mercoledì 3 giugno 2015

Rispecchiamento 22

Le meraviglie della degenza post operatoria regala gioie insperate fra le quali la visione di un western di John Wayne; musiche e ambientazioni d'epopea che per grandiosità fanno il pari solo con il mio dolore o, ancor di più, con il mio umore.
Quante opportunità ti regalano i limiti e quanti vantaggi ne derivano; siamo abituati male, siamo convinti che stare sempre bene sia una condizione naturale ma, non è affatto così perché le difficoltà, nella vita comune, sono maggiormente presenti che le buone condizioni.
Sono di nuovo grassottina come Rosalina di Fabio Concato e anche questa è una novità: ancora una novità: salterò un evento di famiglia fondamentale che mi procurerà tormenti e strazio per decenni ... per il resto tutto bene, grazie.
Una sola curiosità: chi avrà interesse a leggermi dall'estero che neanche nella mia città sono interessati ad ascoltarmi?
Misteri ... 

martedì 2 giugno 2015

Rispecchiamento 21

Ricordo il silenzio di stanotte: una porta lasciata aperta su un corridoio illuminato, tipico degli ospedali e tratti di vita e di umanità che non erano presenti nella stanza dove mi trovavo.
Febbre e dolore si confondevano con l'amarezza, la scorsa notte, e l'essere arrivata vicina a morire senza che nessuno si accorgesse di me: quanta fatica per diventare invisibili. Sono soddisfazioni riuscire così bene in un proprio intento e, il silenzio doloroso della scorsa notte mi ha proprio urlato il mio successo. Setticemia, la prossima volta dovrò tentare di meglio per far capire che sono mortale, proprio come tutti gli esseri miei pari.
Adesso ascolto Sarah j. Morris e il dolore dell'intervento s'inferocisce su me; perché succedono le cose? Ma perché no, in fondo è naturale che succedano diverse cose nella vita come fare una iniezione cortisonica salvavita che poi alla fine collabora per togliertela generando un ascesso assurdo e immenso, un biblico ascesso con oltre un litro di infiammazione purulenta e tanto altro da cacciar via con le medicazioni al sangue che giornalmente dovrò fare, come domani per esempio. Stento a capire e mi astengo da ogni opinione, qualcosa del genere era stata detta da Marco Follini qualche anno fa e io mi aggancio al suo pensiero e aspetto di vedere cosa verrà dopo ...

domenica 10 maggio 2015

FRUTTA 130 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!

Ascolto ZZ Top, eccola https://www.youtube.com/watch?v=Vppbdf-qtGU ed ho deciso che congelerò i miei ricordi nella loro stessa pasta; non ho risposto all’immobiliare che mi ha telefonato per ben due volte, ed ho deciso che non lo farò neanche in seguito. Fingersi interessati all’acquisto di quel vecchio villino ormai cadente e dover non far trapelare il mio reale interesse per quell’immobile è davvero tanto. Troppo. Adesso sono arrivati Ram Jam https://www.youtube.com/watch?v=R044sleOW6I e vado di controtempo con il cuore come la loro batteria; cambio genere, per una volta, di fronte al mio compleanno, niente Baker ma un pulsare forte e vibrare di nuova forza e di nuove scelte: Zietta, mi ha voluta salutare e farmi gli auguri di compleanno  e stavolta l’ho capito chiaramente dal percorso diversificato insolitamente dal consueto percorso cittadino: siamo passati tutti insieme, i corridori della solidarietà,   di corsa sotto casa sua ed io ho alzato gli occhi e l’ho salutata; al suo balcone altra gente, ignoti avventori di una casa di cui non conoscono la storia. La mia storia. Ma non è quella casa, la sua ultima, che ho rifiutato di vedere ma la precedente: quella della mia infanzia con tutti i miei ricordi imprigionati in una scatola di cemento ormai spoglia e solitaria: io sono ancora li, e lo sono anche loro li dentro. Siamo tutte e tre insieme ma su piani lontani e non posso davvero andare a visitare quella casa; se le dovessi ritrovare imprigionate nei miei ricordi piangerei forte e la consulente non capirebbe. Non voglio comprare quella casa e non posso farlo; silenzio  https://www.youtube.com/watch?v=N-aK6JnyFmk … non c’è il giardino, il canale d’irrigazione dove camminavo scalza, la casa di Concetto e la paura della penombra che l’avvolgeva, la persiana, il cancello di ferro – per me invalicabile – la casa che mi chiama e non voglio risponderle, non posso più farlo perché sono cresciuta e loro ormai non ci sono più. Giocano con me nei miei ricordi e li non cresciamo mai https://www.youtube.com/watch?v=4zLfCnGVeL4 https://www.youtube.com/watch?v=-BakWVXHSug  https://www.youtube.com/watch?v=ZxYGeTV6fCw https://www.youtube.com/watch?v=hHRNSeuvzlM
Ho ascoltato tutti questi brani nel tentativo di cercare le foto attuali  che avevo fatto all’immobile in attesa dell’appuntamento ma, adesso, non ne ho più traccia … ho lasciato andare i miei ricordi in Paradiso dove sei tu Zietta e la tua sorellina … Buonanotte, ho guardato la città di notte,  grazie per gli auguri, solo poche lacrime per voi, stanotte, non mi dispero più adesso e sento la vostra presenza spesso … Bacio  https://www.youtube.com/watch?v=BcL---4xQYA






domenica 12 aprile 2015

Rispecchiamento 20

Il mio racconto a puntate per Twitter ...


Andra Ausberg


Il nome non esalta la sua genialità: manca un clitico che ne aggiunga valore, come un “lì” ad esempio. Andra, poni un accento nell’ultima vocale e ne cambierà la vocazione palindroma: Andrà e il clitico “lì” … dove andrà?
Racchiusa dentro la stanza che abita, non conosce il mondo e, pertanto,  non si meraviglia della sua estranea esistenza.

Andra si conosce già o forse si conoscerà per tempo: ignora i suoi riflessi, gli esseri che vagamente respirano la sua stessa polvere; lei si assomiglia, come tutti noi del resto, ma non ha bisogno di farsi tutte le nostre domande: la sua sintesi biologica lascia spazio alla familiarità che non le è stata messa a parte o ad un tratto  - forse un segno – di un intero frammento d’estranei che respirano per se stessi o che, in un passato, si sono certamente adoperati a farlo esclusivamente per se.

Conosce i muri della sua stanza e ne intuisce la tinta che un giorno vi e’ appartenuta; conta i mattoni senza malta e poi li paragona al numero di quelli coperti, o anche cementati, e poi elabora un nuovo algoritmo per scoprire che quella stanza, posta in un qualche strano edificio, collocato in una parte ignota del mondo, potrebbe anche crollarle addosso ma di lei, neanche allora, si scoprirà traccia: una  negata esistenza.

Prigione è la vita quando non è sufficientemente desiderata, imposta o forse non capita; Andra è nata ed è tutto quello che sa di lei.
Non credo desiderasse sapere da chi fosse nata ma, in fondo, chi vorrebbe sapere se i mattoni tutt’intorno sono stati edificati per volontà o per caso? Era lei, forse, frutto di una volontà?
Andra, andrà via un giorno, ma come figlia le spetterà comunque una sua dimensione: donna, madre, latte infantile, preghiera della sera, appoggio e anche caduta: la donna, certamente anche questo, ma diventare madre potrebbe segnarla ancora di più.
Il suo inizio si chiamava Leò; non parlava, non la guardava, non sapeva di essere madre e i suoi occhi fissavano il vuoto, trovandovi a pieno il significato di tutta una vita, chiaramente la propria.
Sua madre, era una compagna di giochi grande che, nel suo ciclico dondolarsi, cercava nella figlia una madre per se.
Figlia del suo figlio, elaborazione mentale di un incesto ma, come madre, un universo lontano.
Andra intuiva il ruotare ciclico del tempo dalla temperatura dei mattoni, dalla calce sfaldata dai rumori sottili che confessavano una vita in assoluta risposta alle attese di due recluse; fra dentro e fuori si mediava un rapporto inferiore con la sopravvivenza fatto spesso di lampi e catene, ululati sordi, scricchiolii disambigui con tanto di serrato e florido silenzio.





martedì 7 aprile 2015

FRUTTA 129 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!

Il sociolinguismo del congiuntivo si allontana dalle forme regolari, costruite sulle desinenze giuste  in  - I -  e in – INO –, per dar vita alle formazioni fantozziane in  “Vadi” o “Venghino” per poi piegarsi alle forme Irregolari,  e normativamente corrette, da ricondurre alle forme etimologiche del latino.
Ecco, il latino che ancora una volta salva l’italiano: dallo sbaglio alle cose giuste, dall’acquisto di un quadro può nascere una giusta azione?

Non era davvero il caso di fare questo silenzioso colpo di testa e la cifra è davvero modica ma non era davvero il tempo giusto; domani questo pittore mi consegnerà il suo quadro ed io ho scelto di tenere in silenzio la cosa. Non so nemmeno dove metterlo, dove conservarlo, cosa farne ma ho voluto dargli casa a casa mia. Sono come un congiuntivo con le desinenze regolari: faccio buffo e impopolare ma continuo a farlo e chissà mai perché. Sono quasi proprietaria di un quadro ma non per questo mi sento intelligente anzi, in questo momento sono davvero fuori moda e fuori norma: Venghino signori venghino che la frescona abita qui … o no?

mercoledì 1 aprile 2015

Neo - Yttologie 186

"Balzac ci fornisce le cifre degli investimenti e delle rendite, come se la sua prima preoccupazione di verosimiglianza fosse la contabilità, quasi a voler dimostrare che perché un personaggio viva bisogna potergli fare i conti in tasca; il resto verrà da sè." 
(Italo Calvino)

domenica 22 febbraio 2015

Rispecchiamento 19

Oggi ho dato a mio figlio una storia che ho scritto, un racconto pubblicato, una parte di me di quando lui non c'era; una scrittrice che non ha mai visto il suo volo ma che di volare vuole parlarne ancora.
Spesso si racconta di noi ciò che non vorremmo si sappia ma che è così evidente che s'intuisce  sin dai primi attimi quanto sia stato stupido volerlo nascondere.
"Volevo essere e non lo sono stata" non è un messaggio negativo ma un segno del passaggio della vita che i ragazzi devono percepire; non so cosa intuirà di me o se potrà nemmeno capirlo ma, io c'ero però prima di lui e quella lettura è una testimonianza.
Tanto mi basta!