martedì 2 giugno 2015

Rispecchiamento 21

Ricordo il silenzio di stanotte: una porta lasciata aperta su un corridoio illuminato, tipico degli ospedali e tratti di vita e di umanità che non erano presenti nella stanza dove mi trovavo.
Febbre e dolore si confondevano con l'amarezza, la scorsa notte, e l'essere arrivata vicina a morire senza che nessuno si accorgesse di me: quanta fatica per diventare invisibili. Sono soddisfazioni riuscire così bene in un proprio intento e, il silenzio doloroso della scorsa notte mi ha proprio urlato il mio successo. Setticemia, la prossima volta dovrò tentare di meglio per far capire che sono mortale, proprio come tutti gli esseri miei pari.
Adesso ascolto Sarah j. Morris e il dolore dell'intervento s'inferocisce su me; perché succedono le cose? Ma perché no, in fondo è naturale che succedano diverse cose nella vita come fare una iniezione cortisonica salvavita che poi alla fine collabora per togliertela generando un ascesso assurdo e immenso, un biblico ascesso con oltre un litro di infiammazione purulenta e tanto altro da cacciar via con le medicazioni al sangue che giornalmente dovrò fare, come domani per esempio. Stento a capire e mi astengo da ogni opinione, qualcosa del genere era stata detta da Marco Follini qualche anno fa e io mi aggancio al suo pensiero e aspetto di vedere cosa verrà dopo ...

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