sabato 16 ottobre 2010

Neo - Yttologia 17

Lei è tutta lì.

Lei è stata coniata proprio per te

modellata dalla tua infanzia,

modellata dalle tue cento biglie preferite.



Lei è sempre stata lì, mio caro.

Lei è, in effetti, squisita.

Fuochi d’artificio nella cupa metà di febbraio

e reale come una pentola di ghisa.



Amnmettiamolo. Io non sono stata che un momento.

Un lusso. Uno sloop rosso acceso nel porto.

I miei capelli si sollevavano come fumo dal finestrino dell’auto.

Vongole fuori stagione.



Lei è più di questo. Lei è il tuo possesso da possedere,

ha fatto crescere la tua pratica, la tua tropicale crescita.

Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.

Si preoccupa di remi e scalmi per il canotto,



ha sistemato fiori selvatici sulla finestra a colazione,

si è seduta al tornio a mezzogiorno,

ha messo al mondo tre figli sotto la luna,

tre cherubini degni di Michelangelo.



lo ha fatto con le gambe divaricate

nei mesi terribili nella cappella.

Se guardi in su, i bambini sono là

come delicati palloncini appoggiati al soffitto.



Ha anche portato ciascuno di loro in fondo al corridoio

dopocena, con le teste privatamente chinate,

due gambe scalcianti, persona a persona

il suo volto arrossato per una canzone e per il loro poco sonno.



Ti ridò indietro il tuo cuore.

Ti do il permesso –

per il fuso dentro di lei, che pulsa

rabbioso nella polvere, per la carogna in lei

e per seppellire la sua ferita –

per seppellire viva la sua piccola rossa ferita –



per la fiamma pallida e tremolante sotto le sue costole,

per il marinaio ubriaco che attende nel suo polso sinistro,

per il ginocchio della madre, per le calze,

per il reggicalze, per il richiamo –



il curioso richiamo

quando scaverai dentro braccia e petto,

e tirerai il nastro arancione nei suoi capelli

e risponderai al richiamo, il curioso richiamo.



Lei è così nuda e unica,

Lei è la somma di te stesso e del tuo sogno.

Scalala come un monumento, gradino dopo gradino.

Lei è solida.



Invece io, io sono un acquarello.

Vengo lavata via.


Anne Sexton











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