martedì 11 settembre 2012

Contorno 136


L’11 Settembre: una ricorrenza, Ballarò e Mattone e poi si riparte verso la stagione autunnale; ma qui soffiano ancora i ventilatori e i soliti tempi della politica: qualcuno sa dirmi il perché?
Anche le solite facce! C’è Mattone che parla adesso in TV: il raccomandatone che insulta i giovani disoccupati ... i miei capelli decisamente non ragionano più, la mia attività fisica è diventa la ciliegina che da significato al momento. Momenti.
Dimenticavo: ungo come la bava di lumaca perché mi sono spalmata d’oli, manco un morto d’antica cultura ebraica. Ricevo una letterina d’affetto da una cugina che abita lontano e, tutto il mondo vicino mi gira le spalle. Periodi!
Nè più, nè meno che semplici periodi che si concatenano, uno accanto all’altro,  ma senza motivazione. Senza un perché, ma che vivo con assoluta tranquillità, vedendone quasi il lato positivo. Il bambino che seguo da due anni, ha perso metà della cattedra totale ed io dovrò dividermi su due classi perdendo tutto il lavoro fatto in una classe, nella sua, con la sua patologia.
E poi c’è September morning … questo 11 Settembre è davvero destinato ad essere di merda e non solo per l’affare americano. Ma no, assolutamente no, mi va bene così; quando corro sulla pista del Cus, mi sembra di volare e d’atterrare: io atterro nella mia vita con decisione ma, devo imparare a spiccare il volo. Esercizio ragazza … ok, quasi ragazza … op op … correre!!

lunedì 10 settembre 2012

Contorno 135


… per quanto si possa dire, io preferisco i miei fagioli neri “arrabbiati” al film Innamorarsi.
Decisamente!
Ho ripreso ad andare in palestra e sono arcifelice; anche l’hammam, 12 sedute tutte mie e andare a correre con l’amicona in città o nel circuito cus.
Non faccio mancare nulla, compresa l’alimentazione equilibrata e alternativa,  ma conservo un pessimo colorito, delle rughe evidenti sotto gli occhi,  da far paura – e vai d’olio di jojoba ma quelle sono sempre li – e sembra che io abbia fatto un torto generale al mondo: mi sento dieci anni in più rispetto quanti  me ne danno … talvolta,  quindici in meno, ma di testa.
E poi questa roba melensa: Innamorarsi.
La voglia di studiare ancora non torna: vorrei, voglio e poi mi dissolvo in una bolla di sapone e chissà perché poi.
Le coabitanti lavorative già stamattina si scannavano, si “mobizzavano”, inauguravano l’anno nuovo con i migliori improperi a disposizione: Io stavo zitta e pulivo l’armadio.
Adesso l’armadio è cristallino come uno specchio ma quelle urlano ancora: io non ho ancora voglia di cominciare alla grande.
Mi sento un elefante stanco che prova a darsi la carica,  in qualche modo, ma al centro mi guardano come una  bomba che sta per esplodere!
… Va meglio, giuro … credo, non so, spero … andrà meglio, ne sono quasi certa!!
Sparita di nuovo la mia poesia: poesia che va e viene e quell’abitino bianco mi stava davvero bene: che c’entra adesso l’abitino? Non tiro il filo d’un vero discorso, forse dietro la mia immagine, la mia brutta cera, c’è la risposta che non voglio vedere … un po’ di solitudine, molta diffidenza e continuare a non capire il perché dove tocco non spunta un fiore come il dentifricio Colgate ma, al contrario, cascano i pezzi … più miei che degli altri; mi chiedo se esiste un posto ancora più nascosto di dove mi sono nascosta.
Rileggo pezzi di dialogo e penso che mi dovevo fermare prima … non ci sono riuscita e non sono riuscita ad andare in fondo. Ecco cosa mi fa pensare il film Innamorarsi: fermarsi in tempo o concretizzare se sei ormai dentro … per far questo devi essere forte e io non lo sono. Odio quel film!
Il mio colore di viso è quello del cielo scolorito che precede l’inverno e, nessuna rifrazione potrà colorarlo, nessuna luce … a scuola mi sento molto sola come in questa rete, dannata rete.
Gira un po’ così al momento, come le mie zampe di gallina sotto gli occhi: i riflettori sono solo per loro. Il plissettato sotto i miei occhi … il dorme, il mio me prova ad allenarsi a vivere.
Speriamo riesca!

sabato 8 settembre 2012

Contorno 134


Il tratteggio è per gli artisti ciò che è il descrivere per gli uomini.
Sentir parlare di se stessi, lontani ormai dalla propria presenza, è un'esperienza che corona l'orgoglio  ma, se siamo già defunti e parlano di Noi, non può che essere la descrizione di quel che tutti già conoscono ma declamato ad alta voce.
Ho sentito tratteggiare, per descriverla, la vita di una donna speciale ma, dalla voce di un suo compagno di scuola: questa donna è deceduta ieri sera, ad oltre ottant’anni,  e il suo compagno di scuola parlava di lei da  ex-liceale, così come s’erano conosciuti. Oltre la retorica nel suo discorso c’era un chiaro significato: Se qualcuno si ricorda di te, e della tua carriera di compagna di scuola, o sei speciale o sei riuscita a mantenere dei rapporti speciali.
Quando si è come me - una che vuole sempre dire le cose che pensa – allora,  capirai bene,  che al mio funerale nemmeno la badante si ricorderà di me: sempre che io possa arrivare all’età giusta per la badante.(http://www.youtube.com/watch?v=v3xwCkhmies&feature=related)
Questi momenti comunitari sono dei  bei dipinti ma di un mondo ormai morto, tenuto strenuamente in vita dagli ultimi che erano al terzo liceo ma nel 1948 e, nonostante tutto, sono ancora in grado di descrivere una donna speciale con un “Ella”; una civiltà di dinosauri dove ciò che si estingue è il meglio lasciando il peggio delle violenze  e delle brutalità in questo mondo: tutti i rapporti alterati di cui è piena la mia civiltà.
Bambini kamikaze, violenza gratuita e tanto terrore: personalmente penso che i miei compagni di scuola , al mio funerale, potranno solo esordire con un: “Grazia?... Grazia, chi?” o i miei parenti,  dopo i miracoli d’un cambiamento impossibile, riuscirebbero a ricordarsi di me solo per le cose bizzarre, buffe, ridicole che farebbero scompisciare LORO dal ridere, e non me …  la parentela: un carino dintorno!(http://www.youtube.com/watch?v=SL0BC2dviNY&feature=related)
Sono, per il momento, un attimino acidella e ho trasformato una fanzine in un diario personale, pieno di mie frustrazioni, e che ho chiuso al pubblico per dignità, decoro e per sfuggire dalle letture non gradite. Per il momento è quello di cui ho bisogno e, credo d’andare bene in questa direzione: per il dopo, se ci sarà, si deciderà.
E se normalità potesse voler dire sentirsi Lili Marleen?

o far finta d'essere Amy Winehouse?(http://www.youtube.com/watch?v=SL0BC2dviNY&feature=related)

Maschere in pizzo, travestirsi per vestirsi, indossare buffi cappellini e fermagli di piume; tutto questo non potrà mai dirlo nessuno dei miei compagni di classe, nè alcun parente, perché nessuno mi ha mai veramente voluto conoscere.
L’apparenza e gli stereotipi hanno sempre funzionato con me e qui tutti si aspettano che questo possa bastarmi: no, non basta!
Sono la dark queen di me stessa, una caricatura del mio animo e se lasciarmi andare da sola, davanti ad uno specchio è sentirmi un essere migliore: questo va fatto!
Mi sono adoperata con piume sui capelli e leggeri dondolamenti: ecco, esattamente come Lili Marleen http://www.youtube.com/watch?v=MZbUkatmoyc e testimonio questo di me stessa: non incomodo nemmeno i compagni nel raccontare ciò di me che non sanno: mi basto da sola.

... e poi, da qualche parte nel tempo, l'otto Settembre ha significato "armistizio" e pace, anche se di fatto non si è poi realizzato sul serio in quel giorno ma solo qualche tempo dopo.

mercoledì 5 settembre 2012

Contorno 133


“Non sopporto” di Paolo Sorrentino è il mio tema di stasera!
Basta guerra che mi nasce dal niente e dalla mia pacatezza farne bersaglio: odio e voglio odiare.
Quanto vale uno squarcio definitivo, urlato e mai più sopportato?
Vale la mia vita: farò il peggio che posso perché il mio meglio non lo vuole nessuno.
Mi compiacerò nel peggio della mia anima perché, se non mi darà rispetto mi darà pace!
Adesso basta parenti di merda … invidiosi e cattivi … vi darò il peggio che posso. Giuro!!

Contorno 132


Ad Ottobre si vota: votare? Altri miliardi inutilmente spesi, come sempre!
Qui si ricandidano tutti i soliti ma con la bandiera diversa:  stesse facce, sempre quelle e stanchezza di fondo.
Ascolto i Cure: giusto per dirvelo!
Non ci sono argomenti utili per far capire lo squallore che ci attanaglia e che, per quanto proteste puoi mettere in piazza, nessuno in realtà può farci davvero nulla. I "berlusconiani convinti" qui adesso sono tutti democratici, alcuni anche del vecchio PC; la colpa è dei partiti lo so, mi sono ripetuta mille volte che se loro – i partiti – volessero, le cose cambierebbero sul serio. Di serio non c’è nulla; siamo tutti dei Tadini con tanto di blasone e albagia e … una gonna da indossare. Come sempre Alberto Sordi ci offre una scuola di vita impersonando un alternativo che vende i suoi prodotti alternativamente. Allego il link al video e così potrete rendervi conto  http://www.youtube.com/watch?v=mNvhiVRjRrk&feature=relmfu ma, per quanto si possa attirare l’attenzione altrui, salire sullo sgabello e far bei discorsi, tutti noi siamo le bolle che volano. Semplici, inconsistenti, aeree forme da scoppiare e da far scoppiare. I politici del mio tempo li vedo con la gonna plissettata di Sordi, il medesimo sgabello, la stessa inconsistenza di significati e significanti. Bolle da soffiare … pufff

lunedì 3 settembre 2012

Contorno 131


Mi hanno chiesto se ho ritrovato il mio lavoro e ho risposto che per fortuna è ancora li, anche quest’anno si può lavorare. E’ morto il lavoro definitivo e il mio che è per definizione “definitivo” oggi è talmente  provvisorio che lo stesso concetto del definitivo, oggi, assume un altro aspetto.
Si riparte alla grande e si passa dagli zoccoli alle Galoshes: è venuta giù la pioggia ed è fallito ancora una volta un appuntamento programmato.
Andare a correre non era possibile, forse con le pinne e i braccioli potevamo anche riuscirci … viene ancora giù e ancora giù e Tutto cambia aspetto.
Si ricomincia “Grazie al cielo” e si prova a pianificare come sbarcarla, anche quest’anno,  la vita: perché la vita ci dicono che si può solo sbarcare mica vivere.
Poi vengono fuori, i nostri politici, con boiate d’apertura ai concorsi e una perdita netta in denaro di cento venti milioni di euro così, come fossero bruscolini, solo che qualche settimana fa ci drenavano anche l’ossigeno e razionavano gli anni da vivere giusto per non gravare – noi cittadini – sui bilanci dello Stato. Questo chiaramente non contempla la Loro sopravvivenza.
Non è che viviamo schizofrenici? Non è che siamo tutti lì ad accettare questi pazzi, quelli che c’insegnano a sbarcare la vita?
Ecco, ci raccontano di non accanarsi terapeuticamente su di una persona gravemente malata e di aiutarla ad accettare la fine con rassegnazione … poi ci sono questi a torcerci il collo a seconda dei loro bisogni. Marionette! Siamo pupazzi nelle loro mani: di quelli fatti per calzare su di un dito, sempre lo.
Qui la pioggia la “buttano ancora a secchi” ed io progetto il mio nuovo sbarco di vita per domani: poche soddisfazioni per un percorso mattonella dopo mattonella … l’importante è camminare. E oggi qualcosa l’ho ottenuta: un abito a testa per la parte femminile della mia compagnia.
Leggevo questo
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/obama_usa_elezionim_ohio_voto_anticipato/notizie/216992.shtml e Obama è sempre il migliore per me: magari ha fatto poco, non quanto si aspettavano,  ma quel poco è almeno egalitario. Quell'altro, lo sfidante,  è di plastica e m’assomiglia a Berlusconi … non aggiungo commento.
E poi io e Obama siamo amici … al Museo Grevin di Parigi però: cavoli, se mi sarebbe piaciuto!!
Alla prossima … forza OBAMA!!


sabato 1 settembre 2012

Contorno 130


Il vivere semplice sembra una religione ma è l’impresa più dura, che dura una intera esistenza.
Giusto, sbagliato, regole e artifici dovrebbero poter essere scontati e uguali per tutti ma, così non è; comincia il gioco delle iene, il guardarsi le spalle, il dire troppo o il dire poco, “dire”, comunque, conta tanto e sulle parole si costruiscono gli artifici.
La scuola è ricominciata e sento la puzza di carogne attorno al pasto.
Famiglia: non siamo felici al momento; sfatti e distrutti dall’adolescenza che consuma i ragazzi ma, ancor di più, le speranze, le possibilità, le regole d’un mondo che aveva le sue regole. La mia adolescenza indolore è stata una manna per mia madre, quella che subisco dalla “famiglia in crescita” ci disarma, ci annulla, ci fa andare a letto  - ad ora di pranzo -  senza mangiare l’uno o mangiando solo frutta l’altro.
Ecco: i figli in punizione siamo divenuti noi adulti e gli adolescenti sono quelli certi del corso delle cose … andrebbero a cento all’ora contro un palo con la convinzione che il palo non esiste.
Potrebbe essere anche giusto questo atteggiamento: la sfida, il rischio, il coraggio di costruire e di sbagliare e saper di nuovo ricostruire ma, perché così tanto mi distrugge? Perché  tanto ci distrugge?
Vedere un figlio che sbaglia, sbattersi per non farlo sbagliare, perdere miseramente e, nonostante tutto, difenderlo agli occhi dei maligni. E’ questo che si richiede ai genitori, oggi?
Sembra che non ci siano più i genitori con i capelli bianchi ma, solo quelli con lo stomaco a pezzi, esattamente come il mio che non è capace di digerire nemmeno una carota e non mi fa star lontano da una toilette per più di quindici minuti.
E’ questo che ci aspettavamo? E’ vero che le riviste di psicologia ci avvertono di non aspettarci nulla ma, mi chiedevo, saranno stati mai genitori anche loro?
Andare in una cerimonia importante con jeans, scarpe da tennis e camicia quadrettata è un qualcosa di normale? Io, dai miei tacchi che mi danno le gambe tremule, la guarderò e penserò che, nonostante tutto, lei ha scelto la vita ed io solo la farsa.
In macchina ho chiuso gli occhi, ho immaginato la maschera in pizzo che mi sono comprata per halloween scorso e l’ho pensato, intensamente … oltre quella maschera c’era una donna con il mio vissuto ma, nel gioco, talvolta avrei voluto invertire i ruoli fra il reale e l’immaginario: Saremmo stati più felici? Certamente no, ma mi piace credere che poteva essere il mio principe azzurro che non si scuote dietro le adolescenze dei figli ma, che rimane un adolescente solo per te.
Ma, anche in quel caso, sarei stata madre: è davvero troppo.
Alla prossima!