Pochi piaceri coinvolgono gli animi: tolti quelli carnali e immediati, ottenuti da una rapida soddisfazione della psiche, restano quelli immateriali e autenticamente trasposti alle necessità tipiche di chi le ricerca.
In questo sabato di pausa mi sono concessa di più, niente coccole da estetica o parrucchiere ma vi ho rinunciato volentieri, solo una sana riscoperta delle mie necessarie e intime priorità.
Le letture, leggere, capire, sognare: se da questo si muove il mio interesse e per tanto sono giunta ad alcune mete telematiche per me insperate, era davvero il caso di rispolverare delle nuove competenze, aprire nuovi argini, conoscere altri autori letterari che saranno il mio pane del domani.
Non vivo di lettura, diciamo che sopravvivo … una specie di Emma Bovary degli anni 2011 … e così, armata d’infinita volontà, ultimati gli ultimi accenni al lavoro che mi sta regalando una nuova dimensione, mi sono approcciata al libraio con i fondi procacciati nelle lontane feste natalizie e ... ho fatto man bassa.
Mi sento felice e parlo adesso molte più lingue di quelle che non conoscevo prima d’avviarmi nel mio proficuo pomeriggio.
Jelloun, Zivkovic, Palahniuk, Borges, De Filippo, Petit, Cechov, Brancati, Bellow… come al tempo delle mie recensioni impossibili e chissà che non ricominci ma con una veste nuova, una nuova maturità, qualche idea nuova in più.
Per il momento ho messo un nuovo punto e come di consuetudine vado a capo … devo riprendere un po’ di ritmi su me stessa ma è meglio cominciare dall’alto, dalla percezione del mondo emotivo e letterario e il resto pian piano rientrerà nei propri canoni e io spero di rientrare nei jeans ... ma quello penso dipenda da me.
Palahniuk sarà il primo … sembra il più spietato e vedremo cosa saprà fare … la torta caprese è già nel forno – questo non giova ai jeans – ma un po’ di dolcezza, mista a parole con un loro peso, può certamente far da ago al mio sabato sera.
Ora di riprendere il passo.
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