Donne & (non fanno le) Pulci!
L’ultima volta che ho visitato le Pulci, il noto mercato antiquario parigino, ho fatto un affare: un
servizio in argentone con due teiere
spaiate e una zuccheriera non esattamente in tema. Le Ho lucidate per gli
ultimi cinque anni e, talvolta, le ho usate come soggetto fotografico ma, per
quanto volessi, una vita vera e propria non sono riuscita a dargliela. L’avevano
già con la precedente proprietaria/o ed io ho mantenuto una loro longevità in
un altro Stato, in un altro tempo. Non so poi se erano davvero francesi; magari
alle Pulci erano arrivati per altre strade e altri Stati ma, non riuscirò di
certo a saperlo.
Stavolta mi sono portata dietro
la vita. Foto e cartoline rimediate dallo svuotamento di case, probabilmente, di
defunti; attimi della loro esistenza che continuano a pulsare in una immagine
ferma ma vivente.
Ecco, potrei mettermi con il ragionamento di Zenone
e la sua somma degli istanti ma il movimento, in questo frangente, conta poco …
conta quell’attimo di vita perpetuato oltre la vita. Amo moltissimo le foto ed
io stessa sono spesso soggetto delle mie foto ma, per quanto si possa pensare,
non è un atto di vanità. Sono anche vanitosa e tengo a un mio aspetto "giusto" e una mia
regolazione esteriore ma cerco solo di fermare gli attimi e, quando anche per me
sarà finita, qualcuno verrà a portarsi via i miei attimi e li butterà in un
mercato, nazionale o no, e continueranno a testimoniare la presenza del mio attimo, d’una forma di vita - la mia - che in qualche modo c’è stata, è vissuta, ha dato
una sua impronta.
Il materiale comprato – a caro
prezzo – è per lo più scritto in francese ed ho qualche problema a tradurlo ma, alcune foto riportano solo un
anno e delle immagini. Comincio da quest'ultime. Da queste donne: ho scelto solo donne,
il genere a cui appartengo e che son capaci di far valore anche con le compravendite alle Pulci.
Oggi c’è una maternità del 1914. Immagino fosse la sua prima maternità e un
figlio molto desiderato; presumo che sia un parco pubblico o un giardino di
famiglia e, difatti, il "ben vestire" della signora ammette un certo status;
deduco che la foto era indirizzata a qualcuno lontano – è semplicemente una
foto, non una cartolina, pertanto posso solo immaginare il suo destinatario – ad una nonna o al padre dello stesso bambino, magari in
guerra – è datata 1914 – e comunica la ricerca manifesta d’una affettuosità. Abbiamo
una donna di status – ben pettinata, scarpe lucide, perle e buona fattura del vestito – e un infante curato e con le scarpe – cosa non comune in quel periodo
considerata l'alta mortalità infantile – la donna è giovane e apprensiva. Cosa la
preoccupa? La crescita del bambino o la sorte del padre? E’ ben nutrita e lo è
anche il bambino … Chi sarà questa donna? Ecco, tutte le ipotesi sono aperte, io
ho comprato solo una foto non la sua storia. Quella posso inventarla io o
costruirla dai particolari: non c’è nulla che abbia più valore di questo. Ho
comprato del pane per la mente, ho risparmiato sullo Chanel perché non
bastavano più i soldi ma, non sono mai stata così felice.
Questa maternità tornerà molte
volte a farmi compagnia insieme a tutte le altre Donne delle Pulci.
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