domenica 30 marzo 2014

Rispecchiamento 3

La perfezione non esiste nelle alterazioni che imponiamo alla natura, nell'estetica ricerca del cercare ... quando hai finito di trovare, la scommessa resta aperta nel trovare il prossimo difetto che immancabilmente mi appartiene.
Appena ho finito di indicare una massa che mi punta, mi riflette la sua spirulina virale e mi fa accorgere che il mio semipermanente, che doveva salvarmi per un mese le mani,  dopo 4 giorni è scheggiato: Ci vuol coraggio ad accertarsi delle proprie immani mancanze ma lo specchio con me, in me, funziona sempre nello stesso modo ... retroflesso, ecchecazzo, e quando mai mi accenna una ragione o un merito che per definizione non m'appartiene? Guarda il dito e taci!Che s'è parli ancora m'incazzo di più ....

mercoledì 26 marzo 2014

Neo - Yttologie 175

"Ma (...) non ha lasciato sogni nel letto, lui si crea una visione nuda e fa l'amore con se stesso"
La sposa liberata di A. B. Yehoshua

domenica 23 marzo 2014

Rispecchiamento 2

Perché cercare un luogo immerso negli anni? Come negare il tempo che scorre e preservare il ricordo, e una immagine, mai mutata. L’abbiamo cercata per tutta la domenica, per tutta la mattina che solitamente dedico al riordinare gli oggetti e a confondermi le idee, raccogliendo tanto di quell’ansia da non permettermi di dormire la notte, da rendermi elettrica e confusa e poi triste e sconfitta già nei primi giorni della settimana.
Perché cercare il passato che portiamo tatuato sul nostro pensiero? Una parte di campagna sperduta, disorientante e quasi abbandonata dove si facevano le scorribande da ragazzi e poi da neofidanzati … dipingevo ancora li, con i capelli raccolti e un sorriso luminoso, guardavamo le felci, scorrevamo il territorio, osservavamo il degrado crescente fra una vecchia cisterna abbandonata e alberi di castagno carichi di frutti che nessuno raccoglieva. C’erano anche le more e ne mangiavamo tante da aver poi mal di stomaco e tanto, tutto, era per noi in quella Nicolosi che era ricca di proprietari che avevano così tanto da non curarsene per niente. Noi avevamo niente e approfittavamo, talvolta, del tanto dimenticato e ci sentiamo ricchi già di questo.
Stamattina abbiamo rincorso i ricordi con papà e noi ragazzi d’allora. C’erano anche i nuovi ragazzi stravolti dal mal d’auto e dai tornanti molto stretti. C’era anche il mio maglione della campagna che si è strappato definitivamente ma che ancora adesso indosso sino a stasera  e che poi saluterò per sempre. C’era davvero il succo della ricerca ma non c’era più lo stesso territorio attorno; intorno al pino colossale è sorto una risto-pizzeria che copre la vista al cielo, la vecchia fontana con l’acqua ferrosa e frizzante è stata portata via e i vecchi tubi riciclati, tutto parla di un passaggio, molti passaggi alle campagne ormai transennati e lui non si convince ancora che il luogo che cercava era davvero quello ma che la sua trasfigurazione fantastica era perita nell’arco dei vent’anni d’attesa nel poter nuovamente tornare in quei luoghi. Come non ammettere che anche noi non siamo più gli stessi luoghi perché siamo persone ormai disuguali a quel tempo. Al territorio, al desiderio d’essere uguali a noi stessi. Al nostro ritorno molto silenzio, tanta amarezza, poi le parole ci hanno ricercati di nuovo, riconciliati, resi capaci di guardarci anche senza capirci ed ancora la visione del film “Il circolo della fortuna e della felicità” che ha parlato del passato per Noi due, mettendoci insieme, tutti insieme, animazioni e non, una pietra sopra l'altra. Guardo bollire i miei funghi e so che in quelle campagna si recava una onnivora che adesso non esiste più.



domenica 16 marzo 2014

Rispecchiamento 1

Suoni, suoni come campanelli e un pulsare sordo … voci che si ricorrono come un ricordo che passeggia sulla fronte dello squillo che odo e cerco immagini compensative, dispensative, immediatamente rappresentative dell’Ego passato d’una giovane ormai matura.
Don’t you Don’t you e vibrano ancora quei passi smorzati dentro la tisana per i pazzi che mi offrono … vibra dentro e fuori e the Nex Day è sempre lì alle porte e aspetto chissà che cosa, chissà quale Me che intoni in modo classico la mia assoluta appartenenza. Sono sempre alla ricerca del violento ritmo che scuote gli annali di una donna repressa. Stop
Arpeggi di chitarra inframmezzati da dita inesperte, le mie; non arpeggio, non suono, non scalo montagne se non con la mente ma le guance scavate e il mio colore non florido mi lascia sotto i ponti a desiderare ancora e sempre Me stessa. Odio il mio rosso nei capelli, così acceso, un rosso idiota che non sembra naturale ma lo è … adesso però è frutto di terra e ombreggiature ma è solo mio, è mio, è sempre solo. Stop
Adesso c’è del Rock che mi fa sballare con le mie gambine storte e il mio ginocchio valgo, ampiamente valgo ma non m’importa più di com’è, lo mostro e basta e sgambetto bastardamente con Benny Goodman … e sono sempre a Chicago. Stop