giovedì 19 luglio 2012

Contorno 114


Tre amiche in corsa … e le macchie di Rorschach!!

“Prendi il tempo … io tengo la frequenza!” nell’unico parco della città, talmente una rarità che si chiama Villa perché originariamente lo era davvero.

Soffia, “… e lo stretching l’hai fatto?” Sbuffo e rispondo   … ma si! …. che la macchina l’ho lasciata così lontana che facevo prima a piedi!” e forse facevamo davvero prima.

"Pronte? … via!” due di riscaldamento, quattro di andatura varia e tre per fermarsi … su di un parco enorme!

Ecco,  su di una pista regolare quel tipo d’allenamento è da principiante ma, spalmato su ettari ed ettari, cominci a vedere le macchie di Rorschach ...  ed arrivano giustappunto quando il sole si decide a calare, fra le foglie e gli alberi, bambini su bici che scappano, mamme che inseguono, turisti stranieri che guardano e qualcuno ci sorride pure – che poi le "femmine siciliane" non hanno tutti i baffi e non sono tutte vestite di nero, giusto per dirlo! – e macchie varie si riflettono sul selciato, con buchi in mezzo,  e comincia uno strano dialogo a tre.

“Ely, ma … a me sembra il ritratto di tuo padre!” e lei “… cazzo dici! c’ha un buco in fronte!”  aggiunge MariaRosa “ … ma, non è suo padre, è la ciminiera vecchia, quella vicina al porto … guarda c’è pure il sale dentro” ed Ely le risponde “… che l’hai assaggiato? Magari è zucchero!” io ascolto e recupero il fiato ma, la cosa non viene accettata.

“ … Ma, tu che ci vedi?”  mi chiede la mia amica “ … non lo posso dire!” le rispondo ma Maria Rosa è curiosa “ … adesso tu lo dici!” continuo a non voler dire quel che ho visto ma,  loro insistono sempre più “  ecco! è il culo del professor KKK” …  risata generale e perdiamo tutte il fiato, ci fermiamo ad osservare da vicino ma con intensità.

Si avvicina lo straniero di turno e comincia a fissare anche lui la macchia,  viene seguito da altri connazionali; pensavano che dentro ci fosse qualcosa d’originale e, il più intraprendente, infine lo chiede: ridere così non mi capitava da un po’ e  la parte migliore è stata spiegare -  in un inglese inesistente -  di chi era il culo!

Hanno riso!!
Evidentemente hanno capito la nostra spiegazione!!
Ritorno al circuito che troppi culi mi attendono alla villa!


Neo - Yttologie 120


“Sposati, fa dei figli e piantala!” risuonante nelle orecchie e l’ombra dell’ufficiale che le sfiorava la punta dei piedi nudi. Quell’invito non era forse da accettare? Di cos’era fatta l’improvvisa stanchezza che le piombava dentro, lo sgomento da sonnambula che si sveglia all’orlo di un cornicione? L’ufficiale era più scuro della sua ombra, ma sul viso accaldato aveva un rossore gaio di contadino. Era l’amore mediocre e sano che veniva a salvarla in tempo, non senza un lontano suono di manette! A parte che la divisa nera sembrava ritagliata dalla tunica di un prete. Meglio arrendersi. E difatti si arrese.”
Tratto da “Paolo il caldo” di Vitaliano Brancati

FRUTTA 118 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


Il mare è la destinazione frequente per gli abitanti di un’isola. Fra le poche certezze, e le poche conquiste, c’è un refrigerante tuffo e i lanci di ghiaietta in acqua … inevitabile l’insalata umida di mare e le poche  “schifezze” che si mangiano in spiaggia: gelati d’ogni tipo, cocco, l'alga mauro ( Chondracanthus teedei) e un quintale di limoni con sale e con bicarbonato. In estate è regolare: mare, costumi – e alimentazione – "discinti" oltre gli inevitabili zoccoli pseudo ortopedici … qualche libro per le secchione, e io lo ero.
I ragazzi delle amiche erano con il parchimetro: a tempo. Il mio una certezza stabile da sempre e fra liti, corse e irrinunciabili gelati della pace, si passava l’estate in attesa del Settembre di rinnovamento. Settembre era l’inizio, il nuovo, la meta; giungere a Settembre significava costruire, qualsiasi cosa ma costruire. Falcone era morto a maggio e, quella Sicilia di allora poteva essere il nemico più infimo d’ogni uomo come la Spectre per James Bond. Noi ragazzi eravamo pronti e responsabilizzati, lo sapevamo bene dov’era il giusto solo che non lo trovavamo. Il giusto proprio non si trovava! Ma era rimasto Borsellino a lottare e parte del pool che voleva una terra diversa: Noi credevamo in loro perché chi non ha speranze può solo affidarsi agli esempi e Falcone e Borsellino ne offrivano di parecchi e qualitativamente alti. Siamo cresciuti da idealisti e, vent’anni dopo non sappiamo più cosa farcene di tanto idealismo.
L’inghippo c’era dall’alto e, nella nostra purezza, l’avevamo capito e, pur senza prove, al primo funerale della svolta abbiamo provato a dirlo, ad urlarlo … nel secondo eravamo sigillati dal terrore.
Oggi sono tutti li quelli che sapevano e del loro silenzio, pagato nel sangue, non sappiamo che farcene davvero … quando, quel pomeriggio, siamo tornati a casa del mio ragazzo e abbiamo acceso la tele, il terrore s’è impadronito di noi e oltre le lacrime c’era un’unica parola: “Ora che facciamo?”.
Infantile come domanda ma è evidente il disorientamento totale, la confusione, la perdita dell’unico punto di riferimento … come bambini perduti o adulti che non trovano la strada del crescere.
Ora che facciamo?” lo ricordavo stamattina e le immagini, le scene, la distruzione, la paura ci ha accompagnato per questi vent’anni e sapere che adesso non si trova più il modo di ri-pronunciarla quella frase, di tornare a credere, mi regala lo sgomento degli anni passati e la certezza della bestialità dell’immobilismo. La sorella di Borsellino, oltre che il fratello, ha lottato per anni – tutti questi anni – nel sensibilizzare la gente, i bambini nelle scuole, scendere in politica e offrire una immagine vera d’un paese che voleva cambiare. Non è mai riuscita a diventare governatore in Sicilia … vedi chi c’è adesso e come stiamo messi.
“Ora che facciamo?” me lo chiedo ancora ma, lo sgomento, non è ancora passato.

mercoledì 18 luglio 2012

FRUTTA 117 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


Ci sono giorni in cui credi che tutto quello in cui puoi "credere" sia un buco capovolto, esattamente uguale a quello di un lavandino che ha perso il sifone.
In questi giorni non sai mai quanto è stato giusto dare e, di quel che hai dato, quanto sia stato utile; dibattersi  non porta sempre a divenire Mandela ma, il più delle volte e nel mio caso specifico, conduce alla vittoria di Pirro, nei fatti ma non nella sostanza.
Anni di lotte in difesa di una regione, di una nazione, di una identità specifica che si è scelta d’avere: anni come un buco, niente da salvare,  nulla da capire.
E così già anni fa dicevamo che qui, nella mia regione, qualcosa non andava -  ma non da quel momento - in realtà la situazione non è mai andata e l'essere ignorati per poi ritrovarsi nel “caso di cronaca”  mi fa capire che la mia cittadinanza, strapagata, è simile a quella negata agli extracomunitari che, pur nascendo nella mia terra rimangono estranei.
E’ duro da capire, è duro da digerire ma entrambe le azioni ci vengono dogliate a forza in uno scenario di taglio del magro – il popolo – e di grasso sul grasso – parlamentari, politici, istituzioni – e, definire ciò che si sente, è come trovare un linguaggio visivo per chi non vede.
Le relazioni fra il potere e la mafia, fra le istituzioni e la distruzione della risoluzione italiana, sono come il sole ma, gli occhiali da sole, li dobbiamo indossare noi tutti e evitare di farci abbagliare perché le cose potrebbero vacillare.
Non è il falso invalido che mi disgusta, né i posti -  pubblicamente meritati - soffiati da questi tizi che mi disturba, mi sconvolge vedere quanto tutto sia davvero irrisorio per coloro che governano e che nessuno scandalo, accertamento, menzione, possa smuovere un pelo dalla poltrona di chi li occupa farcendosi di perversità.
Credo che non cambierà mai nulla e i sentimenti di politica, amore politico, azione politica, lasciano il passo al disgusto, alla apoliticità, all’abbandono del campo.
Mandela e la “Grande Anima” non si sono mai arresi … in questa situazione che farebbero? Mi chiedo quale valore una persona possa avere per sentirsi degna del ruolo “persona” e in molti anni, in molte vite, non mi ha mai sforato il dubbio  di percorrere una strada marcata all’inverso.
Camminiamo contro – corrente e nessun evento atmosferico, legge divina o giustizia morale potranno aiutarci … chi cammina al contrario vede il futuro passargli avanti, schiaccia il passato, non intuisce gli ostacoli che l’attraverseranno.
Politicamente amo la condizione di libertà ma non so quanto sono ancora disposta a bruciarmi sotto il sole siciliano per dire quel che non si vuole - e non può - essere sentito, e non basta la dimostrazione d’un pensiero per poterlo realizzare: il più delle volte le dimostrazioni sono sofismi che ti mostrano … vedere e non capire, questo è ciò che ci chiedono. L’Europa imparerà il trucco e ci caccerà fuori come dall’Eden? Questo Paradiso io non l’ho visto: dicevo qualche tempo fa d’abitarci ma, anche li c’è stato un sofisma … è decaduto anche quello … il preambolo angelico è una condizione soggettiva … chiedilo ai politici se loro abitano in Paradiso? Affermare, annuire, omettere sono tutte loro azioni che ti mostrano la grandezza della disparità di condizione. Non credo più.

http://www.youtube.com/watch?v=5rOiW_xY-kc&feature=related


martedì 17 luglio 2012

Neo - Yttologie 119



Tuo e qualcosa
Bambino e poi bambini
Sorrisi con compleanni
Madre
Dove hai perso il filo?
E’ li sulle scale
 sotto gli abiti
coperta d’estate e d’inverno

Dispetti,
palla di carta
fratelli amici
il cielo sopra te
dentro  
nuvole da ingoiare
Dove hai perso il filo?

Madre
Carezze
donne
Hai amato?
Figli … un filo
Pezzi  di stoffa
Angoli di mondo attaccati alla ringhiera

Vibrare
Rumore di chiavi
L’interruttore e poi luce
Letto
vestirsi  nudi e uno specchio
Piangere l'angolo
Un mondo passa
non scendi
niente patti
Dov’è il tuo mondo?

Hai perso il filo?
Mi guardi scegliendo
Rispondo dubbiosa
Dove ho perso il mio mondo?
E il  filo?
Rendimelo!




FRUTTA 116 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


Notizie da Arkham Asylum 
 
Pronto? … con chi parlo? … ops è il Presidente della Repubblica: parlava con me, cancelliamo o registriamo l’intercettazione?
Noi parlavamo di pollo e patatine e penso possiamo anche lasciarla la conversazione; al massimo ci becchiamo un invito in rosticceria!
Ma l’altra, quella non con me, perché doveva essere cancellata? http://www.repubblica.it/politica/2012/07/17/news/severino_intercettazioni-39207032/?ref=HREA-1

Ok, parliamo d’altro: Lo Spread va su, noi giù, le feste vanno via o si accorpano: così si cresce ma noi non lo capiamo.
E’ il PIL stavolta ad essere sollevato, che lo spread si solleva da solo, e l’affare va avanti: io ricordo ancora le riduzioni della barcata di gente che consuma quanto un reattore nucleare senza produrre energia, ma lo dico così, mica da economista, si fa per dire!
Mi piace l’idea d’accorpare le feste nazionali e magari fare Pasqua a Natale con l’albero e l’uovo di cioccolato nel cenone di Capodanno o, magari, accorpare il Venticinque aprile con il Primo maggio e il Due di giugno … fatto tutto il Quindici d’agosto con una fetta d’anguria partigiana e un inno alla Repubblica fatto dai lavoratori che non lavorano più.
Qui c’è la Festa di S. Agata che è molto sentita e diffusa anche all’estero ma, forse, per il bene del PIL potremmo pure accorparla alla Befana e mettere dentro la calza non le caramelle ma le olivette di S.Agata e magari qualche nocciolina zuccherata. O i cannoli!
Questo potrebbe essere d’aiuto al mio Paese così come il mio Paese aiuta me, si prende cura di me e intanto la Minetti http://tg24.sky.it/tg24/politica/photogallery/2012/07/17/nicole_minetti_richiesta_dimissioni_regione_lombardia.html non se ne va dal Pirellone; le tocca la pensione per i suoi alti servigi e intanto sino ad Ottobre - forse -  lei non parlerà che è meglio per tutti Noi. Chissà se facciamo i buoni possiamo ricevere una parte della sua pensione - non guadagnata? -  fra le nostre feste accorpate?
Qui è tutto da Arkham Asylum  http://it.wikipedia.org/wiki/Arkham_Asylum


lunedì 16 luglio 2012

Neo - Yttologie 118




Plesso;
Complesso;
Fiato;
Chiamare;

Un giro di giallo
un tubo dentro la paura
occhi sbarrati
tanti sguardi regalati
quello di terrore ancora mi accompagna.
Quando sento spegnere il mio fiato
C’è il vento che soffia
Appesa, una donna,  appesa
fra poche linee e qualche punto
Un linguista giudica
povera l’arte del mentirsi
I suoni intingono d’una opinione
 una certezza
Per i foni ci vuole fiato
Respiro,
 girandomi attorno,
del linguaggio ne faccio veste corta;
La indosserò in inverno
Senza rime ne metrica
Adesso gira il tuo cappello,
compi un altro misfatto
vado da sola dove non c’è traccia della solitudine.