domenica 22 luglio 2012

Contorno 116


I piani cambiano da un momento all’altro, ed è inevitabile questo cambiamento, sembra quasi frutto dei tempi. Mi sarebbe piaciuto parlare di arte e di un paesino pieno d’arte, Savoca, ma leggendo Repubblica vedo i volti di tutte le persone che sono morte a Denver http://www.repubblica.it/esteri/2012/07/22/foto/strage_di_denver_le_vittime-39496174/1/?ref=HREC1-3 e, improvvisamente, cambio idea.
Di morte violenta, delle attese troncate, di una morte senza ragione è inutile parlarne perché non cambiano i fatti, ne le future conseguenze; la violenza è l’unica ragione di un mondo che non ragiona più.
E’ tutto violento: i rapporti fra le persone, gli incontri personali, la relazionalità diffusa … quanto invece è molto più impegnativo costruire, progettare, coltivare qualcosa.
La vita non nasce dalla violenza ma, la nostra contemporanea,  è piena di strappi e dolori che causano altri dolori, come se non si riuscisse a vivere senza questa chiave di lettura. Si vuole una chiave ultima per trovarne sempre una più estrema … sino al niente e, anche dal niente, trarne altro. Cos’è la civiltà del profitto ad ogni costo? Alcuni estremi: il sagrestano sotto la doccia con un ragazzino undicenne http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/07/21/news/sisma_il_presunto_pedofilo_era_l_aiutate_di_don_ivan-39445805/; i sacerdoti pederasti http://www.igiornielenotti.it/?p=2470 ; uccidere senza ragione http://www.corriere.it/esteri/12_luglio_21/strage-denver-esplosivi-casa-killer_a77c6a54-d307-11e1-acdf-447716ba2f20.shtml; Keith Richards che si pippa le ceneri del padre (scherzo??)  http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/persone/keith-richards-ospedale/ceneri/ceneri.html ... cosa ancora?
Oltre, andiamo sempre oltre … c’è sempre un limite che valica un altro limite. Una donna che dice di No viene uccisa, donne che non vogliono avere nessun incontro ne telematico ne d’altro tipo, sono procacciate come un contratto in promozione da un borsista … è tutto così perché il limite non ci deve essere: questa è la religione del mio tempo e non c’è futuro per nessuno di noi.
Così non andiamo da nessuna parte. Ieri sera sono andata a riprendere mio figlio da una festa e in strada sedicenni prostitute:  non basta quello che da la moglie e/o l’amante e/o la compagna e/o la relazione fugace? … tutte si è ormai brave a far tutto, perché anche la prostitute sedicenni? … magari da picchiare selvaggiamente e se poi muore chi se ne frega.
E’ il mio tempo e ci sono così tanti esempi da portare che non saprei più da dove cominciare perché non troverei la fine. Diserto i social,  che mi divertivano e rilassavano, perché ho paura dell’altro …  perché la mia verità è sempre una faccia interpretabile da parte dell’altro …  una fuga continua dallo schiacciamento dell’altrui forza, dagli altrui desideri.
Giochi di forza e di prepotenza: nelle relazioni, negli incontri, nella poesia, nei pensieri. La civiltà della paura e che si nutre di paura.
Oggi ho visto dei paesaggi d’una bellezza armonica, non c’era violenza nell’ordine in cui la natura li aveva posti e sono li da  migliaia di ann,i e ci saranno oltre me e qualsiasi cosa io potrò mai essere.
L’ordine naturale è l’armonia  …  le fobie, che generano tutte queste forme di violenza, sono degenerazioni dell’armonia, curate ma con esasperazione.
Lievi attacchi di panico, oggi,  vengono curati con gli ansiolitici e, problemi più gravi poi vengono fatti brillare come ordigni dagli artificieri: ecco che tutto non ha più senso. Se per vivere si ha bisogno di alcool, di droghe, di effetti distortivi del reale … ho anch’io i miei conti psicologici irrisolti ma,  mai ne farò fare spesa ad alcuno, è l’unico principio che tengo saldo: Se noi tutti ci ancorassimo a questo punto, moltissime cose non succederebbero.
Non succederebbe niente e ancora quella bambina di sei anni, la più giovane vittima di Denver, potrebbe avere un futuro. Ma le mie parole cadono su terra sterile … che cosa potrà mai germogliare da questo tipo di terra? Il nulla che si vede attorno.

sabato 21 luglio 2012

Riflettere PL!ease! 19


“Aiuto!” urlano i naufraghi disegnati ... quelli a metà fra pinguini e bambini … il mare corre incontro e il canotto corre indietro e loro urlano “Aiuto!!”.
Pensate che vedere la domenica giocando può essere un problema? Penso che il problema l’ha chi non riesce a vedere il gioco riprodotto … ricordate la bambina? Ha dato dei nomi ai suoi personaggi, li ha fatti vivere con la sua fantasia - e un poco la mia - hanno un segno concreto e possiamo sentire l’urlo di “Aiuto!” delle piccole bipinguine (bimbe pinguine) e proviamo a immaginare una qualsiasi forma d’aiuto. 
Questa è una domenica che può diventare buona. Domenica Buona a tutti voi!!

Neo - Yttologie 122

"Come il ritratto di un dolore, un volto senza cuore"


Dorian Gray citando L'Amleto

venerdì 20 luglio 2012

Contorno 115




Al mare si può!

Giochi strutturati: vedo anche in spiaggia moltissimi giochi strutturati dove tutto è già previsto, valutato, pesato e non interviene – se non in minima parte – la creatività del bambino. 
E’ sbagliato! La mente diviene  pensante se l’abitui a pensare o stimoli i bambini o gli adolescenti a non essere  ragazzi vuoti.
Le nonne, le mamme, noi tutti ci ricordiamo il giocare con poco, con nulla e quelle strategie non le abbiamo più dimenticate.
In spiaggia, oggi, una bambina era circondata da stimoli, possedeva tutti i giochi trasportabili in una cabina,  ma lei era annoiata, piagnucolava, faceva dispetti … è durata per un po’ questa cosa e con tre persone che le dicevano. “… lo vuoi il giochino?” oppure “… prendiamo il gelato?”, non si trovava il filo della situazione ma è bastato davvero poco: una matita, mezza spuntata, e carta – parte del rotolo per asciugare le mani . ed è cominciato il racconto. 
Adesso tutto il racconto non lo ricordo e presto lo riordinerò su word ma, i modelli dei disegni che crescevano e diventavano quasi reali,  li ho conservati – protocollati come si fa di solito – ed è venuta fuori la storia di tre pinguini che poi sono diventate bambine – magie!! – in barca, no scusate era un canotto forato.
Abbiamo riso da matte e costruito qualcosa di unico: aiutate la costruzione mentale di vostro figlio!
Basta un sorriso, una cosa buffa, un suo centro d’interesse e la favola viene su da sola.
Nell’allegato ci sono i vari passaggi disegnati che non ho numerato … se siete bravi lo fate da soli o lo fate fare ai vostri figli. 
Anche in estate la mente cresce.

Neo - Yttologie 121


Pena! Rete! Lama! Voi mi deste queste scarpe perché camminassi fra gli uomini, non è vero? sulla terra. E forse dovevo camminare fino a che non fossero consumate. (…) questo è quanto posseggo e ch’io vi posso lasciare, uomini, esse mi legarono a voi. Così sarete persuasi di quello che volevo veramente; volevo questo paio di scarpe che vi lascio: eccole.”
Il Codice di Perelà” di Aldo Palazzeschi

giovedì 19 luglio 2012

Contorno 114


Tre amiche in corsa … e le macchie di Rorschach!!

“Prendi il tempo … io tengo la frequenza!” nell’unico parco della città, talmente una rarità che si chiama Villa perché originariamente lo era davvero.

Soffia, “… e lo stretching l’hai fatto?” Sbuffo e rispondo   … ma si! …. che la macchina l’ho lasciata così lontana che facevo prima a piedi!” e forse facevamo davvero prima.

"Pronte? … via!” due di riscaldamento, quattro di andatura varia e tre per fermarsi … su di un parco enorme!

Ecco,  su di una pista regolare quel tipo d’allenamento è da principiante ma, spalmato su ettari ed ettari, cominci a vedere le macchie di Rorschach ...  ed arrivano giustappunto quando il sole si decide a calare, fra le foglie e gli alberi, bambini su bici che scappano, mamme che inseguono, turisti stranieri che guardano e qualcuno ci sorride pure – che poi le "femmine siciliane" non hanno tutti i baffi e non sono tutte vestite di nero, giusto per dirlo! – e macchie varie si riflettono sul selciato, con buchi in mezzo,  e comincia uno strano dialogo a tre.

“Ely, ma … a me sembra il ritratto di tuo padre!” e lei “… cazzo dici! c’ha un buco in fronte!”  aggiunge MariaRosa “ … ma, non è suo padre, è la ciminiera vecchia, quella vicina al porto … guarda c’è pure il sale dentro” ed Ely le risponde “… che l’hai assaggiato? Magari è zucchero!” io ascolto e recupero il fiato ma, la cosa non viene accettata.

“ … Ma, tu che ci vedi?”  mi chiede la mia amica “ … non lo posso dire!” le rispondo ma Maria Rosa è curiosa “ … adesso tu lo dici!” continuo a non voler dire quel che ho visto ma,  loro insistono sempre più “  ecco! è il culo del professor KKK” …  risata generale e perdiamo tutte il fiato, ci fermiamo ad osservare da vicino ma con intensità.

Si avvicina lo straniero di turno e comincia a fissare anche lui la macchia,  viene seguito da altri connazionali; pensavano che dentro ci fosse qualcosa d’originale e, il più intraprendente, infine lo chiede: ridere così non mi capitava da un po’ e  la parte migliore è stata spiegare -  in un inglese inesistente -  di chi era il culo!

Hanno riso!!
Evidentemente hanno capito la nostra spiegazione!!
Ritorno al circuito che troppi culi mi attendono alla villa!


Neo - Yttologie 120


“Sposati, fa dei figli e piantala!” risuonante nelle orecchie e l’ombra dell’ufficiale che le sfiorava la punta dei piedi nudi. Quell’invito non era forse da accettare? Di cos’era fatta l’improvvisa stanchezza che le piombava dentro, lo sgomento da sonnambula che si sveglia all’orlo di un cornicione? L’ufficiale era più scuro della sua ombra, ma sul viso accaldato aveva un rossore gaio di contadino. Era l’amore mediocre e sano che veniva a salvarla in tempo, non senza un lontano suono di manette! A parte che la divisa nera sembrava ritagliata dalla tunica di un prete. Meglio arrendersi. E difatti si arrese.”
Tratto da “Paolo il caldo” di Vitaliano Brancati