Il mare è la destinazione frequente per gli abitanti di un’isola. Fra le poche certezze, e le poche conquiste, c’è un
refrigerante tuffo e i lanci di ghiaietta in acqua … inevitabile l’insalata umida di mare e le poche “schifezze” che si mangiano in spiaggia:
gelati d’ogni tipo, cocco, l'alga mauro ( Chondracanthus teedei) e un quintale di limoni con sale e con bicarbonato.
In estate è regolare: mare, costumi – e alimentazione – "discinti" oltre gli
inevitabili zoccoli pseudo ortopedici … qualche libro per le secchione, e io lo
ero.
I ragazzi delle amiche erano con il parchimetro: a tempo. Il mio una certezza stabile da sempre e fra liti,
corse e irrinunciabili gelati della pace, si passava l’estate in attesa del
Settembre di rinnovamento. Settembre era l’inizio, il nuovo, la meta;
giungere a Settembre significava costruire, qualsiasi cosa ma costruire.
Falcone era morto a maggio e, quella Sicilia di allora poteva essere il nemico
più infimo d’ogni uomo come la Spectre per James Bond. Noi ragazzi eravamo
pronti e responsabilizzati, lo sapevamo bene dov’era il giusto solo che non lo
trovavamo. Il giusto proprio non si trovava! Ma era rimasto Borsellino a
lottare e parte del pool che voleva una terra diversa: Noi credevamo in loro perché chi non ha speranze può solo affidarsi agli esempi e Falcone e Borsellino ne
offrivano di parecchi e qualitativamente alti. Siamo cresciuti da idealisti e, vent’anni dopo non sappiamo più cosa farcene di tanto idealismo.
L’inghippo c’era dall’alto e, nella nostra purezza, l’avevamo capito e, pur senza prove, al primo funerale
della svolta abbiamo provato a dirlo, ad urlarlo … nel secondo eravamo sigillati dal
terrore.
Oggi sono tutti li quelli che
sapevano e del loro silenzio, pagato nel sangue, non sappiamo che farcene davvero
… quando, quel pomeriggio, siamo tornati a casa del mio ragazzo e abbiamo acceso
la tele, il terrore s’è impadronito di noi e oltre le lacrime c’era un’unica
parola: “Ora che facciamo?”.
Infantile come domanda ma è
evidente il disorientamento totale, la confusione, la perdita dell’unico punto
di riferimento … come bambini perduti o adulti che non trovano la strada del
crescere.
“Ora che facciamo?” lo ricordavo
stamattina e le immagini, le scene, la distruzione, la paura ci ha accompagnato
per questi vent’anni e sapere che adesso non si trova più il modo di
ri-pronunciarla quella frase, di tornare a credere, mi regala lo sgomento degli anni passati e
la certezza della bestialità dell’immobilismo. La sorella di Borsellino, oltre
che il fratello, ha lottato per anni – tutti questi anni – nel sensibilizzare
la gente, i bambini nelle scuole, scendere in politica e offrire una immagine
vera d’un paese che voleva cambiare. Non è mai riuscita a diventare governatore
in Sicilia … vedi chi c’è adesso e come stiamo messi.
“Ora che facciamo?” me lo chiedo
ancora ma, lo sgomento, non è ancora passato.
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