venerdì 19 ottobre 2012

Contorno 151


Mi ostino a mostrare i colori dell’anima quando è quelli dell’aspetto che mostro: il mio è un viaggio come quello della Sposa del film con Rubino e la Mezzogiorno.
Un viaggio inquieto e incerto dove il momento successivo può essere tutto oppure niente; un viaggio alchemico con elementi naturali che camminano con me e che senza loro ho scoperto di non avere spessore.
L’esterno appare rilucente e in forma e si muovono invidie e complimenti dalle macchine in corsa … la mia magrezza attira appetiti e i complimenti non li colgo nemmeno perché mi ostino a mostrare a tutti l’anima.
E’ così strano quando mi avvicinano per farmi un complimento ed io subito esordisco con “ … si, ma io sono stata male …” e tutti si ritraggono, si scusano quasi per aver toccato il contesto di una qualche malattia che mi ha fatto dimagrire: peso di meno perché ho perduto molto materiale d’anima.
Un peso piuma dell’anima … qualcosa che ricerco e vedo nel bello che può essere visto ma la mia chiave è solo di paura, di questo viaggio incerto e che non so dove mi porterà.
La solitudine prima un peso adesso un mezzo: domani sarà necessità? Qui la mia condizione viene capita parzialmente e di  strada da fare ne ho ancora tanta … mi sembra sempre che si cerca di capire come sto ma l’invito immediato ad una mia reazione viene desiderata in fretta … tutto di fretta come quando mi sono alzata dal parto; una scheggia nel riconquistare l’anima perduta.
Sono inquieta e provo a mettere alcune tessere accanto al puzzles che sono diventata … con la linearità non riguadagno me stessa: perché illudermi?
E’ nata una nuova me che non conosco e muoio di paura … Chi sono adesso?
In un viaggio persa con i predoni e molta brutta gente … in viaggio da quando sono sposa.

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