sabato 2 aprile 2011

Neo - yttologia 48

“Solo gli occhi erano aperti

Su questo viso lacerato dalla giumenta delle pianure

Il corpo aveva preso fuoco

Nel momento in cui un bambino si aggrappò al tralcio di vite

Per non lasciare la terra

Solo gli occhi erano aperti

Nel crepuscolo delle sabbie

E la mano carbonizzata restava sospesa

Tesa verso l’ingresso del cielo come per salutare un amico

Nel momento in cui il cavaliere allontanava con un gesto il temporale

Lasciando le pagine del manoscritto per l’assenza e la morte

Nel deserto di questo popolo votato alla frammentazione

Il cavaliere se ne andò nelle dune a nascondere il suo corpo e le lacrime.

L’uccello di passaggio disse: “Gli uomini non sanno più morire di beatitudine”.

Le parole caddero dall’alto dei minareti in brandelli di carne.

La parola mescolata alla pietra soffiava sulle mosche venute a morire nella brace di questo viso.

Tahar Ben Jelloun




































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