Un bisogno malcelato è quello dello scrivere. Molti amici parlano scrivendo, rivendicano i loro bisogni scrivendo … magari in angoli nascosti, sepolti dietro quintali di polvere o in blog di confusione ... fra notizie serie o meno serie. Chi è malato di writepatia è un caso disperato e, in qualsiasi momento della propria vita, finisce steso sotto carpiati caratteri, lettere incise su di un foglio o con lo scalpello su pietra ... qualche anno fa ho documentato le varie forme d’amore espresse nelle writepatia da muri.
Scrivere è aria … un anziano giornalista, che incontro quasi ogni mattina, scrive delle recensioni di film che ho visto e rivisto ma sempre con una chiave nuova … talvolta tragica, altre in chiave di cronaca o narrativa … lui però scriveva sul serio e adesso che è in pensione, da molti anni, esercita il suo bisogno come può … quasi un Sex Pistols che canta l’inno alla regina http://www.youtube.com/watch?v=XjNnkF3RnXE ma a suo modo … lui, come il cantante dei Sex, cambia la modulazione ... il significato: dissacrato e trafitto resta all’incirca quello originale.
Si scrive per bisogno. Si comunica per bisogno. Si è donne per necessità.
Domani la stortura al femminile si affaccia sulla via della femminilità … già, domani e solo domani, siamo donne … Svendita fallimentare, venghino signori e signore!! … il femminismo, che esiste da prima della festa in oggetto, senza la reale condizione femminile che ha portato all’istituzione di questa festa; grossomodo stiamo come in fabbrica … siamo donne c'è chi si chiede o chi ci guarda come se già l’esserci nel mondo del lavoro sia un regalo.
Il regalo l’hanno ricevuto coloro che assumono, a vario titolo, una donna ... una donna che sa fare tutto … sa essere molto e la paghi con poco … se ti gira l’insulti, le usi mobbing, la perseguiti, la licenzi se vuole un figlio … non è la preistoria ma solo la storia.
Il regalo l’hanno ricevuto coloro che assumono, a vario titolo, una donna ... una donna che sa fare tutto … sa essere molto e la paghi con poco … se ti gira l’insulti, le usi mobbing, la perseguiti, la licenzi se vuole un figlio … non è la preistoria ma solo la storia.
Giornali pieni d’una condizione al femminile degradata e usata … sia nella vita privata che in quella pubblica … è l’uso della donna-zerbino ... dimenticavo, c’è la festa delle donne che risolve il tutto!!
L’emozionalità femminile è poi vista come un coagulo in un flusso sanguigno … c’hanno pure i sentimenti ste' stronze … e via dritto così: perfezione dentro e fuori casa … in famiglia e al lavoro … la contemporaneità è il sacro crisma della donna moderna … unge tutti e a tutte le ore … tutto a puntino e senza freni … c’è poi che t’addormenti sui mezzi pubblici o durante le cene ... quelle che chiaramente fai da seduta dato che i pranzi si fanno in piedi.
Non mi lamento del femminile moderno ma della femminilità negata a vario titolo … sono tanti gli esempi d’eccellenza che mi rendono orgogliosa d’essere donna come le Ayaan Hirsi Ali o Aafia Siddiqui http://www.vogue.com/culture/article/read-it-now-wanted-women-faith-lies-and-the-war-on-terror-the-lives-of-ayaan-hirsi-ali-and-aafia-siddiqui/ ma con la visione matematica che una donna che fa stranezze sia, di conseguenza, strana o cattiva ci usciamo davvero male ... è come diceva Bukowski “ … alla fine le donne con i denti storti” fanno meno male di tutta la gente che si conosce; la diversità nel mio tempo spaventa gli uomini piccoli, insignificanti ... come il fuoco per gli uomini primitivi … la diversità al femminile viene temuta e allontanata; non si possono giustificare tutte le donne amate, colpite, uccise, distrutte anche nel e con il pensiero … l’anima fa paura oggi, l’anima al femminile distrugge qualsiasi percezione del bello, del vero.
Non voglio una festa della donna ma una donna a cui far festa !!onorandola in ogni istante!! in ogni piccolo passo, una donna che può fare le radici con il suo pensiero senza temere il suo essere femminile.
Auguri donne, mamme, sorelle, amiche … auguri a tutte coloro sche sapranno essere femminine anche oltre l’otto marzo.
“Oh …
La mia parte è questa
La mia parte è questa
La mia parte
È un cielo portato via da una tenda appesa
La mia parte
È scendere una rampa di scale abbandonate
E giungere a qualcosa di logoro e nostalgico
La mia parte
È una malinconica passeggiata nel giardino dei ricordi
E morire nella tristezza di una voce …”
Forugh Farrokhzad
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