giovedì 4 ottobre 2012

Contorno 147


“ … Io rispondo solo per me stesso, senza altra garanzia che me stesso. E le dico che non mi piegherò ai suoi criteri, che spetta a me indicare che cosa, nella mia vita privata, è segreto o non lo è. Io me ne frego della mia verginità: ne faccia ciò che vuole.”
Tratto da “L’igiene dell’assassino” di Amélie Nothomb
A giocare con la verginità c’è parecchio da ridere: perché?
Ridere per un momento importante è come ridere della vita e farsi beffe delle scoperte uniche.
Se uno ti dona la verginità ti sta, in fondo, donando i milioni d’ormoni che hanno forgiato la sua capacità -  e fondatezza -  di ricercare l’amore fisico, quello corporeo. Se è di verginità fisica ciò di cui parliamo … la verginità dei sentimenti si fa sempre a tempo a cercala e donarla … l’unico freno è il capire  a chi e, di nuovo, perché. Per quale ragione donare l’integrità verginea del proprio animo? … spesso perché si sente il bisogno di sciogliersi dal fardello dell’innocenza, altre volte perché il fardello medesimo è stato custodito per troppo tempo e inutilmente e, in ultima meditazione, perché la verginità dell’animo fa più paura di quella del corpo!
Se scegliere un uomo a cui donarsi è un terno al lotto, sceglierne uno a cui donare il proprio pensiero vergine è come vincere la lotteria astrale e dei biblomilioni farne spaghetti da condire con miele e mandorle.
Non s’impara mai a donarsi e non si capisce davvero quando farlo ma, a dirla come quell’odioso di Tach, "Io rispondo solo per me stesso, senza altra garanzia che me stesso!" Siamo nel priapismo più spinto, nell' inconsistenza della verginalità nascosta … scopate il mio pensiero e non pensateci più. Onanisti! 

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