domenica 11 agosto 2013

Contorno 174

Guardo lo spiraglio di luce crociata, quel piccolo e maledetto tondo che mi tiene in collegamento con il mondo; ormai un cordone di ferro.
Un po’ di luce biancastra suona come i bonghi a raccolta d’un popolo africano o magari tibetano … sono sotto pressione e, in questi momenti i popoli mi sembrano uguali, la gente mi sembra uguale e le differenze non passano da un buco sagomato da altri per la visione parziale di alcuni.
Occhi bassi e tocco veloce, il mio sguardo da furetto mi fa lanciare occhiate disperate verso quel buco, quel cannone di vita che il padrone ha chiuso.
Il sole, a quest’ora splende sempre il sole,  qualcuno cammina sulla mia testa talmente veloce da sentirne il ticchettio dei tacchi superare il rumore delle macchine veloci che tagliano e cuciono dalla mia parte del buco, quella di sotto, quella nascosta; aldilà del foro c’è la vita che non trovo di notte quando mi rimandano a dormire nel mio spazio.
Una volta sono nata e qualcuno l’ha saputo; quella volta lì qualcuno ha desiderato registrarmi su  documenti,  m’ha fatto delle foto così come si fanno ai neonati, lì erano tutti come me.
Adesso nel nuovo mondo “non ci sono”, non mi conoscono, la madre realtà mi tiene in vita attraverso quel buco e la stanza partorisce ogni sera tutte noi per restare ugualmente gravida la mattina successiva.
Sempre li, sotto i tacchi di qualcuno. I miei occhi guardano spesso il buco di libertà e quando il mio Essere scalcia nel mio ventre, su cui resto piegata per tutto il giorno,  penso che la mia creatura non nascerà in una terra dove tutti sono come lei, nessuno le farà foto per via del tempo, un registro non lo riconoscerà … siamo straniere, figlia che aspetto, qui nessuno scrive di te e di me.
Se nasci al Paese diventi conosciuta, qui solo alla maggiore età e per quel tempo avrò ormai finito di cucire milioni di camicie, varcato la stanza gravida per milioni di volte e attraversato il mondo per incontrare un registro che ti registrerà.
In quel tempo il buco si aprirà e non dovrò far passare la luce pensando che sia un pezzo di realtà:  sono solo le Parole di una Camiciaia alla sua Pancia.
Buio, aprono la porta e solco il mio angolo guida-riposo-casa … domani rincontrerò la luce sotto lo stesso profilo. Un buco, una serratura, una forma senza libertà.



Neo - Yttologie 158

“ E’ stranissimo il fatto che i nostri organi digerenti dominino a tal punto l’intelletto. Non riusciamo a lavorare, non riusciamo a pensare se il nostro stomaco non lo vuole. Ci impone gli stati d’animo e le passioni. Dopo le uova e pancetta, dice:
<<Lavora!>>
Dopo la bistecca e la birra scura, dice:
<<Dormi!>>
Dopo una tazza di tè (due cucchiaini per tazza da lasciare nell’acqua per non più di tre minuti) dice rivolto alla tua mente:
<<Ora alzati e dimostra quanto sai essere forte. Sii eloquente, e profondo, e tenero; contempla con occhi limpidi la natura e la vita; apri le candide ali del pensiero e innalzati (spirito che ha del divino) sopra il turbine del mondo, sempre più in alto, attraverso infinite distese di stelle fiammeggianti, fino alle porte dell’Eternità!”.
Dopo le focaccine calde, dice:
<< Sii ottuso e senz’anima come una bestia dei campi … un animale senza cervello, dagli occhi indifferenti, senza un solo barlume di fantasia, di speranza o di timore, di amore o di voglia di vivere.>>
E dopo il brandy ingerito in quantità sufficiente, dice:
<<Suvvia, sciocco, sogghigna e cadi, affinché i tuoi simili possano ridere … sbava nella follia, farfuglia suoni insensati e dimostra quale imbecille impotente è il pover uomo il cui intelletto e la cui volontà affogano, come gattini, in due centimetri d’alcool!>>.
Tratto da “Tre uomini in barca” di J. K. Jerome




sabato 10 agosto 2013

Tenth Ladette ;)

How much worth a Bolivar?
“Famo a fidarse!” “We can trust to each other!”.
That expression alluded to the movies style “Monnezza” http://it.wikipedia.org/wiki/Er_Monnezza.
In that movies we all laughed because they illustrated  many nonsense about people.
Today I went to an open-air market and I bought some fruits but after I took them I've found between the coins one Bolivar.
I felt dupe because one Bolivar worth six time less than one euro. I’ve been silly too!


venerdì 9 agosto 2013

Ninth Ladette;)


I’d like to tell you a little story.

During the run: 
First round:a man was lurching and looking for something with apprehension; 
Second round:that man was more worried than before and seemed more anxious; 
Third round:the man screamed “Veni, veni cà! Come back, come next to me!". We thought he had lost his dog and we justified his behavior; 
Fourth round:he was chasing a big pigeon and screaming “Veni cà ti pigghiu!Come back to me and I will grab you!”.We thought he was unable to tolerate the too warm temperature or he simply wanted to capturate his dinner; 
Anyway,at last round,the man disappeared but we saw some feathers on the asphalt: he had procured his dinner!
http://www.youtube.com/watch?v=XAYhNHhxN0A

mercoledì 7 agosto 2013

Contorno 173


Sfrigolio addizionato ad un passo dopo l’altro attraverso tacchi, vertiginose zeppe, runner tecniche di primo impatto, sempre e comunque No More Blues.

Sfilare incompleto di avvolgenti contenitori in nailon, lycra, filo di scozia con pizzo autoreggente o innocente basso cotone sulla caviglia,  sempre e comunque No More Blues.

Rigonfiamenti verdi o blu e pulsare sotto pelle di venosa vita in vene distorte da una life a “passeggio”  su equilibri ormonali dispotici, sempre e comunque No More Blues.

Arrossato e scomposto l’appoggio, le dita, le unghie distorte dalla fatica, ridotta la pianta che si piega in scarpe difformi ma l’arco è devoto, riflesso e incurvato, sempre e comunque No More Blues.

Falcate diverse per alterni bisogni  verso qualcosa che tarda  a venire o è presto ad arrivare, slancia svelta, salta, sgambetta allarga il passo se vai di fretta, sempre e comunque No More Blues.

Strappa, hai capito strappa! O graffia di lametta che possa la gamba essere perfetta; lisciale, uomo, con passione ma non troverai imperfezione, sempre e comunque No More Blues.

Percorrile tutte sfiorando e morendo, conoscono la strada del tuo tormento, si trova in cima e non poco lontano fra poco allontanerò la tua mano, sempre e comunque No More Blues.

Incrocia e distendi, solleva e ripiega, non darmi ordini o incrocio l’attesa, vivo i miei attimi a ritmo sicuro aspettami, se puoi, all’oscuro, sempre e comunque No more Blues.


No more Blues dentro una donna che vive e s’appoggia su fragili arti: “Che gambe!” tu dici ma non darmi più il tuo Blues.

domenica 4 agosto 2013

Neo - Yttologie 157

“In quel momento perdonai tutti i miei amici e i miei parenti, nonostante la loro malvagità e la loro testardaggine, e li benedissi. Loro non sapevano che li stavo benedicendo. Insistevano nella dissolutezza, completamente ignari di quello che io, lontano, in un cosi pacifico villaggio, stavo facendo per tutti; ma intanto lo facevo e desideravo che potessero saperlo, perche volevo renderli felici.”

Tratto da “Tre uomini in barca” di J. K. Jerome

sabato 3 agosto 2013

Eight Ladette ;)

In my flat not working nothing! The air-conditioner has dripping, the walls haven't colors, and other things do not work but I have a possibility of going in a journey: What do I doing? What do I choice? I’ll go in journey. Bye Bye!

giovedì 1 agosto 2013

Contorno 172

I’d want going to see a concert of Jane Monheit in my city and I’d sing as she for that only night.
Then we’d going to go in square Bellini and we’d sing for only people and looking for their cheers.
I’m dreaming  too.


Mi rivesto d'una classe infinita, un abito brillante che muta il mio aspetto e le mie iniziative e il tutto avviene perché ascolto Jane Monheit ... dio che classe e una voce che ti fa diventare burro e ritrovo il mio angolo jazz abbandonato per troppo tempo, in verità ho abbandonato me per troppo tempo.
Nessuna cura particolare e abbigliamento ginnico è divenuto il mio sempre, non sembro nemmeno più una donna e ... mi viene da ridere perchè non accoppio più nulla, nemmeno il reggiseno con le mutandine.
Oddio che disastro che sono ma fra poco parto per una nuova avventura, così come sono partita adesso con questo brano: eccolo tutto per voi
"Cosi è la vita; non siamo altro che erba da falciare e da mettere nel forno ad asciugarsi." dice Jerome in Tre uomini in barca ma sarà mica vero poi? Mi chiedo cosa succede all'erba appena uscita dal forno ma, si sa, io voglio sapere sempre quello che succede dopo; è un mio limite che volete farci.
Un bel giorno con la Monheit da concludersi con il maestro italo-americano Pizzarelli John perchè di Pizzarelli musicisti c'è una intera famiglia ma a me interessa John ... buon ascolto