non vederne più i percorsi o sei depresso o ti sei stancato di cercare; Io sono certamente depressa  o forse una aspirante suicida.
Non vedo grandi ricerche da fare e nulla di davvero sensato da cercare; probabilmente gli episodi di malattia che mi tengono fermamente a casa con una tasca aggiunta sul mio deretano, da un profondissimo bisturi che mi ha salvato la vita,  mi rendono cupa e poco motivata, se aggiungiamo che l'infezione che porto dentro non regredisce non vedo motivi per ridere. Ma poi, cercare cosa? La politica italiana è inguardabile e il Pol Pot di casa nostra più ne combina e più personaggi importanti riceve, tutti a battergli pat pat la spalla per dirgli quanto è bravo; cercare poi la voce dell'Europa, la voce del padrone, è ancora più sconfortante nel rendersi conto di essersi deliberatamente messi nelle mani degli strozzini e avergli lasciato carta bianca. Cosa sperare dall'Europa? Noi, i nuovi indocinesi lavorativamente parlando, con le banche più gonfie fra i continenti e poi resto in un cantuccio a sperare nel rialzo della testa greca per dirmi: "O mio Dio, c'è una via d'uscita!".
Poi c'è tua figlia che ricevuta in casa d'altri ti saccheggia l'armadio e ti accorgi che è dannatamente bella ma che tutto quello che ha attorno è dannatamente vuoto: un percorso di studi che non posso permetterle, un fidanzatino che comincia tutte le sue frasi con "Disgraziatamente!" e pronuncia una parola ogni cinque minuti -  al telefono ti sembra che muoia da un lessema ad un altro -  e tutte le mille paure con la sua neo-patente e il suo quoziente così ritardato. Cosa fare? Lascia che sia mi dicono tutti e fra questi tutti non ci sono io che metto via le sue rose sapendo che sono anelli di catene che sta guadagnando e non affettuosità per il suo futuro.
Ecco, cosa diavolo devo cercare in questo percorso internettiano? Oltre commentare quel che posso, quando proprio devo, e essermi resa conto che ho sbagliato la compilazione del registro e forse passerò l'estate a ricompilarlo, cosa devo aspettarmi? Vacanze? No, grazie, non ci sono soldi. Mare? la tasca aggiunta nel mio posteriore, con tanto di drenaggio, mi rende difficile la cosa; tutto il resto è già visto e sperimentato. Quando noi lavoratori della scuola, fra poco, diventeremo come i cinesini della pubblicità della gomma da masticare in Germania rideranno un po' e si consoleranno di quei indisciplinati greci da quattro in condotta. C'è altro da cercare? Si, una via d'uscita a tutto questo, e a molto altro che non ho espresso, ma non credo che questo mezzo possa davvero aiutarci. E per il momento dormo, ultima parte di Europa libera del nostro angolo geografico mentale almeno.

lunedì 15 giugno 2015

Neo - Yttologie 190

Due vecchi identici con lunghi capelli bianchi, vestiti con lunghi mantelli neri, siedono a una tavola. Uno ha in mano un logoro libro e legge. L’altro ascolta, tace e talvolta lo interrompe con un ticchettio delle nocche sul tavolo. «Little is left to tell» [Poco resta da dire], e racconta una storia di lutto e solitudine e d’un uomo che dev’essere l’uomo che ascolta quella storia fino all’arrivo dell’uomo che legge e rilegge quella storia, letta e riletta chissà quante volte fino alla frase finale: «Little is left to tell», ma sempre ancora qualcosa forse resta da dire in attesa di quella frase. Forse per la prima volta al mondo c’è un autore che racconta l’esaurirsi di tutte le storie. Ma per esaurite che siano, per poco che sia rimasto da raccontare, si continua a raccontare ancora (Calvino 1995: 752-753)

giovedì 11 giugno 2015

Neo - Yttologie 189

"L'unica mia speranza riposa sull'ipocrisia, la doppiezza." 
Tratto da "Il carteggio Aspern" di Henry James

martedì 9 giugno 2015

Neo - Yttologie 188

"Credevo d'aver calcolato tutte le menzogne che sarei stato costretto a dire, ma in verità scoprivo che, quando si veniva ai fatti, non ero preparato. Inoltre, ora che mi ero aperto uno spiraglio, la franchezza mi dava una sorta di sollievo." Tratto da "Il carteggio Aspern" di Henry James

domenica 7 giugno 2015

Neo - Yttologie 187

"L'anima è isolata, perduta, se non è circondata da oggetti che siano per essa come un prolungamento delle membra del proprio corpo. L'uomo è irresistibilmente portato ad appropriarsi con il pensiero di quanto continuamente e a lungo ha usato per il proprio lavoro, per il piacere o per la necessità della vita." Simone Weil

mercoledì 3 giugno 2015

Rispecchiamento 22

Le meraviglie della degenza post operatoria regala gioie insperate fra le quali la visione di un western di John Wayne; musiche e ambientazioni d'epopea che per grandiosità fanno il pari solo con il mio dolore o, ancor di più, con il mio umore.
Quante opportunità ti regalano i limiti e quanti vantaggi ne derivano; siamo abituati male, siamo convinti che stare sempre bene sia una condizione naturale ma, non è affatto così perché le difficoltà, nella vita comune, sono maggiormente presenti che le buone condizioni.
Sono di nuovo grassottina come Rosalina di Fabio Concato e anche questa è una novità: ancora una novità: salterò un evento di famiglia fondamentale che mi procurerà tormenti e strazio per decenni ... per il resto tutto bene, grazie.
Una sola curiosità: chi avrà interesse a leggermi dall'estero che neanche nella mia città sono interessati ad ascoltarmi?
Misteri ... 

martedì 2 giugno 2015

Rispecchiamento 21

Ricordo il silenzio di stanotte: una porta lasciata aperta su un corridoio illuminato, tipico degli ospedali e tratti di vita e di umanità che non erano presenti nella stanza dove mi trovavo.
Febbre e dolore si confondevano con l'amarezza, la scorsa notte, e l'essere arrivata vicina a morire senza che nessuno si accorgesse di me: quanta fatica per diventare invisibili. Sono soddisfazioni riuscire così bene in un proprio intento e, il silenzio doloroso della scorsa notte mi ha proprio urlato il mio successo. Setticemia, la prossima volta dovrò tentare di meglio per far capire che sono mortale, proprio come tutti gli esseri miei pari.
Adesso ascolto Sarah j. Morris e il dolore dell'intervento s'inferocisce su me; perché succedono le cose? Ma perché no, in fondo è naturale che succedano diverse cose nella vita come fare una iniezione cortisonica salvavita che poi alla fine collabora per togliertela generando un ascesso assurdo e immenso, un biblico ascesso con oltre un litro di infiammazione purulenta e tanto altro da cacciar via con le medicazioni al sangue che giornalmente dovrò fare, come domani per esempio. Stento a capire e mi astengo da ogni opinione, qualcosa del genere era stata detta da Marco Follini qualche anno fa e io mi aggancio al suo pensiero e aspetto di vedere cosa verrà dopo ...