lunedì 11 luglio 2011

Contorno 15

Abbracci Virtuali … arriva il momento d’aver bisogno di abbracci virtuali, baci virtuali, carezze e pacche sulla spalla … arriva il momento per tutti e per tutte … si ricerca una dimensione che non è propria, una consapevolezza estranea, una necessità che ti teletrasporta.
Non importa l’età o la maturità che ti porti dietro, dentro, il rimescolio sentimentale è tanto e tale che t’introduce in una quotidianità che di fatto non esiste, una dimensione in bit e dei sorrisi stilizzati … lontani da quelli veri, rossi, con le labbra screpolate o crepate dal troppo freddo o dal troppo caldo … sorrisi lineari trasmessi  in realtà parallele.
Sembra difficile ragionare su queste realtà ma poi sono talmente vicine da non poter far altro che prendere consapevolezza  che la realtà cruda e tangibile è un’altra cosa.
Il nostro sistema neurologico registra le esperienze emozionali come autentiche … è un sistema lontano primordiale ed elabora le pulsioni semplici quali autentiche … la carezza detta diventa uguale a quella fatta … ma il sistema limbico ci segnala che quella carezza, in realtà, non l’hai mai avuta … si apre una faglia … si sta in mezzo … diventa difficile capire e mediare … si fugge.
Si fugge e si sbaglia … le esperienze ricevute in ogni caso ti cambiano la vita, ti rigenerano, ricaricano, ti portano ad aprire nuove dimensioni … nasce il bisogno, la necessità dell’altro sino a definirne i tempi e le modalità in  cui l’altro t’appartiene … una estensione del possesso … una presa di coscienza che la virtualità non è realtà.
Crisi … crasi del tipo letteraria – si mettono insieme tutti gli elementi – si elabora una risposta immediata … capisci e raggeli … ma tu sei tu, unità liquida e umana, l’altro è altro unità liquida e fuori sistema ordinario … lucidità, rielaborazione dei dati … diventa follia … è follia … urgono tempi di riflessione … urge una decodifica immediata … non si esiste sullo stesso piano, non si esiste nella stessa realtà, non si condivide lo spazio vitale … è schizofrenia … urge tempo per decondizionare.
I miei abbracci virtuali sono stati talmente veri da esserne segnata … la virtualità è una forma alta d’autismo … c’è da rifletterci!!

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