mercoledì 1 agosto 2012

Contorno 122




Piramidi alternative: girare il mondo e trovarne di rare in casa propria!
Estate desertica e la sopravvivenza consta d’integratori, reintegratori, sali di vita e postille al dopo. Ma cos’è il dopo? Non c’è nulla che viene dopo se non il momento e il momento ancora dopo: costruire una tela dalle maglie medie … quella che conosciamo come la vita. Si, una cotta di maglia che ci occorre per lottare contro le ansie e gli attacchi interni ed esterni che provengono dal fattore mondo … come capirlo se non come il belato dell’agnellino del racconto di Pippo Bella.
“E’ un belato e viene dal recinto posto in un angolo della piazza, attorno al quale adesso si è fatta ressa. Il lamento si spegne e dopo qualche minuto un argano attaccato a una trave sovrastante il recinto arrotola una corda con cigolii di ruggine, e appare un gancio che regge una massa stirata e gocciolante. Incuriosito fendo il sipario di gente che mi si para davanti. Il gancio trafigge le zampe di un capretto sostenendone il corpo scuoiato – la morte non è ancora entrata per intero in quella carne, velata da chiare membrane trasparenti, e le masse dei muscoli vibrano con soprassalto di rapido vigore, ma il sangue cola inesorabile da uno squarcio in gola, un sangue denso come il catrame.” Tratto da Martirio a Tangeri.
Oggi ho fatto il meglio per me, mi sono presa cura di me stessa … tutto è come un tassello che viene posto nel suo contenitore: sono bella adesso, ho cucito l’abito del mio destino … è azzurro come un cielo che va nel buio, l’ho scelto in un silenzio senza fine e adesso deve essere indossato.
Rivoltato dall’anima in compagnia d’una incertezza che inibisce, frena, spaventa … non andrò sulla luna perché sono di luce … acceco e  raccolgo i miei fotoni e mi riarmo per il prossimo attimo … quanti ancora ce ne saranno per me? Se lo chiedeva il capretto ma, io so solo belare.

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