venerdì 30 gennaio 2015

Rispecchiamento 18

Confettata o cioccolata artigianale e variopinta? Ho scelto la seconda varietà culinaria, e ho fatto preparare una scatola shock dalla migliore pasticceria nei dintorni.
Quanto conta la forma? Forse più della sostanza, perchè mangio con gli occhi e il gusto mi diventa secondario; sono una da immagine, una tizia da look, per quanto "leggero" questo possa essere caratterizzato, ma amo il simbolo e non il fatto in se stesso.
Ho comprato la mia bella confezione e l'ho fatta infiocchettare come le trecce delle bimbe la domenica mattina ... ma, è saltato l'invito a pranzo di domani e mi è rimasta una fantastica confezione senza destinazione ... non l'aprirò al momento, aspetterò che trovi il suo reale destino.

giovedì 29 gennaio 2015

Rispecchiamento 17

Ormai fa freddo senza regola; piove, grandina, si gela come in Siberia anche qui nel Sud d'Italia. L'inquinamento e la variazioni mondiali sono noti e non si riflette più sulle difficoltà di vita che si possono incontrare quale l'ipotermia. Ecco, non so se quell'autobus bloccato oggi pomeriggio potesse imbarcare tanto freddo da provocare una ipotermia e, senza dubbio, non è così o non sarei adesso qui a scrivere ma mi ha fatto addormentare e sognare di un bellissimo momento. Non sono mai abbastanza le coperte e nelle notti invernali, lì a casa di zia Maria, si gelava parecchio: casa singola antica e non riscaldata, solo una stufetta elettrica accesa fin quando eravamo sveglie e poi a dormire su materassoni molto morbidi - forse di crine - e tante coperte da schiacciarti il corpo e farti sentire bene come un bimbo in un grembo che si può lasciare al bisogno per poi rincontrarlo al bisogno. Ho amato quelle notti, forse le migliori della mia vita, quelle del sonno buono e dei sogni nel cassetto che poi si trasferivano su per la testa e ti rendevano possibile il tutto. In quelle notti c'era il trapuntino che la zia metteva vicino i miei piedi talmente piccolo ma talmente caldo da infuocarmi in pochi secondi e poi mi addormentavo con le sue parole nella mia testa e i suoi racconti, i suoi fili attaccati alla sottana per le cose cucite sempre e in fretta per tutte le clienti del modo; per una donna che viveva del suo lavoro, senza marito e con i suoi risparmi per andare avanti.
Non so se amavo di più il momento della Signora Di Prima con le leccornie prese a credito o il trapuntino della buona notte. Ecco in quell'autobus di oggi pomeriggio forse avrò rischiato l'ipotermia ma sarei morta felice, trattenendo dentro un ricordo felice come Peter Pan. Buona notte zia Maria, veglia ancora su di me.

sabato 24 gennaio 2015

Rispecchiamento 16

Non serve fare rose con la pasta dolce con il ripieno di cannella e mela per superare ciò che si vede in televisione; ancora un'altra decapitazione in diretta come un tutorial qualsiasi, come imparare a fare il caffè o potare le rose, ancora e senza fine!
Talvolta mi chiedo qual'è il senso di tutto questa avventura del vivere e se mai, magari fra molti anni, qualcuno riuscirà ad attribuire un significato a qualcosa o a questo vivere malato e appiccicato di morte ... qualcuno che sappia dire almeno un perchè per quel qualcosa che succede. 
Perdo il mio tempo dietro i perchè e il mio tunnel carpale mi ha già narcotizzato la mano e m'intima di chiudere la conversazione con me stessa; magari quando mi opererò sarà meglio, farò ancora rose dolci con cannella e mela e guardando la tele mi accorgerò che la morte nera ha lasciato per sempre questo mondo. Magari come nei sogni dei bambini tutto tornerà a brillare e ci sarà vita e nessuna morte ... ma è una operazione alla mano mica al cervello; se s'infrange il muro della fantasia si trova solo la verità, e dio che male mi fa ... io che non mi vendo più agli amici vecchi e nuovi e che il mio mondo è solo naturale, quale disperato tentativo di pace dovrò fare con me stessa? Serve anche qui un tavolo di negoziazione ... attenderò il sindacato del sè per farmi dichiarare definitivamente matta, sola e matta, ma ancora viva.

domenica 11 gennaio 2015

Neo - Yttologie 184

"... lei crede di parlarmi in questo modo perchè io sono una semplice portiera, ma sappia che ho amicizie altolocate, persone che mi possono proteggere dalla sua maleducazione". 
Tratto da "Sostiene Pereira" di Antonio Tabucchi

giovedì 8 gennaio 2015

Rispecchiamento 15

Del terrorismo se ne parla tanto che, in realtà, è come non farlo; di tutto ciò che si è capace di non parlare è dell'essenzialità delle cose come il "parlare" in se stesso, il comunicare i propri bisogni, le proprie aspettative. Di tutti i fondamentalismi se ne occuperà la storia ma del bisogno di dire le bocche son piene e le fosse stracolme. Comincio a pensare che dire è un bisogno deliberatamente negato perchè non realmente avvertito e i terroristi parlano con i fatti e tutto ciò mi rende davvero triste.