lunedì 13 maggio 2013

Contorno 166


Fragole: vita tutta in ventiquattro ore!
Poste in frigo nel pomeriggio di venerdì tutte rivestite d’una soda corazza puntiforme, succosa d’aspetto ma arricciata già da giovane: non serve il tempo ad una giovane fragola per farle capire che un leafting andrebbe pure fatto.
Lo splash da semi-ammuffito con il manto grigio-erba e le aeree spore  hanno segnato il lento  sibilare delle ore: cazzo, oggi è lunedì e son troppi giorni per far vivere delle fragole.
Chi abbia vita più intensa al momento è difficile da definire: fra me e te, fragola, è  un bel definirsi e adesso mi sento soda e sveglia come l’uovo dei cento anni Seng Hua. Conservo lo stesso colorito con la sola differenza che il rovesciarsi delle fragole marce sulle mie gambe mi ha solo resa appiccicosa, oltre che rossa, e m’attacco a tutto ciò che mi passa accanto come affetta da resina d’albero.
Decisione drastica: frullate! Adesso sono frullata anch’io … bizz bizzz bizzzz spingo l’interruttore verso il mio letto.

domenica 12 maggio 2013

Neo - Yttologie 154


“Lei era un animale, e io ne ho fatto un uomo. Un’impresa addirittura divina. Permetta che io sia commosso!”
Tratto da "Il profumo" di Suskind

sabato 11 maggio 2013

Contorno 165

Compleanno!! Come ricucire delle maglie smagliate d'un abito in filo ... saluti e auguri internettiani e vita da copione giornaliero con qualche sorriso in più. Coltivo un sogno da diversi mesi: una mega torta di cioccolato e pistacchio, molta crema al pistacchio ma ottengo un panettone al sapore di pistacchio: l'ha fatto il mio lui ma scatta la mia delusione. Inevitabili ripercussioni sul sistema famiglia: era evitabile?
Certamente si! Era solo una stupida torta che mi fa lievitare appena la guardo ma, non si sa perché, ci tenevo tanto da far scattare le mie proteste. Potevo evitarle ma non l'ho fatto. Eccomi bisbetica e nessuno mi fa davvero un complimento per come sono: ho bisogno d'un dannato riconoscimento sociale del mio esserci adesso, in questo momento, e mi sono sfogata con una torta che non era il mio sogno. Non si diceva una volta "basta il pensiero" perché a me non è bastato? Chissà che mi aspetto ... sempre più e mai soddisfatta ... praticamente sono una idiota! Auguri!

lunedì 15 aprile 2013

Contorno 164

Non so voi ma, le cose vecchie, a me vanno bene, anzi meglio, di quelle appena acquistate! 
Si passa del tempo a risparmiare per riacquistare qualcosa che è poi peggiore - spesso più scadente - dell'elemento sostituito e dura, in termini di uso, anche nettamente di meno. Mi sembra l'economia al contrario e il valore disgiunto in lotta con i tempi e ... niente che vada in porto come dovrebbe: potenza dell'Italia a testa in giù.
Riparte il mio progetto psicomotorio - vorrei far notare a quasi fine anno - e mi approssimo a lavorare, per un terzo delle ore necessarie, in una stanza che era già piccola ma, adesso, è anche piena - strapiena - di banchi e sedie della scuola dell'infanzia con l'aggravante che dovrei comunicare ai piccoli l'ordine ma vedono il disordine e permettere il movimento e invece devono stare attenti a non finire in ospedale. Ecco, qui è tutto così: poco, niente, male, squalifica del buono che c'era. Poi siamo tutti europei nelle norme vincolanti ma non in quelle necessarie.
Vi parlavo del vecchio: la mia vecchia macchina fotografica. Ha l'alloggiamento della memoria appiccicato con del nastro, il display storto, i pulsanti insensibili e i comandi quasi del tutto cancellati - vado ormai a memoria - ma le foto che produce sono di una bellezza eccezionale. Particolari dei visi dei bambini e una speciale plasticità nei loro movimenti che la nuova non riesce a cogliere in nessun modo. Anch'io sembro una figona e la cosa può anche non dispiacermi considerato che fra vent'anni questi bambini rivedranno le attività proposte nella loro scuola - compresi di banchi e sedie - e si ricorderanno d'una psicomotricista che poi non era da buttare nonostante l'età.
E' un tocco di auto-gratificazione ma talvolta penso che sia necessaria ... ritorno a studiare e sono,  per questo, insofferente ma un "brava" alla mia macchinetta mi sentivo proprio di dirlo e così ho fatto. Ora a lavoro!

lunedì 1 aprile 2013

Contorno 163


Di fronte al mare bigio e accigliato di una pasquetta da primo aprile. Non ho preso pesci d’Aprile ma solo onde e fragili schizzi sul mio semplice foglio. La matita è spuntata, come sempre, e la confusione attorno di passanti, di curiosi, di famiglia, si aggira alla ricerca di risposte o affermazione quando io cerco la luce sui miei pensieri ribelli. Adopero gli schizzi conoscitivi per fotografare il mio cervello e, per una attenta alla fotografia, questi scarabocchi diventano anche una chiave di lettura. Recupero, o provo a recuperare, una abilità persa come adesso sto provando a recuperare la mia infanzia, i rapporti sociali alterati, il rispetto per il mio corpo e l’accettazione per il mio tempo cronologico. Non sempre ci riesco e, la maggior parte delle volte, urto qualcuno, infrango tabù, vengo perseguita e giudicata, allontanata, ed io soffro per questa apologia della mia vita ma continuo a correre a mio modo. Corro con una gamba dolorante, forse una pubalgia, e così procede il resto della mia vita, zoppicando su di una gamba che mi  impedisce di salire le scale necessarie per giungere nel mio appartamento.

Adesso arrivo agli schizzi: seduta di fronte al mare immagino, fra segni e croci, un verme che divora una foglia. Uno stereotipo del sistema che magari avevo dentro non riuscendo ad identificarmi con la foglia o con il verme: sono mangiata o mangio? La voracità in questo frangente è solo il segno del mio deperimento interiore con qualcosa che manca e con altro che difficilmente si aggiunge alla mancanza. Quindi certamente divorata ma nella vita Io divoro: il mio preminente impegno è per il cibo e la sua strutturazione oraria e calorica durante il giorno e, spesso, non guadagno il sacrificio. Il peso s’allarga o restringe a suo piacimento e senza stabilità e mangio spesso molto più di quello che il mio corpo mi dice di fare. Sono verme e foglia insieme e non so bene chi finirà prima l’azione dei due. Aspetto.


La "rotazione del mio bambino": non lo è più bambino e mi accorgo di questo in tante cose; più alto, ragionamento strutturato in modo diverso, altri interessi, alla ricerca della socialità anche se pur virtuale – povera stella non so che cosa l’aspetta – cambio netto di strutturazione fisica. Oggi si agitava per un granchio che si arrampicava sugli scogli ed io ho voluto emulare la sua rotazione: Non ha esatte le proporzioni ne i gesti e ancor meno la distribuzione corporea ma ho sentito e colto una sua rotazione e l’ho voluta fermare. Una estroflessione verso il mondo che naturalmente sta facendo e che io posso solo cogliere, registrare e non fermare. Si chiama vivere.


Uno scarabocchio senza senso; ho iniziato da questo nulla ed è rimasto tale. Probabilmente è l’inizio e la connessione del mio Io esterno con il mio subcosciente e, in questo passaggio, la confusione e la fuligine mentale offusca le strade e nega le motivazioni oltre che le forme riconducibili a qualcosa. Li c’è la confusione che connette ed ha valore solo per quello, come fare una telefonata al proprio mondo interiore senza prendere immediatamente la linea. Vale comunque il tentativo. Adesso devo telefonare agli amici che mi hanno augurato qualcosa in questi giorni, non so esattamente cosa, ma mi hanno cercata è già un merito. Vado!

sabato 30 marzo 2013

FRUTTA 127 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


Madame du Barry e Battiato: quale legame?
“Siamo in rivoluzione francese ma non violenta”, questo almeno dichiara Grillo certo con i suoi modi e le sue raffinate maniere ma, è pur vero che durante la rivoluzione francese non c’era poi tutta questa eleganza. Battiato l’ha detto, certo con i suoi specifici modi, ma l’ha detto: “troie” praticamente un “troiaio” fra uomini e donne … svendite simili le ho viste solo al mercato del pesce. Ma, qui la verità non si può dire o sei catapultato fuori e senza appelli; la differenza fra il detto e il pensato sta nelle troie (maschile/femminile) che comunque – Battiato o no – ci stanno e sono tutte li come … Madame du Barry. Lei pare che facesse impazzire il Re con l’essenza d’ambra spalmata proprio lì, ed era un richiamo potentissimo, da diamanti ad ogni incontro e molte proprietà terriere. Mi ricorda le parlamentari italiane che di grano ne hanno messo parecchio da parte. Discuto alla Madame l’igiene ma, stiamo parlando della Francia e del periodo pre-rivoluzionario,  pertanto di acqua e sapone ne avrà conosciuto poco e gli odori saranno state delle sinfonie del disgusto, almeno per me!
Battiato conosce la storia perfettamente e la sua cultura è superiore all’intera ARS regionale siciliana pertanto conosce l’etimologia di troie e anche l’uso abituale per cui vengono adibite. Lui, non s’è sbagliato come Madame du Barry non ha sbagliato quando sola, manovrata dal marito di comodo - la usava come prostituta d’alto bordo - con il suo viso d’angelo e figlia illegittima d’un monaco s’è trovata a sostituire la Madame de Pompadour nel gravoso compito della favorita – sessuale – del Re. Lei ha usato le sue carte facendosi chiamare così, come meritava d’essere chiamata,  e tutte le mode che lanciava erano frutto delle sue spalmate d’ambra. QUELLE attuali, istallate nei palazzi del potere, non amavano ricordare la loro provenienza e il mestiere che esercitano, come ci sono arrivate e tutte le cose che son costrette ad inghiottire nell’arco della loro vita parlamentare. Hanno diamanti, proprietà, potere ma vogliono pure la dignità. E Battiato? Lui ha raccordato il presente e il passato, le due rivoluzioni che camminano ideologicamente parallele e le ha definite. Ad uno storico si può dar colpa degli errori della storia? Al Battiato storico e puntualizzatore pare di si. La definizione sua è, per me, la più veritiera.

mercoledì 27 marzo 2013

Contorno 162


Come dentro un utero, un tubo irregolare e muscolare che mi sospingeva da un verso verso un altro, dondolandomi e facendomi dondolare, in un passaggio fra una mano e una spalla su cui piangere. Un circolo stretto di colleghe che mi avvolgeva. Oggi è andata così ... e  il mio pianto; una sconfitta o una vittoria? Non so quanto ho pianto e ho avuto chi mi asciugava il naso come una bambina e gli occhi, tanti occhi, che mi guardavano nei miei occhi. Oggi sono stata in terapia di gruppo ed è stato tutto così ...  e dire che mi credevo finalmente forte e sono caduta di nuovo: una lite con una collega è stato il mio nuovo trapasso. Sono fatta di cristallo e, talvolta, lo scordo: domani? Come torno domani fra le persone che m’hanno visto piangere con i singhiozzi? Mi vergogno tantissimo ma non ho potuto far altro che agire come mi sentivo. La psicoterapia è forte e immensa allo stesso tempo ed io sono un batuffolo di cotone bagnato in acqua e zucchero: rigida all’esterno ma se mi bagni mi annullo.
Oggi ho ripreso a schizzare quel che ho attorno e, il piccolo che seguo,  per un attimo si è appoggiato stanco ed io ho provato a fermare la sua immagine su di un foglio. Poi l’ho immaginato da grande ed è venuta fuori questa sagoma … dove sarò quando questo piccolo crescerà? Ci sarò ancora? Vedremo!