venerdì 26 dicembre 2014

Rispecchiamento 14


Disfatte di Natale o cose fatte a Natale: Tante, complesse e ambigue. Perchè le facciamo poi? Rituali arcaici e moderni di comunanza e riappacificazione momentanea o forse scoprire che il già fatto è praticamente inutile ma, come un pegno obbligato, il fare e il rifare appartiene allo stesso schema mentale a cui non possiamo sottrarci. Selfie nostalgico e paura del passato perchè ti fa capire che, in fondo, il futuro non esiste o non è così roseo come da previsione. Scorre, tutto scorre e tutto sedimenta e ascolto John Legend e scopri che quel soul della sua musica si scioglie e si confonde fra la cioccolata e le mandorle ingurgitate in questi giorni; in testa l'idea del troppo lavoro non finito e che non mi fa godere la scelta di un libro che mi aspetta. "Sostiene Pereira" che non ho ancora aperto e le rughe s'illuminano di un profondo che non mi appartiene. E infondo anche questo è un tempo che non colloco come i precedenti ma che mi scorre addosso ... come non subirlo!
Again Again e tanto silenzio.

venerdì 29 agosto 2014

Rispecchiamento 13

Che cultura è quella d'una donna con due libri iniziati -  e vicini -  e due Settimane Enigmistiche sparse fra l'incompleto e l'ignorato? Flutti di mare che si presentano e pensieri materni  - e lavorativi -  che martellano. Frasi sconnesse o estrapolate, possono comporre il puzzles d'una esistenza? Paragonarsi all'anno precedente, stesso luogo e stessa gente, per sottrarsi alle lamentele della mezza età? Questo algortmo della vita è talmente scontato che nemmeno Calvino può risollevare l'animo di questa perdente. Da cosa si definisce una perdente; dagli obiettivi non raggiunti o da tutti quelli che mediamente poteva - e senza difficoltà - raggiungere? Non si diventa donna per caso e mia figlia è su quella strada che conduce al volo senza aver scoperto le ali e la mia strada è su quel varco in cui volare non è più necessario, basta una solerte camminata e il conforto di qualche chilo in più. Il fantastico mare messinese mi consola dal cuore spezzato d'un figlio in lacrime e dalle mani legate dei doverosi No. Quanto dovere nell'educare: nel vivere le proprie vite è davvero necessario educare o aspettare che il vento ti porti da qualche parte? Emma Bovary mi guarda ma il Cosimo calviniano è solo piccolo ma di solidi pensieri: quando mi deciderò ad essere uno, e solo uno, dei due?

venerdì 8 agosto 2014

Neo - Yttologie 183

Ma, se io ordino alle impostazioni di non contare i miei passaggi, perché poi li conta? In un luogo di desolazione come il terreno battuto da questo blog - e mi sta molto bene, sia chiaro - com'è possibile che risultano 4 visite o 5 o comunque il numero corrispondente ai miei passaggi, tutte provenienti dall'Italia e senza la visione di nessun post; sono chiaramente Io e, cosa posso fare per convincere il sistema di non vedermi? Non c'è verso che qualcosa funzioni ma, tutto ciò, mi fa ridere.
Sciocco sistema, rido di te!!!

domenica 3 agosto 2014

Neo - Yttologie 182

C'era una volta, qualche anno fa, una piccola libreria, ma proprio piccola, dove si potevano trovare veri libri per l'infanzia, motivati, sensati e e ben descritti. C'è oggi un megastore di libri, di cui non cito il nome, installato in un vecchio teatro di posa, noto nella mia città, e che ha attrezzato tutti i palchi con opere suddivise per argomento e rifornito di ragazzini che non hanno mai annusato l'odore di un libro. C'era una volta il ruolo del sapere ed oggi non c'è più a partire dai genitori che si collassano, o vedono collassare i propri figli di fronte all'idea dello studio. C'è oggi Boho Haram che rapisce le giovani donne per impedire una formazione occidentale ed ancora ci sono molti libri per l'infanzia, comprati nella piccola libreria, che mi sono rimasti ordinatamente esposti in alcuni scaffali del mio sgabuzzino. Com'è difficile conciliare molti pensieri sopra uno, dentro l'indicibile e collerica roba che è di fatto il leggere. Amavo leggere ai bambini e l'amo ancora; mi fermo nelle piazze, e in tutti i luoghi che incontro compresi autobus e parrucchiera per diffondere una parola di sana e autentica fantasia. Perchè è così difficile vivere in una scala fantastica? E far vivere in una simile dimensione? Quale missione ha l'uomo se non quella di rendersi plastico e pronto a comunicare? Comunico poco in realtà, ho letteralmente sotterrato i rapporti multimediali ma l'emozione che provo nel seguire un passo, un racconto e capire che posso ancora servire a qualcosa, a mediare un mio contributo quanta vita mi da. Non trascorro una era letteraria favorevole e neanche fisica, cognitiva e metarelazionale ma quel piccolo negozietto con piccole mani che afferravano un libro da divorare mi manca. Mi manca poterne parlare con qualcuno. Mi manca poter essere me stessa senza mostrare una immagine di un culo sulla mia pagina. Del mio culo. Mi manca essere persona e a questo non c'è rimedio.

Prove e Animazioni 1

Quando i tuoi piccoli sono dei cuccioli pensi, credi, di poter sapere tutto, che tu sarai l'eternità omnipresente della loro vita. L'adolescenza è uno schiaffo morale alle certezze che ti fanno crescere e che t'inducono a far crescere proprio loro. Conosco e comprendo che tutto ciò è una fase necessaria un po' come la morte: come, del resto si potrebbe vivere senza pagarne il costo? Come essere genitori senza essere certi che ad un certo punto una rabbia necessaria può dividere le montagne di un amore? Non ho niente contro la rabbia ma critico l'amore, questo male necessario che stermina la vita prima di vederla fiorire. Ma il suo sorriso infantile per fortuna è intonso!



lunedì 7 luglio 2014

Rispecchiamento 12

Ogni volta che andavo a letto mi sentivo morire, sognandomi senza spirito, per poi marciare e risorgere ad ogni risveglio; poi mi rinfilavo sotto terra ogni sera.
Mi guardavo allo specchio chiedendomi il perché Non marcivo; mia madre mi guardava ed io non ritenevo giusto tenerla sempre in sospeso per la mia mancata vita e "lontana" morte. Già, m'impiccai sulla corda della avvolgibile ma rotolandomi non capì se ero poi morta. Allo specchio solo la mia deforme espressione e, dall'altro piano dell'asse di comprensione, il dolore di mia madre.

domenica 22 giugno 2014

Rispecchiamento 11

Ma, adesso, come ti dico che vorrei sostituire il ritratto della statua a mo' di duce con il mio ritratto eseguito dal pittore strano che frequentavo qualche anno fa?
Certe informazioni risultano difficili da dare quasi fossero sinonimo di un tradimento; ma regalarsi parole d'arte e pennellate d'emozioni possono essere imputabili? Sento che il cambiamento dev'esserci e che la mia vita, il prima e il dopo, può fare parte della persona: nessuna persona è mai una faccia del cubo o del poligono - nel mio caso irregolare - che rappresenta.
E' così difficile entrare nella regolarità del "normale" che talvolta ho bisogno di sfuggirne e di rifugiarmi in ricordi più o meno validi o significativi.
Come fare poesia per esempio o ricordare i miei anni trascorsi sulle macerie della mia casa odierna; i muratori hanno ormai demolito gran parte delle porte ma penso comunque a quel quadro, alle sue poesie, ai momenti di scambio innocente e alla poesia che riuscivo a generare. Mai più riuscita; forse dovrò riprendere a giocare con i colori o con le parole, comunque a giocare. S.O.S. degli Abba è il brano della mia sera.