martedì 10 luglio 2012

Contorno 107




È quando stai male che … ecco che parlo da vecchia: oddio non posso crederci, alla fine ho dovuto dar ragione ai luoghi comuni e il comune buon senso è meglio del mio pensiero abituale.
Quando ti spegni come una macchina con il motore d’avviamento guasto li ti accorgi che la vita è altro … cominci a pensare ciò che potevi prima … tutte le attività che consideri normali ma che così normali non sono: mi mancano!
Sono abituata ad oberarmi di lavoro … mi fa sentire viva fare un milione di cose per volta ma, credo, che stavolta il mio compagno, il mio corpo, si sia fermato a "guardarmi fare" senza partecipare.
Ed io non partecipo più a tutto il resto … Sono sempre sola diceva Mina … io, adesso, sono sempre a casa e, comprare la verdura sotto casa, diventa un incontro con la tachicardia … gli svenimenti e la paura di svenire per strada e da sola che ti stravolge … cambi vita: niente palestra, niente corse, niente contrology … vaghi per casa con i condizionatori accesi in attesa della prossima volta che ti accascerai e non sai come dar tranquillità attorno se non sei per prima tranquilla. Per adesso è così … nemmeno una passeggiata fra la miriade di sconti, nemmeno la gioia di poter indossare la mia ultima creazione stilistica – con la sarta che porella mi viene dietro – e stamattina, quando mi consegnava il tutto,  io mi soffiavo e le dicevo di far presto perché ero tachicardica … che vita però, dovevo riposarmi e divertirmi e invece … considerata poi la realtà c’è da sconvolgersi!
Quasi tutto è ok … quasi tutti gli esami: manca il cuore, solo quello, e se me lo trovano mi fa piacere sapere come sta!
Come si chiamano: crisi di panico? Crisi d’ansia? Disordini generalizzati? … o la chiamerei paura.
Ad una certa età cominci a vivere di paure … prima ci convivi ma, nessuna delle due parti si disturba,  poi c’è la lotta e il sopravvento … io sono in questa fase.
Prima con il cibo ora con l’ansia … pare che non si finisca più di voler essere normali e di non riuscirci malgrado tutto.
Eppure mi sento una persona forte, una che ha passato molte cose e le ha superate, una che di scogli ne ha incontrati ma li ha lasciati dietro … una illusa: gli scogli viaggiavano ancorati alle mie spalle e adesso si parano davanti.
Vado in rieducazione di tutto … io partirei dal primo vagito ma, in tutta onesta, preferisco muovere i passi da dove sono senza schiacciare le uova già pestate … sarà vero che la punta dell’uovo è fortissima? Ecco io vorrei incontrare, nel mio cammino, uova fortissime e passarci sopra sapendo che il mio peso può essere sostenuto … avere la certezza d’essere sostenuta. Forse perché ho sempre sostenuto e non dato mai alcun affidamento ad alcuno che adesso mi piacerebbe essere sostenuta … da un uovo, ma sostenuta!
Viva le uova forti … 

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