giovedì 15 dicembre 2011

FRUTTA 83 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!

La favola del diverso parla di diversità ma con un fatto in mezzo … non è stata ancora scritta!

Molte  favole sono state narrate, inventate, raccontate … quella della diversità è stata  ripartita, giudicata, insultata ma mai, dico mai, definita … cos’è il diverso?

Una volta dicevo che “… il diverso è una ricchezza in scala diversa ma oggi questa definizione non è più accettabile e non sdoganabile nel senso comune … Io sono diversa e la mia diversità non è una opportunità, spesso un ostacolo ma mai una rinascita … lavoro con la diversità ma, la loro integrazione,  è possibile nella fascia scolare e perde il tutto in quella pre-adolescenziale (filmati e violenze ai diversamente-abili)  … la diversità è nel colore e Firenze ha da raccontare la follia della destrutturazione del colore … Quale colore è quello giusto, Signori del Nord?? … quale accento?? … quale Regione? … quale quartiere?? … arriverete a quale parente è diverso??? … c’è poi la diversità d’etnia e Torino dice la sua … quale etnia è per definizione stupratrice?? … i rom per la ragazzina e anche i rom per Erika e Omar … quanto costa la perdita della verginità? … quale comunicazione avveniva in quella famiglia? … quale rapporto comunicativo? … se la ragazzina per difendersi ha dovuto inventare una balla simile il problema stava dentro la famiglia non fuori … una diversità comunicativa anche quella …. Diversità nei rapporti … amicizia confusa per altro e incomprensioni anche in questo versante … quali rapporti si possono sviluppare fra le persone? … quale prospettive mi restano nella strutturazione d’una prossima amicizia? … in tutte queste diversità -  dolore di fondo – c’è uno scontro fra priorità … chi ha più valore dell’altro … ma quanto vale l’uomo? … quanto vale un amico? … quanto vale un bianco, un nero, uno rom o un siciliano?

… La diversità la soppressione dei treni del sud verso il nord … la diversità è anche un mondo che vuole solo essere diverso … e la mia italianità esiste solo nel mio pagare le tasse …

Fra tutte queste domande irrisolte nasce l’esigenza di risposte che non sono mai definitive … sono in divenire e mai accettate del tutto … troppe variabili, troppe chiusure, troppe poche scelte … la favola del diverso non può essere scritta … oltre l’inizio classico narrativo c’è un punto interrogativo che muore sulle nostre necessità, sulle nostre posizione … sul gruppo che rappresentiamo, sulla cerchia a cui apparteniamo … troppo guardare il proprio naso e non la linea del naso altrui.

Lavorando con bambini ciechi mi sono accorta che la vista migliore si trova nelle mani, negli odori, nelle vibrazioni che gli altri producono … la migliore vista non è nella nazionalità ne nello stile del vivere … la migliore diversità si trova nel lasciar passare il valore proprio senza banconote locali … dire e non tenere … liberarsi dei dubbi che ci affliggono … donare il cervello su di un palmo di mano e aspettarsi che l’altro sia pronto a prenderlo così com’è … cavolo o no …


L’anno sta per chiudersi e non so cosa porterò con me nel nuovo anno … cerco ciò che è valido, vero, diverso … cerco una accettazione della diversità in toto … e una favola possibile e scritta a più mani … cerco l’utopia ma, si sa, io sono un fenomeno utopico.


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