domenica 19 settembre 2010

FRUTTA 4 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

UN AMORE ALL’IMPROVVISO.

… vestiti dimenticati, pasticci temporali e un uomo che non trova pace… c’è e poi SPARISCE!

Niente di meglio per gli uomini moderni... se questa alterazione molecolare fosse acquistabile magari su Ebay ... una bella storia d’amore, triste ma bella.

Lei non appena lo vede lo riconosce… del tipo “… ma non ti ricordi che ci siamo sempre visti sin dal tempo delle mie treccine?” ma lui, che appare perplesso, raggiunge tutti i primati … ci va a letto dopo un paio d’ore… robe da non capire!!

Poi c’è una storia seria dietro, quasi una promessa lunga una intera vita che si concretizza… basta solo capirla.

Una bella storia per un tranquillo pomeriggio e un bel libro alle spalle… The time traveller's wife di Audrey Niffenegge ed una donna costretta ad una perenne attesa… attimi da centellinare e ragioni da attribuirsi.

Le attese dilatano le percezioni… nessuna donna dovrebbe mai aspettare nessuno neanche il viaggiatore del tempo… tempo e risorse sprecate.

Lei ha fatto un’altra scelta, un coraggioso tentativo d’annientarsi: gusti!

Vedetelo il film… non è male!

Neo - yttologia 15

“La poesia è, per me, un caro amico a cui posso raccontare ciò che provo; è un compagno che mi completa, mi accontenta senza farmi soffrire. La gente cerca di riempire il proprio vuoto interiore rifugiandosi negli altri, ma la relazione fra due individui non è mai così perfetta da poterci completare, certo, una relazione perfetta sarebbe la poesia più sublime dell’universo. Sappiamo che ci sono persone che si costruiscono una creatura e poi si uniscono ad essa: si sentono completamente appagati e non avvertono alcuna mancanza.
La poesia è, per me, come una finestra. Ogni volta che mi avvicino, questa finestra si apre da sola. Io mi siedo di fronte a lei, guardo fuori, canto, grido, piango, mi immergo nell’immagine degli alberi. So che al di là di questa finestra c’è uno spazio e una persona che ascolta, una persona che potrebbe vivere fra duecento anni oppure essere vissuta trecento anni fa, non importa. E’ un mezzo per collegarsi al mondo dell’essere e dell’esistenza nel senso più ampio.
Quando scrivi una poesia puoi dire: “anche io ci sono”, oppure “anche io c’ero”. Questo è bello, altrimenti come si può affermare “anche io ci sono” o “anche io c’ero”?”
Forugh Farrokhzad

martedì 14 settembre 2010

Neo - yttologia 14

“Perché essere eroi consiste in questo, nell’essere se stessi… Quando l’eroe vuole, è lui stesso a volere, non gli antenati in lui o gli usi del presente. E questo voler essere se stessi... è l’eroicità. Non credo che esista una specie di originalità più profonda di questa originalità pratica, attiva dell’eroe. La sua vita è una perpetua resistenza a quanto è abituale e consueto. Ogni suo movimento ha avuto prima bisogno di vincere le abitudini e d’inventare una nuova maniera d’agire. Una simile vita è un perenne dolore,un costante separarsi da quella parte di se stesso consegnata all’abitudine, prigioniera della materia.”
Tratto da “Meditazione del Chisciotte” di Josè Ortega y Gasset


domenica 12 settembre 2010

Neo-yttologia 13

“ Nonna non vuole più parlare con mamma per via di quello che le ho combinato con Dio nel giardinetto. Mamma non parla né con sua sorella, zia Aggie, né con suo fratello, zio Tom. Papà non parla con la famiglia di mamma e la famiglia di mamma non parla con lui perché è di su e ha quel modo di fare strano. Nessuno parla con Jane, la moglie di zio Tom , perché è di Galway e sembra spagnola. Tutti parlano con lo zio Pat, il fratello di mamma, perché ha picchiato la testa, è scemo e vende giornali. Tutti lo chiamano l’abate o Abate Sheehan e nessuno sa perché. Tutti parlano con lo zio Pa Keating perché è stato gassato in guerra e perché ha sposato zia Aggie ma anche se non gli parlassero lui ci scoreggerebbe sopra e per questo motivo giù al pub South dicono che è un tipo gasato.
Così mi piacerebbe diventare nella vita un tipo gasato, uno che ci scoreggia sopra, e allora lo dico all’Angelo del settimo scalino ma poi mi viene in mente che davanti a un angelo scoreggia non si dice.”
Tratto da Le ceneri di Angela di Frank McCourt

sabato 11 settembre 2010

Frutta 3 – politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

In Potassa gli aspiranti ultimi incontrano una nuova identità e Prunetti li rende storia spolverandoli dalla cenere della stessa.
Che di cloruro di potassa si racconti o del quartiere ai limiti del grossetano sempre di roba infiammabile si parla… di chi la giustizia l’ha intesa con un suo piglio e, nel bene e nel male, ne ha seguito le sorti.
Potassa mi si è infiammato in mano… in una libreria underground dell’orvietese poco conosciuta… un vicolo in realtà, un angolo fra il tufo e la storia e una voglia d’indagare… e poi una miniera di libri alternativi, stampati appunto da Stampa Alternativa.
Domenico il “ricciolo” mi ha fatto compagnia… un po’ ispirato – sapessi che farei a certi elementi! – e il Lanciotti, ladro e torturato, uno scalino da sovrastare per annusare il deretano della politica purtroppo sempre uguale a se stessa.
Un filo linguistico tiene insieme le vicende oltre un concatenarsi di fatti ed eventi… una storia che diventa tale quando si fa pulizia negli Archivi di Stato.
Manderei un po’ di maturandi a far spolverare gli scaffali della storia… possano quest’ultimi ritrovare il coraggio dei primi e rimuovere la buccia di melma che avvolge la nostra storia recente e anche il nostro futuro.

mercoledì 1 settembre 2010

Neo-yttologia 12

“Cosa c’è?” chiese la signora Cristina.
“E successo un fatto” spiegò lo Spiccio. “Ci sono state le elezioni comunali e hanno vinto i rossi.”
“Brutta gente i rossi” commentò la signora Cristina.
“I rossi che hanno vinto siamo noi” continuò lo Spiccio.
“Brutta gente lo stesso!” insistè la signora Cristina.
Tratto da “Don Camillo” di Giovannino Guareschi