venerdì 26 luglio 2013

Contorno 171

There was need of chill out.
I had  hear a sound of earth.
Today I’m knew about Nanga!
Now I'm writing a tale about he ...
Nanga è l'uomo che percorre a piedi l'Africa, si finanzia con collane di semi naturali e di foglie raccolte e vive, soprattutto, raccontando le sue storie: in casa, in villa, a scuola, dovunque lo vogliate invitare lui viene e racconta le sue storie.
E' un personaggio eccentrico, uscito da qualche libro d'avventura, grottesco a suo modo con una barba simil bianca che un giorno sarà stata o rossa o bianca e un codino disfatto dal colore identico della barba.
Ho acquistato una collana da quell'uomo e me ne ha date due allo stesso prezzo; credo che siano foglie trattate che presto fotograferò e le ho colte al volo durante la mia corsa al parco insieme a mio figlio.
Nanga m'ha detto che la terra mi ha chiamato e magari ha sentito i miei malumori ... dipingo la mia vita a piccoli tocchi che riempio con il calcestruzzo dell'improvvisazione e correre è un dono che ho paura di dichiarare perché tutte le volte che dico che qualcosa mi fa stare bene improvvisamente sparisce.
Nanga m'ha fatto stare bene: sparirà anche lui?
Delle sue mille collane e delle sue fantastiche storie vorrei cucirmi un abito di vita: avrò il tempo?
Nanga m'ha detto che la madre terra mi ha chiamato, almeno stasera ho scoperto d'averne una perché dell'altra non se ne hanno notizie. L'avrò smarrita al momento della nascita e m'avranno lasciato con la strega di Biancaneve che la mela me la offre a dadini da una vita, risultato lento ma sicuro.
Ma, sei sicuro Nanga che la madre terra chiamasse proprio me o qualche runner a me vicino?
Boo ... io la collana l'ho comprata e con il costo di una ne ho avute due; sarà che Nanga s'è sbagliato?
Profumo d'incenso ... mi sto santificando la sola!

venerdì 12 luglio 2013

Contorno 170

Oggi a lezione ero distratta: ultimo giorno del corso, caldo, pensieri alla linguistica e all'inglese che ancora non ho inquadrato. Ho cominciato a scarabocchiare su un fogliettino usato ed ho immaginato tanti cappelli, tutti diversi, tutti uguali: un cappello per tutti.
Che vorrà dire? a dire il vero non lo so ma ho continuato a scarabocchiare ancora fin quando sono stata scoperta ed ho poi ripreso.
Ecco al professore di stamattina, che è un medico, gli ho riservato il cappello con il piumaggio, quello svolazzante ed imperioso ... il mio è quello capovolto al centro del foglio - sempre egocentrica! - e poi molti altri e ad ognuno il suo.
Di che cappello siete?

giovedì 11 luglio 2013

Contorno 169

Aprire un circolo di lettura! Idea interessante ma non riesco a selezionare un autore condiviso e nemmeno tanti lettori, forse nessuno, poiché è più interessante leggere e internettare con il telefonino che riunirsi, confrontarsi, guardarsi negli occhi o magari contestare un personaggio, una trama, una impalpabile schiacciamento letterario in confronto a stupide battute, immagini passate, risate false in emoticon ... tutto per non scommettere la mente nel far altro che veleggiare fra il niente e il poco.
Magari l'esperienza arricchisce, l'esperienze anche le più difficili, aiutano a capire o magari a galleggiare sulla superficie dell'olio societario: meglio il vuoto, questa è già una scelta.
Il circolo di lettura prevede materiale umano, cose che giustappunto è ormai un articolo fuori commercio; un rituale scomparso e il parlarsi, disdetta contro natura ... a passo spedito e con i miei occhi da falco vedo il sussiego che procuro e continuo a leggere da sola, alone, e varco la mia soglia.

sabato 6 luglio 2013

Contorno 168

Serata fra amici, discussioni politiche e sfuriate da ambo le parti su quella specie di cinque stelle a cui io ne darei solo meno una. Amici solidali a cui voglio bene ma che si distruggono in una politica che muta le forme e le menti dei poveri cristi. Ho lo stipendio bloccato sino al 2015 e aspetto il mio adeguamento da cinque anni, non ho avuto pagato il progetto eppur io sono la privilegiata, la parte d'Italia che pascola sui campi ancora pieni d'erba.
Io la odio la politica per come ci costringe a vivere, per come ci costringe ad odiarci e sul nostro odio costruisce il proprio avvenire.
Sto odiando anche questo Paese ma, per il momento è quel che ho.
Leggo, in inglese, devastanti testimonianze d'una persona che vive senza la madre, morta giovanissima di cancro, e subisco telefonate anonime  a mezzanotte, anche alle due, per pochi squilli che t'allarmano pensando il peggio per le persone anziane in famiglia ma che tacciono subito dopo, godendo dello stesso disinvolto segnale.
Una denuncia? Ma i carabinieri mi riderebbero in faccia eppure non lo dovrebbero fare perché la gente muore a partire da minchiate del genere e finisce la propria tranquillità dotandosi della provvista paura che è riservata alle donne.
In Italia va tutto bene, basta avere ancora un telefono per poter esercitare una sorta di onnipotenza; in Italia va tutto bene fin quando non andrà tutto male ... cosa si può definire male non è noto ai più.