Il tratteggio è per gli artisti ciò che è il descrivere per gli uomini.
Sentir parlare di se stessi, lontani ormai dalla
propria presenza, è un'esperienza che
corona l'orgoglio ma, se siamo già defunti e parlano di Noi, non può che essere la descrizione di quel che tutti già conoscono ma declamato ad alta voce.
Ho sentito tratteggiare, per
descriverla, la vita di una donna speciale ma, dalla voce di un suo compagno di
scuola: questa donna è deceduta ieri sera, ad oltre ottant’anni, e il suo compagno di scuola parlava di lei da ex-liceale, così come s’erano conosciuti.
Oltre la retorica nel suo discorso c’era un chiaro significato: Se qualcuno si
ricorda di te, e della tua carriera di compagna di scuola, o sei speciale o
sei riuscita a mantenere dei rapporti speciali.
Quando si è come me - una che vuole
sempre dire le cose che pensa – allora, capirai bene, che al mio funerale nemmeno la badante si
ricorderà di me: sempre che io possa arrivare all’età giusta per la badante.(http://www.youtube.com/watch?v=v3xwCkhmies&feature=related)
Questi momenti comunitari sono dei bei dipinti ma di un mondo ormai morto, tenuto
strenuamente in vita dagli ultimi che erano al terzo liceo ma nel 1948 e, nonostante tutto, sono ancora in grado di descrivere una donna speciale con un “Ella”; una civiltà di dinosauri dove
ciò che si estingue è il meglio lasciando il peggio delle violenze e delle brutalità in questo mondo: tutti i
rapporti alterati di cui è piena la mia civiltà.
Bambini kamikaze, violenza
gratuita e tanto terrore: personalmente penso che i miei compagni di scuola , al mio funerale, potranno solo esordire con un: “Grazia?...
Grazia, chi?” o i miei parenti, dopo
i miracoli d’un cambiamento impossibile, riuscirebbero a ricordarsi di me solo per
le cose bizzarre, buffe, ridicole che farebbero scompisciare LORO dal ridere, e non me … la parentela: un carino dintorno!(http://www.youtube.com/watch?v=SL0BC2dviNY&feature=related)
Sono, per il momento, un attimino acidella e ho trasformato una fanzine
in un diario personale, pieno di mie frustrazioni, e che ho chiuso al pubblico
per dignità, decoro e per sfuggire dalle letture non gradite. Per il momento è
quello di cui ho bisogno e, credo d’andare bene in questa direzione: per il
dopo, se ci sarà, si deciderà.
E se normalità
potesse voler dire sentirsi Lili Marleen?
Maschere in pizzo, travestirsi per vestirsi, indossare
buffi cappellini e fermagli di piume; tutto questo non potrà mai dirlo nessuno
dei miei compagni di classe, nè alcun parente, perché nessuno mi ha mai
veramente voluto conoscere.
L’apparenza e gli stereotipi hanno
sempre funzionato con me e qui tutti
si aspettano che questo possa bastarmi: no, non basta!
Sono la dark queen di me stessa, una caricatura del mio animo e se
lasciarmi andare da sola, davanti ad uno specchio è sentirmi un essere
migliore: questo va fatto!
Mi sono adoperata con piume sui capelli e
leggeri dondolamenti: ecco, esattamente come Lili Marleen http://www.youtube.com/watch?v=MZbUkatmoyc
e testimonio questo di me stessa: non incomodo nemmeno i compagni nel raccontare ciò
di me che non sanno: mi basto da sola.
E poi ancora Lili http://www.youtube.com/watch?v=Q5ljZ_1Bz0Q
Nessun commento:
Posta un commento
Be all ears :)