Che cos’è un blogger?
La sindrome della vita in acquario: Cosa ci spinge ad amare le ampolle, in vetro o in plastica, e ammirare la solitaria vita d’un pesce? Una
vita sempre uguale, sempre silenziosa, spesso immutabile?
Il desiderio di conquista!
La possibilità di detenere un essere vitale a nostra disposizione …
… l’imprigionare la vita fra due lastre di vetro …
… o due pezzi di cartone stipulando atti, contratti, vitalizi, come se
di vite se ne possono avere tante.
Seguire un blog come il mio è
possedere un acquario umano a casa … nemmeno il mega-direttore-galattico di Fantozzi
… o meglio lui l’aveva dei dipendenti umani … il mio è quello ciclotimico d’una
donna in tutte le sue ere, in tutti i suoi tarli e rodimenti … così semplice
guardare e assistere allo strumento o al sorridere d’un essere senza battere
ciglio … la funzione dell’essere il Dio
che immaginiamo noi … con cui ci alteriamo quando i nostri perché non hanno
risposta.
La verità è che il Dio di cui parliamo
è più clemente di chi guarda, assorbe e rigetta i dolori della gente … è un Dio
che dopo oltre duemila anni conserva i suoi perché … l’uomo è infinitamente
limitato dall’assurdo della sua stessa esistenza.
Come in tv … tutto è falso: la
gente muore e speri di fare il replay e così non muore più … chi scrive dei propri tormenti diviene un
assistere al dolore con un clik …
nemmeno Maria De Filippi può tanto …
e c’è poi che chi scrive, accortasi della situazione, perde di autenticità e
scrive solo per essere letta. Gli scrittori scrivono per essere letti … i
blogger scrivono perché le vivono sul serio le cose.
Chi guarda e passa e ne assimila
il dolore … dimenticandolo allo spegnimento del pc … non fa altro che guardare in un acquario … assimilare
un po’ di solitudine del pesce, notare
qualche squilibrio e sedersi al bar per il prossimo aperitivo, la prossima futilità
con la certezza che, se la sera ti va d’attivare il sistema limbico, puoi sempre accedere e derubare qualche
pensiero d’un blogger.
Chiudersi al resto magari aiuta a ritrovarsi … chiudersi è decidere di non essere più un pesce … chiudersi è capire che quel che sei lo
sei in tutti i mesi e tutte le stagioni della tua vita e lo sei in silenzio e
con te stessa … gli spettatori non ci sono mai davvero … loro guardano solo un
pesce, magari un pesce innamorato che
non è il film di Pieraccioni.
Oggi Fede, vedendomi in
canottiera e guardando le mie braccia mi ha chiesto quando mi era cresciuta la
pelle sulle braccia e la cosa mi ha fatto ridere … perché per lui prima la
pelle non c’era e il problema non si poneva … e se io decidessi di non mostrarla più la mia pelle? … mi fotografo
per assistere allo spettacolo della natura … il mio Io che cambia e la mia Me
che smette di esistere in quella forma e ne assume poi un’altra. Siamo così
pieni di adesso che il prima e il dopo non c’appartiene … c’è sempre qualcuno a
cui poter vedere la pelle ricrescere … ma non è la nostra, non è la Vostra, è
sempre quella di qualcun altro … e ora un po’ di yogurt greco … grassi è vero
ma un po’ ci vogliono anche se la pancia non va via … e dopo palestra!!
Fra due giorni il mio compleanno …
è speciale per me e io l’aspetto con serenità …
Nessun commento:
Posta un commento
Be all ears :)