sabato 24 gennaio 2015

Rispecchiamento 16

Non serve fare rose con la pasta dolce con il ripieno di cannella e mela per superare ciò che si vede in televisione; ancora un'altra decapitazione in diretta come un tutorial qualsiasi, come imparare a fare il caffè o potare le rose, ancora e senza fine!
Talvolta mi chiedo qual'è il senso di tutto questa avventura del vivere e se mai, magari fra molti anni, qualcuno riuscirà ad attribuire un significato a qualcosa o a questo vivere malato e appiccicato di morte ... qualcuno che sappia dire almeno un perchè per quel qualcosa che succede. 
Perdo il mio tempo dietro i perchè e il mio tunnel carpale mi ha già narcotizzato la mano e m'intima di chiudere la conversazione con me stessa; magari quando mi opererò sarà meglio, farò ancora rose dolci con cannella e mela e guardando la tele mi accorgerò che la morte nera ha lasciato per sempre questo mondo. Magari come nei sogni dei bambini tutto tornerà a brillare e ci sarà vita e nessuna morte ... ma è una operazione alla mano mica al cervello; se s'infrange il muro della fantasia si trova solo la verità, e dio che male mi fa ... io che non mi vendo più agli amici vecchi e nuovi e che il mio mondo è solo naturale, quale disperato tentativo di pace dovrò fare con me stessa? Serve anche qui un tavolo di negoziazione ... attenderò il sindacato del sè per farmi dichiarare definitivamente matta, sola e matta, ma ancora viva.

domenica 11 gennaio 2015

Neo - Yttologie 184

"... lei crede di parlarmi in questo modo perchè io sono una semplice portiera, ma sappia che ho amicizie altolocate, persone che mi possono proteggere dalla sua maleducazione". 
Tratto da "Sostiene Pereira" di Antonio Tabucchi

giovedì 8 gennaio 2015

Rispecchiamento 15

Del terrorismo se ne parla tanto che, in realtà, è come non farlo; di tutto ciò che si è capace di non parlare è dell'essenzialità delle cose come il "parlare" in se stesso, il comunicare i propri bisogni, le proprie aspettative. Di tutti i fondamentalismi se ne occuperà la storia ma del bisogno di dire le bocche son piene e le fosse stracolme. Comincio a pensare che dire è un bisogno deliberatamente negato perchè non realmente avvertito e i terroristi parlano con i fatti e tutto ciò mi rende davvero triste.

venerdì 26 dicembre 2014

Rispecchiamento 14


Disfatte di Natale o cose fatte a Natale: Tante, complesse e ambigue. Perchè le facciamo poi? Rituali arcaici e moderni di comunanza e riappacificazione momentanea o forse scoprire che il già fatto è praticamente inutile ma, come un pegno obbligato, il fare e il rifare appartiene allo stesso schema mentale a cui non possiamo sottrarci. Selfie nostalgico e paura del passato perchè ti fa capire che, in fondo, il futuro non esiste o non è così roseo come da previsione. Scorre, tutto scorre e tutto sedimenta e ascolto John Legend e scopri che quel soul della sua musica si scioglie e si confonde fra la cioccolata e le mandorle ingurgitate in questi giorni; in testa l'idea del troppo lavoro non finito e che non mi fa godere la scelta di un libro che mi aspetta. "Sostiene Pereira" che non ho ancora aperto e le rughe s'illuminano di un profondo che non mi appartiene. E infondo anche questo è un tempo che non colloco come i precedenti ma che mi scorre addosso ... come non subirlo!
Again Again e tanto silenzio.

venerdì 29 agosto 2014

Rispecchiamento 13

Che cultura è quella d'una donna con due libri iniziati -  e vicini -  e due Settimane Enigmistiche sparse fra l'incompleto e l'ignorato? Flutti di mare che si presentano e pensieri materni  - e lavorativi -  che martellano. Frasi sconnesse o estrapolate, possono comporre il puzzles d'una esistenza? Paragonarsi all'anno precedente, stesso luogo e stessa gente, per sottrarsi alle lamentele della mezza età? Questo algortmo della vita è talmente scontato che nemmeno Calvino può risollevare l'animo di questa perdente. Da cosa si definisce una perdente; dagli obiettivi non raggiunti o da tutti quelli che mediamente poteva - e senza difficoltà - raggiungere? Non si diventa donna per caso e mia figlia è su quella strada che conduce al volo senza aver scoperto le ali e la mia strada è su quel varco in cui volare non è più necessario, basta una solerte camminata e il conforto di qualche chilo in più. Il fantastico mare messinese mi consola dal cuore spezzato d'un figlio in lacrime e dalle mani legate dei doverosi No. Quanto dovere nell'educare: nel vivere le proprie vite è davvero necessario educare o aspettare che il vento ti porti da qualche parte? Emma Bovary mi guarda ma il Cosimo calviniano è solo piccolo ma di solidi pensieri: quando mi deciderò ad essere uno, e solo uno, dei due?

venerdì 8 agosto 2014

Neo - Yttologie 183

Ma, se io ordino alle impostazioni di non contare i miei passaggi, perché poi li conta? In un luogo di desolazione come il terreno battuto da questo blog - e mi sta molto bene, sia chiaro - com'è possibile che risultano 4 visite o 5 o comunque il numero corrispondente ai miei passaggi, tutte provenienti dall'Italia e senza la visione di nessun post; sono chiaramente Io e, cosa posso fare per convincere il sistema di non vedermi? Non c'è verso che qualcosa funzioni ma, tutto ciò, mi fa ridere.
Sciocco sistema, rido di te!!!

domenica 3 agosto 2014

Neo - Yttologie 182

C'era una volta, qualche anno fa, una piccola libreria, ma proprio piccola, dove si potevano trovare veri libri per l'infanzia, motivati, sensati e e ben descritti. C'è oggi un megastore di libri, di cui non cito il nome, installato in un vecchio teatro di posa, noto nella mia città, e che ha attrezzato tutti i palchi con opere suddivise per argomento e rifornito di ragazzini che non hanno mai annusato l'odore di un libro. C'era una volta il ruolo del sapere ed oggi non c'è più a partire dai genitori che si collassano, o vedono collassare i propri figli di fronte all'idea dello studio. C'è oggi Boho Haram che rapisce le giovani donne per impedire una formazione occidentale ed ancora ci sono molti libri per l'infanzia, comprati nella piccola libreria, che mi sono rimasti ordinatamente esposti in alcuni scaffali del mio sgabuzzino. Com'è difficile conciliare molti pensieri sopra uno, dentro l'indicibile e collerica roba che è di fatto il leggere. Amavo leggere ai bambini e l'amo ancora; mi fermo nelle piazze, e in tutti i luoghi che incontro compresi autobus e parrucchiera per diffondere una parola di sana e autentica fantasia. Perchè è così difficile vivere in una scala fantastica? E far vivere in una simile dimensione? Quale missione ha l'uomo se non quella di rendersi plastico e pronto a comunicare? Comunico poco in realtà, ho letteralmente sotterrato i rapporti multimediali ma l'emozione che provo nel seguire un passo, un racconto e capire che posso ancora servire a qualcosa, a mediare un mio contributo quanta vita mi da. Non trascorro una era letteraria favorevole e neanche fisica, cognitiva e metarelazionale ma quel piccolo negozietto con piccole mani che afferravano un libro da divorare mi manca. Mi manca poterne parlare con qualcuno. Mi manca poter essere me stessa senza mostrare una immagine di un culo sulla mia pagina. Del mio culo. Mi manca essere persona e a questo non c'è rimedio.