lunedì 27 dicembre 2010

Neo - yttologia 27

"Conosci papà ... lui ha un cuore grande come la prateria ma, quanto al cervello, non ne ha neanche una zolla..."
Tratto da "Il dito più veloce del West"

sabato 25 dicembre 2010

Neo - yttologia 26

“… nella hall, mentre aspettava l’ascensore, si innervosì. Era certa che la signorina della reception, vedendola arrossire, aveva scoperto tutto, che lei aveva frequentato solo le elementari, non aveva nessun diploma da mostrare. In luglio avrebbe potuto trovare un lavoro al Senato. Una volta che era al Beguin con Magalhaes, durante uno spettacolo del cantante esistenzialista Serge Singer, lui le aveva detto:“ ti metterò sul treno dell’allegria del Senato”. Magalhaes aveva molti scagnozzi suoi tra i senatori, e sarebbe stato facile trovarle un lavoro: “non devi neanche andarci, basta ritirare lo stipendio ogni fine mese. Aveva spiegato a Magalhaes che non “aveva fatto grandi studi” e lui aveva risposto che il Senato pullulava di gente “entrata dalla finestra”.

Tratto da Agosto di Ruben Fonseca

martedì 21 dicembre 2010

FRUTTA 8 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

Emigrare, trasmigrare, immigrare … nessuna lezione spicciola, la differenza è nota e visibile presso i migliori dizionari a nostra disposizione ma in politica è un fenomeno relativamente nuovo e in rapida diffusione.

L’ideologia, l’ideologia – diceva Gaber in “destra-sinistra” – quale? direi oggi … non v’è ombra d’ideologia in questi omuncoli privi di pensiero…. Quaquaraquà moderni di pirandelliana memoria … gli ultimi dei banchi, a scuola e con frequenza saltuaria... con  copiatura dei compiti previo finanziamento mensile di pizzetta.

La rivincita dei perdenti, gli ultimi per definizione che comandano con i mezzucci e il voto qua e la allungando, rubando, mordendo, eludendo … questa è la nostra classe politica e noi, dal basso, che siamo corretti siamo “cretini” per definizione.

Un popolo di precari con qualche ideologia e un po’ di criteri di equità ereditati dai padri fondatori di questa squallida Repubblica … siamo davvero al palo, persi, senza nessuna speranza di farcela e che risate dall’alto.

Dire che siamo stati traditi e imbrogliati è noto … trovare alternative è difficile considerata la simil-opposizione che abbiamo a corredo e poi gli arresti preventivi in proposta … l’arresto delle idee e chissà ancora cos’altro.

Il popolo italiano non s’indigna e su questo si può stare tranquilli … dal Vaticano hanno, in anni di pialla mento, evirato gran parte delle generazioni italiane e tolto il sangue coraggioso dei partigiani sostituendolo con l’aceto del dolo e del mercanteggiare con la propria vita mentre loro fanno affari “puliti” con gli ultimi della classe che governa la nazione.

… Raccolgo la mia carriera e ci rido su e pensare che se avessi fatto esattamente il contrario di ciò che ho fatto sarei oggi un ministro … una questione di scelte!!

sabato 18 dicembre 2010

Neo - yttologia 25

“Lascia che t'insaponi.”

“Sono molto stanco.”

Salete frizionò la schiena di Mattos.Petto, ventre, pube.

“Girati verso di me” disse Salete.

Appariva ancora più bella. Aveva sciolto lo chignon, e ora le punte dei capelli erano bagnati.

“Quanti anni hai veramente?”

“Lo sai benissimo” disse Salete, sollevando una gamba di Mattos e facendolo affondare di schiena nella vasca. (…)

“Perché non mi fai vedere la carta d’identità?”

“Per non farti vedere la mia foto, è orribile.”

Dalla vasca da bagno passarono al letto. Per un po’ lui si scordò quei disgraziati delinquenti del cazzo e sbirri corrotti del cazzo e sbirri onesti del cazzo.

Tratto da Agosto di Ruben Fonseca






















mercoledì 15 dicembre 2010

Neo - yttologia 24

Cerchiamo sempre e solo amore o almeno qualcosa di caldo come una sala d'aspetto di stazione che resta aperta anche la notte e si vedono, dalle vetrate, i treni che continuano a passare , il freddo che stringe nei cappotti, persone che continuano a salutare...
Cerchiamo forsennatamente istanti traboccanti d'amore, piccoli segni di dolcezza, morbidi sorrisi, la purezza e l'amplesso che completa, la mano forte che non abbandona, le parole e i silenzi abitati da gemiti e sospiri, cerchiamo la rincorsa e la vita, qualcosa che fa festa come gli autogrill sotto natale, incontenibili dettagli carnali, occhi negli occhi e tenerezza e corpi che non si vogliono staccare, che non ce la fanno proprio, che preferiscono piangere, tenersi, volersi ancora, cerchiamo esordi continui, zucchero filato, sussurri magici, storie inventate sul momento da un amante, luna park, anche di piccole città sbrindellate, se possono far lacrimare di gioia gli occhi di un bambino ( e di un bambino speciale, che viene da lontano). Cerchiamo sempre e solo quel battitto di vita, quell'amore a cui ci sentiamo destinati, quel colpo d'ali che cambia tutto, l'improvviso, quella gioia limpida che fa cantare per la strada vecchie canzoni francesi, cerchiamo secondi di lucidità nei momenti in cui si vorrebbe appendere la lucidità insieme al cappotto, cerchiamo lo spensierato e l'osceno, il malizioso e il sacro. Spesso, quando l'osceno e il sacro coincidono, e diventano quel luogo caldo, speciale, privilegiato, indietreggiamo. Sappiamo, in quei casi, correre all'indietro come i giocolieri di strada?
 




lunedì 13 dicembre 2010

FRUTTA 7 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

Puttanamente indipendente, auto fornita … mono e multi- mandatari


Stavolta la filosofia non c’entra!!

… c’è della sociologia, della terapia transazionale, ma solo marginali: si tratta solo di Puttanesimo.

Argomento piuttosto in auge in questo periodo e, direi, ampiamente inflazionato; aumenta l’offerta, si abbassano i costi, si moltiplicano le particolarità o le tonalità di scelta.

Il povero Smith, che si era fermato al grano e ai campi per elaborare le sue teorie, era davvero uno sprovveduto!

Benvenuti nel libero mercato dell’industria del lavoro!!

Donne prostituitevi! Più ne fate e più sarete scelte anche se, di fatto, non sapete fare un cazzo di niente. Particolari implementati dalla serietà del sistema e dalla capacità di auto-conversione dal monachesimo più estremo allo svestirsi rapido e con stile.

Sarà che non ci sono portata ma la faccenda puzza come i calzini del vecchio Poldo … ricordate il mangia-panini di Braccio di Ferro?

Con una variante però … lui mangiava panini, Braccio si scopava quell’osso mono-forme di Olivia e nessuno pensava didoverladarvia per mangiare, tranne alcune ma per scelta o per vocazione come la Bocca di Rosa di De Andrè o la Betty Page pro-clone delle pin-up… pace all’anima sua.

Ho visto un curriculum d’una amica disperata e alla ricerca d’un lavoro: voi direte “… E che c’è di male?” “… nulla!”, vi direi, se non fosse che in accompagnamento lei ha aggiunto una foto alla Mina di Ancora http://www.youtube.com/watch?v=8eaQCd5XoZA

Testa riversa, capelli scesi. trucco mignotto (a Mina stava bene all’amica no!!) e labbra semi aperte!!

“Siamo in democrazia direte” “… più una frase fatta che una realtà”, aggiungerei, ma… non è così preoccupante se non fosse che la foto era un invito a farsi fare e senza neanche un perché…

Ecco sbaragliata la concorrenza o incrementato il mercato crescente del Puttanamente indipendente e che fa? …

Nulla!! Io l’ho guardata e non le ho detto nulla … non è affar mio è solo una questione legata al mondo femminile, all’universo in slip rosa, al sommerso delle brave ragazze o alle illuse del trovar lavoro perché capaci in qualcosa.

Niente … preferisco mangiar fave – tanto sono vegana – e prendere tutto ciò che ancora mi lasci il culo adagiato su in una sedia: ma io sono un altro mondo…

Tornatemi le piume di boa e la giarrettiera che devo andare a lavorare… non facciamo scherzi ragazzi!

sabato 11 dicembre 2010

Neo yttologia 23

“Mattos affermava che il primo obiettivo dello sciopero era richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e costringere le autorità a cercare soluzione al problema. “Un’utopia demenziale” aveva commentato il commissario Padùa. “Hai sbagliato mestiere”.

Tratto da Agosto di Rubem Fonseca

venerdì 19 novembre 2010

Yttologia 22

“Ha un bel credere, lui, di essere Donald; ha un bel credere, lei, di essere Elisabetta. (…) essi s’ingannano amaramente. Ma chi è il vero Donald? Qual è la vera Elisabetta? Chi mai ha interesse a far durare questa confusione? Io non ne so nulla. Non sforziamoci di saperlo. Lasciamo le cose come stanno.”

La cantatrice calva di Eugene Ionesco

giovedì 11 novembre 2010

Neo - yttologia 21

“E’ risaputo:

tra me

e Dio

ci sono numerosissimi dissensi.

Io andavo mezzo nudo,

andavo scalzo,

e lui invece portava

una tonaca ingemmata.

Alla sua vista

Mi riusciva appena

Trattenere lo sdegno.

Fremevo.

Ora invece Dio è quello che dev’essere.

Dio è diventatoo molto più alla mano.

Guarda da una cornice di legno.

La tonaca di tela.

Compagno Dio,

mettiamoci una pietra sopra!

Vedete,

perfino l’atteggiamento verso di voi è un po’ cambiato.

Vi chiamo “compagno”,

mentre prima

“signore”.

(anche voi ora avete un compagno)

Se non altro,

adesso

avete l’aria un po’ più da cristiano.

Bene,

venite qualche volta a trovarmi.

Degnatevi di scendere

Dalle vostre lontananze stellate.

Da noi l’industria è disorganizzata,

i trasporti anche.

E voi,

dicono,

vi occupate di miracoli.

Prego,

scendete,

lavorate un po’ con noi.

E per non lasciare gli angeli con le mano in mano,

stampate

in mezzo alle stelle,

che si ficchi bene negli occhi e nelle orecchie:

chi non lavora non mangia.

Vladimir Majakovskij



sabato 6 novembre 2010

Neo - yttologia 20

Non ci si può assolutamente nascondere che cosa propriamente esprime tutto quel volere, che sulla base dell’ideale ascetico ha preso il suo indirizzo: questo odio contro l’umano, più ancora contro il ferino, più ancora contro il corporeo, questa ripugnanza ai sensi, alla ragione stessa, il timore della felicità e della bellezza, questo desiderio di evadere da tutto ciò che è apparenza, trasmutamento, divenire, morte, desiderio, dal desiderare stesso – tutto ciò significa, si osi rendercene conto, una volontà del nulla, un’avversione alla vita, una rivolta contro i presupposti fondamentalissimi della vita, e tuttavia è e resta una volontà!... E per ripetere in conclusione quel che dissi all’inizio: l’uomo preferisce ancora volere il nulla, piuttosto che non volere…

F. Nietzsche

mercoledì 3 novembre 2010

FRUTTA 6 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

La stampa italiana?... vogliamo parlarne?


Di parte, corrotta, manipolativa, strutturata a misura del potente, del prepotente… schiacciata da servizi di sistema, da monopoli illegali e da opinioni comprate, manipolate… menti figlie delle manovre!!

Cosa fare? … internet!! Terreno ancora libero anche se non del tutto privo di boiate galleggianti e di finalizzazioni ultime… imparare a leggere di nuovo e con occhi nuovi e testate ultime emergenti e ritrovate fra un angolo e l’altro della città.

So già che non hanno speranza ma leggerle ripaga questi nuovi carbonari nell’epoca delle idee mancanti e del “tutto possibile”… li ho digitalizzati… letti e spiegazzati, è un modo di dire grazie del coraggio che c’hanno messo… continuo la mia ricerca!!


domenica 24 ottobre 2010

Neo - yttologia 19

"Era un buon momento. Quello che non riuscivo a tollerare era il pensiero che un giorno tutto sarebbe finito in niente, gli amori, le poesie, i gladioli. Ci saremmo ritrovati imbottiti di terra come i panini."
Bukowski

Neo - yttologia 19

giovedì 21 ottobre 2010

Neo - yttologia 18

"Beata l'acqua
che non teme di cadere
Ma seguendo il pendio
sfugge a suo piacere."
Clemente Rebora

sabato 16 ottobre 2010

Neo - Yttologia 17

Lei è tutta lì.

Lei è stata coniata proprio per te

modellata dalla tua infanzia,

modellata dalle tue cento biglie preferite.



Lei è sempre stata lì, mio caro.

Lei è, in effetti, squisita.

Fuochi d’artificio nella cupa metà di febbraio

e reale come una pentola di ghisa.



Amnmettiamolo. Io non sono stata che un momento.

Un lusso. Uno sloop rosso acceso nel porto.

I miei capelli si sollevavano come fumo dal finestrino dell’auto.

Vongole fuori stagione.



Lei è più di questo. Lei è il tuo possesso da possedere,

ha fatto crescere la tua pratica, la tua tropicale crescita.

Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.

Si preoccupa di remi e scalmi per il canotto,



ha sistemato fiori selvatici sulla finestra a colazione,

si è seduta al tornio a mezzogiorno,

ha messo al mondo tre figli sotto la luna,

tre cherubini degni di Michelangelo.



lo ha fatto con le gambe divaricate

nei mesi terribili nella cappella.

Se guardi in su, i bambini sono là

come delicati palloncini appoggiati al soffitto.



Ha anche portato ciascuno di loro in fondo al corridoio

dopocena, con le teste privatamente chinate,

due gambe scalcianti, persona a persona

il suo volto arrossato per una canzone e per il loro poco sonno.



Ti ridò indietro il tuo cuore.

Ti do il permesso –

per il fuso dentro di lei, che pulsa

rabbioso nella polvere, per la carogna in lei

e per seppellire la sua ferita –

per seppellire viva la sua piccola rossa ferita –



per la fiamma pallida e tremolante sotto le sue costole,

per il marinaio ubriaco che attende nel suo polso sinistro,

per il ginocchio della madre, per le calze,

per il reggicalze, per il richiamo –



il curioso richiamo

quando scaverai dentro braccia e petto,

e tirerai il nastro arancione nei suoi capelli

e risponderai al richiamo, il curioso richiamo.



Lei è così nuda e unica,

Lei è la somma di te stesso e del tuo sogno.

Scalala come un monumento, gradino dopo gradino.

Lei è solida.



Invece io, io sono un acquarello.

Vengo lavata via.


Anne Sexton











domenica 10 ottobre 2010

Neo - yttologia 16

“Amo quest’uomo misogino.

Desidero il suo sesso sfrontato che passeggia avanti e indietro

Che entra da dove mangio e, quando lo desidera,

vomita il suo odio in me e se ne va.

Io, meravigliosa artigiana,

del suo ribrezzo faccio la migliore creazione:

una sua replica migliorata.

Dal vomito incubato nel più ripugnante degli esseri

Nascerà la creatura che lo uguaglierà in forza

E sarà in grado di distruggerlo con l’invidia

Come non ho potuto io con l’amore.”

Miriam Reyes

sabato 2 ottobre 2010

FRUTTA 5 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

MARY E MAX

Dear Max e poi Dear Mary con "dentro" un insieme di problemi diversi tanto quanto le loro distanze di spazio, tempo e cronologia.

Caro è una forma standard per una missiva, anche quando ci vuole del tempo per diventare cari a qualcuno… cari al  punto di scegliere di prendersene cura.

Mary scrive a Max del suo mondo, della sua difficile realtà, della rete parentale e strutturale che la circonda… Mary vuole qualcuno a cui porre delle domande, cerca le sue sicurezze e prova fuori dal suo contesto.

Max di problemi ne ha moltissimi… è un Asperger con tutte le relative del caso; Max non può certo aiutare nessuno… le sue stesse espressioni deve sceglierle con cura su di un book predisposto: ad ogni espressione si riassume un concetto e dall’elaborazione della forma ne trae un contenuto morale: Buono o cattivo per intenderci.

Nasce una reale amicizia con scelte che ricadono l’una sulla vita dell’altro… perdendosi, ritrovandosi, scusandosi o, decidendo, di lasciar stare quando era il momento di farlo.

Asciugo ancora gli occhi… l’inglese, accidenti,  mi ha fatto penare ma rivedendolo più e più volte ci sono poi riuscita.

Guardatelo prima da soli e poi con i vostri amici… se ne avete uno di "migliore" regalateglielo e fategli capire quant’è importante.
Quest'ultima è la chiave di lettura della proiezione...

Buona visione!

FRUTTA 5 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

MARY E MAX

Dear Max e poi Dear Mary con "dentro" un insieme di problemi diversi tanto quanto le loro distanze di spazio, tempo e cronologia.

Caro è una forma standard ad uso di missiva, si usa anche quando, in realtà, ci vuole del tempo per diventare cari a qualcuno… cari in modo da scegliere di prendersi cura l'uno dell'altra.

Mary scrive a Max del suo mondo, della sua difficile realtà, della rete parentale e strutturale che la circonda… Mary vuole qualcuno a cui porre delle domande, cerca le sue sicurezze e prova fuori dal suo contesto.

Max di problemi ne ha moltissimi… è un Asperger con tutte le relative del caso; Max non può certo aiutare nessuno… le sue stesse espressioni deve sceglierle con cura su di un book predisposto: ad ogni espressione riassume un concetto e dall’elaborazione della forma trae un contenuto morale: Buono o cattivo per intenderci.

Nasce una reale amicizia con scelte che ricadono l’una sulla vita dell’altro… perdendosi, ritrovandosi, scusandosi o, decidendo di lasciar stare quando era il momento di farlo.

Asciugo ancora gli occhi… l’inglese, accidenti, mi ha fatto penare ma rivedendolo più e più volte ci sono poi riuscita.

Guardatelo prima da soli e poi con i vostri amici… se ne avete uno/a di migliore regalateglielo e fategli capire quant’è importante.
E' questa la chiave di lettura della proiezione...

Buona visione.

domenica 19 settembre 2010

FRUTTA 4 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

UN AMORE ALL’IMPROVVISO.

… vestiti dimenticati, pasticci temporali e un uomo che non trova pace… c’è e poi SPARISCE!

Niente di meglio per gli uomini moderni... se questa alterazione molecolare fosse acquistabile magari su Ebay ... una bella storia d’amore, triste ma bella.

Lei non appena lo vede lo riconosce… del tipo “… ma non ti ricordi che ci siamo sempre visti sin dal tempo delle mie treccine?” ma lui, che appare perplesso, raggiunge tutti i primati … ci va a letto dopo un paio d’ore… robe da non capire!!

Poi c’è una storia seria dietro, quasi una promessa lunga una intera vita che si concretizza… basta solo capirla.

Una bella storia per un tranquillo pomeriggio e un bel libro alle spalle… The time traveller's wife di Audrey Niffenegge ed una donna costretta ad una perenne attesa… attimi da centellinare e ragioni da attribuirsi.

Le attese dilatano le percezioni… nessuna donna dovrebbe mai aspettare nessuno neanche il viaggiatore del tempo… tempo e risorse sprecate.

Lei ha fatto un’altra scelta, un coraggioso tentativo d’annientarsi: gusti!

Vedetelo il film… non è male!

Neo - yttologia 15

“La poesia è, per me, un caro amico a cui posso raccontare ciò che provo; è un compagno che mi completa, mi accontenta senza farmi soffrire. La gente cerca di riempire il proprio vuoto interiore rifugiandosi negli altri, ma la relazione fra due individui non è mai così perfetta da poterci completare, certo, una relazione perfetta sarebbe la poesia più sublime dell’universo. Sappiamo che ci sono persone che si costruiscono una creatura e poi si uniscono ad essa: si sentono completamente appagati e non avvertono alcuna mancanza.
La poesia è, per me, come una finestra. Ogni volta che mi avvicino, questa finestra si apre da sola. Io mi siedo di fronte a lei, guardo fuori, canto, grido, piango, mi immergo nell’immagine degli alberi. So che al di là di questa finestra c’è uno spazio e una persona che ascolta, una persona che potrebbe vivere fra duecento anni oppure essere vissuta trecento anni fa, non importa. E’ un mezzo per collegarsi al mondo dell’essere e dell’esistenza nel senso più ampio.
Quando scrivi una poesia puoi dire: “anche io ci sono”, oppure “anche io c’ero”. Questo è bello, altrimenti come si può affermare “anche io ci sono” o “anche io c’ero”?”
Forugh Farrokhzad

martedì 14 settembre 2010

Neo - yttologia 14

“Perché essere eroi consiste in questo, nell’essere se stessi… Quando l’eroe vuole, è lui stesso a volere, non gli antenati in lui o gli usi del presente. E questo voler essere se stessi... è l’eroicità. Non credo che esista una specie di originalità più profonda di questa originalità pratica, attiva dell’eroe. La sua vita è una perpetua resistenza a quanto è abituale e consueto. Ogni suo movimento ha avuto prima bisogno di vincere le abitudini e d’inventare una nuova maniera d’agire. Una simile vita è un perenne dolore,un costante separarsi da quella parte di se stesso consegnata all’abitudine, prigioniera della materia.”
Tratto da “Meditazione del Chisciotte” di Josè Ortega y Gasset


domenica 12 settembre 2010

Neo-yttologia 13

“ Nonna non vuole più parlare con mamma per via di quello che le ho combinato con Dio nel giardinetto. Mamma non parla né con sua sorella, zia Aggie, né con suo fratello, zio Tom. Papà non parla con la famiglia di mamma e la famiglia di mamma non parla con lui perché è di su e ha quel modo di fare strano. Nessuno parla con Jane, la moglie di zio Tom , perché è di Galway e sembra spagnola. Tutti parlano con lo zio Pat, il fratello di mamma, perché ha picchiato la testa, è scemo e vende giornali. Tutti lo chiamano l’abate o Abate Sheehan e nessuno sa perché. Tutti parlano con lo zio Pa Keating perché è stato gassato in guerra e perché ha sposato zia Aggie ma anche se non gli parlassero lui ci scoreggerebbe sopra e per questo motivo giù al pub South dicono che è un tipo gasato.
Così mi piacerebbe diventare nella vita un tipo gasato, uno che ci scoreggia sopra, e allora lo dico all’Angelo del settimo scalino ma poi mi viene in mente che davanti a un angelo scoreggia non si dice.”
Tratto da Le ceneri di Angela di Frank McCourt

sabato 11 settembre 2010

Frutta 3 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

In Potassa gli aspiranti ultimi incontrano una nuova identità e Prunetti li rende storia spolverandoli dalla cenere della stessa.
Che di cloruro di potassa si racconti o del quartiere ai limiti del grossetano sempre di roba infiammabile si parla… di chi la giustizia l’ha intesa con un suo piglio e, nel bene e nel male, ne ha seguito le sorti.
Potassa mi si è infiammato in mano… in una libreria underground dell’orvietese poco conosciuta… un vicolo in realtà, un angolo fra il tufo e la storia e una voglia d’indagare… e poi una miniera di libri alternativi, stampati appunto da Stampa Alternativa.
Domenico il “ricciolo” mi ha fatto compagnia… un po’ ispirato – sapessi che farei a certi elementi! – e il Lanciotti, ladro e torturato, uno scalino da sovrastare per annusare il deretano della politica purtroppo sempre uguale a se stessa.
Un filo linguistico tiene insieme le vicende oltre un concatenarsi di fatti ed eventi… una storia che diventa tale quando si fa pulizia negli Archivi di Stato.
Manderei un po’ di maturandi a far spolverare gli scaffali della storia… possano quest’ultimi ritrovare il coraggio dei primi e rimuovere la buccia di melma che avvolge la nostra storia recente e anche il nostro futuro.

mercoledì 1 settembre 2010

Neo-yttologia 12

“Cosa c’è?” chiese la signora Cristina.
“E successo un fatto” spiegò lo Spiccio. “Ci sono state le elezioni comunali e hanno vinto i rossi.”
“Brutta gente i rossi” commentò la signora Cristina.
“I rossi che hanno vinto siamo noi” continuò lo Spiccio.
“Brutta gente lo stesso!” insistè la signora Cristina.
Tratto da “Don Camillo” di Giovannino Guareschi

lunedì 9 agosto 2010

Neo-yttologia 11

“Ma un’infanzia infelice irlandese è peggio di una infanzia infelice qualunque, e un’infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora. Gente che si vanta o si lamenta delle tribolazioni patite nei primi anni di vita se ne trova dappertutto, ma niente regge il confronto con la versione irlandese: la povertà; il padre alcolizzato chiacchierone e buono a nulla; la madre pia e derelitta che geme accanto al fuoco; i preti boriosi; i maestri arroganti; gli inglesi e le cose tremende che ci hanno fatto per ottocento lunghi anni…
E poi, tutta quell’umidità.”
Tratto da Le ceneri di Angela di F. McCourt

venerdì 30 luglio 2010

Contorno 2

Pav-vap 2
Si muove.
Si muove la luce che filtra… luce notturna proveniente dalla strada, dalla pioggia che segna la strada, da quella percorsa e tortuosa idea.
Scroscio di pioggia e rumore di vita filtra da quell’apertura al mondo… musica di Battiato etnica e mai stanca recita d’una vita parallela ad un uomo che muore.
Tiene stretta la fredda ferita: il sangue svuota il corpo, lascia le vene, fa percorso all’umido nefasto che accoglierà ciò che rimarra d’una mente pensante… lucida, di fronte a sè.
E la luna che arriva a prestare il suo operato getta il bianco lume sull’antro buio… accanto a se un già freddo corpo… capelli lunghissimi e viso addormentato dentro uno scantinato e parole nessuna… non parlano i morti, non gemono più gli amanti scordati… lei è stata dimenticata accanto a lui e solo i suoi capelli parlano della sua presenza.
I quadrati ormai deformati dalle ombre lunghe della notte aprono un varco verso ricordi; pioggia quel giorno e un bambino con sua madre in un negozio di periferia.
Negoziante impaziente, commesso stanco, cassiera stufa… un po’ di freddo tradotto dalla camicia alla pelle e unghie laccate di tenero rosa anni sessanta sulle mani poco aggraziate della proprietaria.
Sua madre aveva mani lunghe e bianca dolcezza lunare… sua madre era una idea popolare, una missione d’una missionaria, bella da dar fastidio… le madri non devono essere belle, solo madri.
Un figlio non deve temere la bellezza della propria madre… un figlio non deve soffrire di gelosia: il proprietario porgeva con eleganza una stoffa ordinaria tanto da far sembrare un comune cotone come una seta, un pizzo… alla proprietaria annoiata ciò non dispiaceva; le sue unghie laccate meritavano più spazio.
La mamma era mia… luna adesso prova a contraddire il pensiero d’uno che urla con furore per l’ultima volta.
Luna, prova a ricordare come è cominciata fra mia madre e il venditore di falsa seta… era un comune cotone ma lei gli vide della seta dentro e forse non s’era sbagliata.

lunedì 26 luglio 2010

Frutta 2 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

COLLA PAZZA di Etgar Keret

Ritrovo qualcuno per cui scrivere: trovo un nuovo stile, una nuova formula… Keret, il sintetico israeliano, tagliente come la sua vicenda di nascita – figlio di sopravvissuti ai campi di sterminio – acuto come solo un alternativo punto di vista può dare.
Da un po’ non trovavo un Keret o forse non lo cercavo neanche più… brevi racconti, minuscole situazioni, corredo esperienziale notevole: ricama il suo scritto con l’ironia… il suo punto di vista non è mai universale.
Lascia spazio l’autore ad altro; fa filtrare i sentimenti in una stretta maglia d’acciaio ma ne conserva intatta l’autenticità.
Prova a dare opinioni che non portano mai il vessillo di autentiche espressioni non richieste… ama a suo modo e con intensità.
Keret è una scoperta… aspettiamo di leggere altro.
Buona lettura!!

Frutta 2 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

COLLA PAZZA di Etgar Keret

Ritrovo qualcuno per cui scrivere: trovo un nuovo stile, una nuova formula… Keret, il sintetico israeliano, tagliente come la sua vicenda di nascita – figlio di sopravvissuti ai campi di sterminio – acuto come solo un alternativo punto di vista può dare.
Da un po’ non trovavo un Keret o forse non lo cercavo neanche più… brevi racconti, minuscole situazioni, corredo esperienziale notevole: ricama il suo scritto con l’ironia… il suo punto di vista non è mai universale.
Lascia spazio l’autore ad altro; fa filtrare i sentimenti in una stretta maglia d’acciaio ma ne conserva intatta l’autenticità.
Prova a dare opinioni che non portano mai il vessillo di autentiche espressioni non richieste… ama a suo modo e con intensità.
Keret è una scoperta… aspettiamo di leggere altro.
Buona lettura!!

mercoledì 21 luglio 2010

Frutta 1 - politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

“…affrontare l’attento silenzio di Zainabi è un avvenimento. (…) La nostra equipe non fabbrica soluzioni su misura da infliggere alla cittadinanza. Il nostro lavoro consiste nell’ascoltare con attenzione quali bisogni essa esprime. L’ascolto incoraggia la diversità”
Karawan – dal deserto al web – Fatema Mernissi

Neo-yttologia 10

L’ uomo è stupido per natura: pensare a quarant’anni di essere fuori uso, affliggersi, rattristarsi; che cosa dovrebbe dire ora? Se qualcuno gli avesse mostrato allora, quando aveva quarant’anni, come sarebbe diventato adesso: eccolo, il fuori uso, nulla da dire in proposito, e non c’è nulla da verificare, è sufficiente guardarsi allo specchio…”
Tratto da L’affare della pelliccia di N. Smelev

domenica 18 luglio 2010

Contorno 1

Pav-vap 1

Tenda fluida e quadrettata, tenda che scorri su di un meccanismo inceppato.
Filtra la luce di tenera aurora: rossi e arancio s’inseguono senza tregua, trafiggono le tinte penetrandole senza pace… gioco di colori che frastagliano i neutri meccanismi della riflessa luce.
Si allungano ombre dalla quadraticità deforme che invadono, anellano e incatenano le insipienti categorie degli oggetti deposti malamente sul grave fardello d’una stanza in disuso.
Finestra-occhio che spia la luce che lenta va via e cede pian piano al richiamo della luna.
Del freddo cristallo che spacca il cuore agli innamorati, che volteggia nella allegra sfera dei senza mente e richiama a se i matti d’ogni tempo e d’ogni generazione… ombre che s’inseguono… fermatele o il meccanismo s’incepperà e per sempre.
S’avvicinano e s’allontanano gli echi di luce che si spengono lentamente, luce che consuma la sua cera, tascabile senza pila e il buio che affossa la mia mente.
Può una tenda divenire un saggio da trattazione?
Può una trattazione avvolgersi d’una velata creatura posta a riposo d’una luce intensa, indagatrice, d’una nudità del corpo e dell’anima che invade l’alterco fra i pensieri privati e un pubblico dominio?
Può la visione di un quadrato magico, di tenero spessore, sottrarre tensione all’uomo che si nasconde dentro?
Dentro, come un rottame, un uomo dimentica chi è stato poiché è più facile dimenticare che farsi attraversare… la mano a tenere una ferita che bagna lentamente, goccia a goccia un sangue che brilla di sinistro arbitrio… decisione irrevocabile come quella intrapresa sul quel palazzo venezia che la storia ci ha insegnato.

La stoffa per quella tenda è stata commissionata in un giorno di pioggia e le sue paure erano un ricordo talmente vivido che la camicia inzuppata la sentiva ancora aderente alla pelle, alla sua giovane pelle, del tutto simile a quella della madre… chiara, traslucida, iniettata d’un rosa antico… fresca come il talco e assolutamente priva di peli.
Quella stoffa conservava lo stesso odore: di pioggia, di camicia bagnata e della sua pelle… della pelle di sua madre.

venerdì 16 luglio 2010

Neo-yttologia 9

“vedeva se stessa solo nella possibilità di essere e non voleva guardare a quel provvisorio che sentiva perennemente nella propria esistenza. Soprattutto l’amore preferiva lasciarlo prudentemente in quella regione in cui poteva sempre vedersi splendida: nella regione del possibile.”
Tratto da Pecorella di A. Belaj

martedì 13 luglio 2010

Neo-yttologia 8

“Tra i nostri padri era impossibile trovare, non dico un dottore, ma almeno un socio della cooperativa Socmèl. Quelli erano nel palazzo Marrone.
La punta di diamante del palazzo Rosso era il padre della Cianaza: si diceva fosse un quadro intermedio del¬la Società italiana per l’esercizio telefonico. Per me, che non avevo il telefono in casa, e che consideravo la cabina telefonica in fondo alla via San Francesco la mia seconda casa, quando lo incrociavo in ascensore, era un po’ come parlare con Guglielmo Marconi.”
Tratto da Diario di classe di Emanuele Marfisi

domenica 11 luglio 2010

Neo-yttologia 7

Mi spiegò: “ Una delizia, amico! Una tenera e dolce anima di bambina. Oh, abbiamo parlato e parlato, dei fuochi e del deserto che si trasformava in paradiso e del suo pappagallo che bestemmiava in spagnolo”.
Tratto da Sulla Strada di Jack Kerouac


Nota a Margine: Grazie ad un amico speciale che mi ha fatto conoscere Kerouac e poi molti altri: una fetta nuova di letteratura, un mondo lontano dal mio... occhi nuovi amico, mi hai dato occhi nuovi.
Grazie

giovedì 8 luglio 2010

Neo-yttologia 6

"Nulla ci fermerà. Perchè non siamo solo geni e molecole. Pura biologia. Non siamo solo faccia e razza. Pura fisionomia. Non siamo solo uomini e donne. Pura massa. Siamo Eroi.”
Emanuele Finardi

Neo-yttologia 5

“Vuole qualcosa di vero?” aveva chiesto Alice. “Le dirò una cosa vera. Ha tutto quello che ci vuole per amare, proprio tutto, lo faccia.”
Tratto da Jazz di Toni Morrison

martedì 6 luglio 2010

Neo-yttologia 4

“ Voglio dire: oh, i suoi occhi, quegli occhi brillano come il fondo dei calzoni d’un abito di saia blu.
- Ma che dice, è un insulto!
- Non si riflette su di lei, ma sui calzoni. Quel che volevo dire veramente era che, se avessimo un bel bungalow, e io tornassi dal lavoro e trovassi lei ad attendermi al cancelletto, o meglio, se fosse lei a tornare dal lavoro e trovasse me vicino al cancelletto – così è più realistico – e percorressimo insieme il sentiero fino a casa, e poi entrassimo, e gli scuri fossero accostati e solo poche luci discrete e allora…
- (…) mio caro Mr Hammer, non mi sposerò mai prima di mia figlia.
- L’ha già fatto una volta. Ah, ma io l’amo, io l’amo. Non vede come mi tormento per lei?
- Ma che le prende?
- Stasera sono fuori di me. Mi sento un altro. Una mossa falsa e sono suo. Oh, io l’amo, io l’amo. Io l’amo comunque.
- Non penso che mi amerebbe se fossi povera!
- Forse ma terrei la bocca chiusa.”
- Mr Hammer a Mrs Potter nel “The cocoanuts” dei Fratelli Marx

lunedì 5 luglio 2010

Neo-yttologia 3

“Ma maestro” seguitò Maurice con fervore, “non si dice forse che gioia spartita è gioia raddoppiata?”
Malospirito battè la mano sul tavolo.
“E’ scientificamente provato” disse brusco, “che una parte di qualcosa è sempre meno del tutto. Io non spartisco niente con nessuno, tienilo a mente!”
“Va bene va bene”rispose il gatto spaventato. E poi soggiunse in tono carezzevole: “Dopotutto avete me”.
“Già” disse il mago con astio, “ mi mancavi solo tu”.
“Davvero?” chiese Maurice rallegrandosi tutto. “Vi sono mancato?”
Malo spirito sbuffò spazientito.
“Adesso sparisci una buona volta! Fila! Vattene in camera tua! Ho bisogno di riflettere. Ho delle preoccupazioni.”
Tratto da La notte dei desideri di Michael Ende

domenica 4 luglio 2010

Neo-yttologia 2

“La lingua-orso si rigira sordamente
Nella caverna della bocca.
Così dai tempi del salmista a Lenin:
che si muti la volta del palato
nella volta celeste; che le labbra
si screpolino tutte come argilla rosata.
Ancora e ancora…”
Osip Mandel’Stam

Neo-yttologia 1

“Ho dato calci a tutti gli alberi
Ho battuto la testa a tutti i muri
Ho graffiato la mia fotografia
Ma
Ho trovato ancora me stesso.”
Federico Tavan