mercoledì 10 febbraio 2016

FRUTTA 132 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


JOICE ELAINE YUILLE mi ha portata davvero nel suo mondo!
Promozionando il suo nuovo album “Welcome to My World” si è espressa sul mondo, sui valori che lo dovrebbero caratterizzare in modo assolutamente proprio, attingendo alle sue risorse personali d’artista poliedrica, animatrice dei pubblici difficili, anche i più tirati come i cultori del Jazz da manuale. Nella rassegna che seguo, spesso mi trovo a condividere l’ambiente con “Chi sa!” a prescindere, da cosa o come si vuol conoscere il jazz: la mia cultura jazzistica. molto limitata, mi porta ad ascoltare, più che a giudicare, convenientemente un autore ma quando s’incontra la Yuille è davvero impossibile non parlarne successivamente con chi frequenta abitualmente il proprio mondo.
Lei ha classe, grinta e velluto di donna con il ritmo nelle vene e un tamburo al posto del cuore.
L’ho adorata subito perché mi ha dato prima che potesse ricevere: la generosità è una gran cosa se t’incontra in un periodo piuttosto fosco della tua vita; fra la febbre, il pianto e l’ospite che mi presenteranno fra qualche giorno attraverso una TAC, non ero davvero in vena di concerti e, più per dovere che per piacere, sono andata al concerto, ormai vittima di un abbonamento acquistato in precedenza.
Che benedizione incontrarla; ha fatto volare alto la musica e non solo il jazz e la Motown Records pulsava in lontananza nella voce confortevole e venata della più nota e sobria tradizionalità newyorchese, attraverso il soul celato nella sua autentica anima pacatamente blues.
Grintosa e Autentica artista del canto del vuoto - è così che lo definisco perchè l'ascolto mi fa precipitare, apre in me un vuoto -  ha  iniettato un dolce e estatico allontanamento dalla condizione di materiale deperimento del mio animo, donandomi fiducia nella lotta per il giorno che verrà.
Quanta grinta, un vero bene di conforto; fiducia nel bello della ritmica e nella ciclica vitalità dell'uomo.
Incontrarla mi ha fatto del bene  e per questo le sono grata;  seppur febbricitante mi ha fatto ballare e vocalizzare dietro la sua voce perfetta, inseguendo in vano la sua anima soul che volava altissima sopra me, sempre  rivestita del suo jazz d'acciaio, graffiante talvolta ma, puro come il suo talento. 
Spero in un rincontro prossimo. Adesso, comunque spero.