sabato 30 aprile 2011

Neo - yttologia 57

Vedevo bene che era soddisfatto, anche se nella luce abbacinante del superattico sentivo che tutti i miei “preparativi” si stavano disintegrando. Preparativi? Bè, il titolo famoso del libro di Stanislavsky è L’attore si prepara. Ognuno si prepara, e attribuisce agli altri il potere di giudicare, accorda loro il possesso di criteri che possono essere invece inesistenti.”

Tratto da Una domanda di matrimonio di Saul Bellow

FRUTTA 37 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

BambinArte 2011con il Vostro permesso ridivento bambina!!

… non serve indossare il giubbotto buono e nemmeno tener cura dei jeans d’occasione … gente, siamo a BambinArte ed è lecito infilarsi dentro il labirinto di corde tese ma con un’unica accortezza … non fate suonare le lattine-antifurto o vi beccano: condannati all’eterno gioco e magari a bere qualche goccio di succo di puffo e di pipì di gallina.

Se poi volete accertare le vostre nobili origini, niente struttura araldica e ricerca fra avi e parenti correlati … basta fare il gioco del Re Sole e se t’incastra di colpire il bersaglio ecco che diventi una discendente e blasonata … già a me avevano detto che Federico II s’era appartato con qualche mio vago consanguineo per via dei capelli rossi … certo che appartenere al Re Sole è tutta un’altra camminata!!

Mario Giuffrida aspetta all’interno della sua città poliedrica, eccentrica, colorata, privata … ponteggiata, settorializzata, pianificata, cartonata, incollata e aeromicromegatarata … si torna bambini e non si riescono a riprendere poi le forme del gioco quotidiano.

Sulla soglia: ravvio i capelli, inforco gli occhiali da sole, richiudo il giubbino nero, raccolgo l’aria distratta e provo a non far accorgere i passanti del mio stato alterato … della fanciullezza appiccicata al mio corpo, dei sorrisi repressi, dei sogni nei complessi multi residenziali … dell'accarezzate case con il lavandino di gommapiuma.

Nascondo tutto perché li c’è anche il vicolo delle pettegole e se sanno di me e del succo di puffo la mia integrità potrebbe esserne compromessa.

Non andateci o giocherete da matti e rischierete di ridere con lo schiocco … orribile!!



giovedì 28 aprile 2011

Neo - yttologia 56

“Il ritorno di un uomo a se stesso è un ritorno dal suo esilio spirituale, poiché il significato di una storia privata è tutto qui: un esilio. (…) avevo deciso, pare, che occuparsi dell’immagine che uno ha di se stesso, aggiustarla, rivederla, adulterarla, era una perdita di tempo.”

Tratto da Una domanda di matrimonio di Saul Bellow


lunedì 25 aprile 2011

FRUTTA 36 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!

Rilettura di Bella Ciao in un venticinque Aprile che sembra aver dimenticato …

Stamattina mi sono alzato

O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao

Stamattina mi sono alzato

E ho trovato l'invasor

Se per frantumare il cuore bastano pochi silenzi, per perdere la patria bastano poche esitazioni … noi abbiamo esitato, lasciato il bagaglio alla stazione … ci hanno illuso che vivere senza peso fosse la giusta dimensione … senza memoria, senza conoscenza, senza parole, fra poco senza voto.

Le pulsioni del vivere istintuale ci hanno reso animali e fatto dimenticare l’intelletto che distingue una forma dall’altra … la differenza che segna la civiltà … il mio pensiero che si oppone al tuo, la mia aspirazione a essere migliore … la volontà di far pagare gli errori come la volontà di non commetterli … ti hanno spogliato caro cittadino … ti hanno offerto un ciao alla tua cittadinanza ottenuta con il sangue d’altri … ti hanno investita d’un peso di giudizio ma solo pilotato, raggirato, indiscreto, barato … ti hanno convinto che spiare dal buco della serratura sia lecito, sia normale … ma non per tutti … per te cittadino normale, solo per te.

Ti hanno detto che essere cittadino è scomodo, ti hanno chiesto di defilarti perché c’era un padre che pensava a tutto … con il suo metro e il suo giudizio.

Ti hanno detto non studiare se non hai soldi … non realizzare sogni perché se tuo padre non è uno di loro tu sarai sempre massa … ti hanno detto che sei donna un futuro l’hai: prostituisciti da minorenne e i tuoi sogni si realizzeranno.

Abbiamo trovato l’invasor ma non ci siamo ancora svegliati.

O partigiano portami via

O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao

O partigiano portami via

Che mi sento di morir


Quale partigiano … chi parteggia si schiera … oggi in pochi si schierano … chi si schiera è pericoloso, portatore di pensiero libero … va epurato.

La società degli ignavi impera, dei volta bandiera, della braghe facili dei signorsì senza divisa … il padre ci pensa … talvolta quello celeste e quello patriottico coincidono … il balsamo del popolo serve alla due correnti.

Chi parteggia dev’essere allontanato … quando mi sentirò morire … mi guarderanno e scavalcheranno il mio corpo … magari ho infastidito il passo d’un sereno passante … quando morirò non mi porteranno via … perché i miei connazionali già sono via nei loro pensieri, nella loro ideologia, nella veste consegnata al padre che ci pensa … che ci pensa … che ci pensa … per sé.


(…)

E questo e' il fiore del partigiano

O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao

E questo e' il fiore del partigiano

Morto per la liberta'

E questo e' il fiore del partigiano

Morto per la liberta'



… il fiore di nessuno non mette radici … chi non sceglie non ha radici … chi sceglie è libero … chi delega è schiavo … chi è morto per la nostra libertà mi ha resa libera … chi nega questo giorno lo può fare grazie a chi gli ha regalato la libertà di farlo … scegliere anche male è figlio del venticinque aprile … chi nega è ignorante … il fascismo era nutrito dall’ignoranza, il nazional-socialismo era nutrito dall’ignoranza … il nostro Stato investe sull’ignoranza tagliando sempre sull’istruzione … la nostra libertà è morta … il venticinque aprile versa in gravi condizioni.

Reagite!
















domenica 24 aprile 2011

Contorno 4

Giorno di festa!

… passaggi veloci … sorrisi, la crescita che alberga nei visi, nei sorrisi … tutto suona come un vecchio blues di BB King … c’è chi sa di te ma solo una parte, magari quella che predilige, non dice e non si rivela … chi ti prende per un braccio e ti fa le proprie confidenze … non sa mai se vorrai ascoltarle perché non vuole sapere se sei attenta ma vuole solo liberarsi … si chiamano feste e grossomodo indicano il tuo rapporto con l’esternazione del tuo ceppo sociale d’appartenenza.


Come per gli acari e i batteri che combattiamo … si confonde il tutto nel cibo e nell’alcool … si mangia per non mediare … con il tuo corpo farai il conto più tardi … non ti ritrovi per pochi istanti per scoprire che sei sempre stata li anche se di fatto non vi hai mai appartenuto.

Si assiste al lentissimo declino del giorno di festa fra pillole … rimedi … paure … tradimenti … aborti …

Guardo in modo instabile il mondo delle attitudini familiari … li guardo senza rimedio, come loro guardano me … vicini dei bambini giocano e il suono strano delle parole dei consanguinei suonano estranee … in quale mondo sono adesso … quale Alice sono? … una che non trova spazio … mi stringe il polso la cugina, reclama attenzione ma sono stanca … la mia mente cara è andata … non ti seguo più … sono diventata come la pillola della zia, digerita e triturata … avrò rimedio per qualche male?

… mi faccio triturare dalla cellulite della parente e dai rimedi della nonna … lo vuoi un po’ di dolce? … come dire di no … affogo la mia lingua nella morbida tentazione … così non parlo … muta per impedimento.

E poi “Dimmi” … un termine inflazionato, mortalmente sconfitto … una contromisura alla decenza … il mio pudore strappato, le mie paure gelate … siamo famiglia … “dimmi” … siamo famiglia e il tuo utero è di dominio pubblico … come l’hanno fatto … quando l’hanno fatto … tutto è consentito: vuoi frugarmi dentro?

… la seconda fetta di dolce … annego nella mortificazione … abbasso gli occhi e non basta per avere un po’ di pudore … sento il dolce che si fonde all’amaro … sento che soffoco … voglio andare fra le nuvole, tornare alle mia fantasie, liberarmi dei miei limiti.

… mi toccano, adesso mi toccano … voglio urlare di sommesso rancore … sorrido a stento … tiro il mio viso come un plastico di poche lire … sua madre mi tocca … io non sono roba sua … non appartengo al suo mondo … aria … aria … non respiro!

La sua cugina del mare mi parla di contraccettivi … la zia degli ormoni per la menopausa … la cugina è incinta ma non lo vuole … guardo fuori e urlo al mare, in modo silenzioso … la trifasica va bene? … non lo so, non voglio saperlo … vorrei ancora del dolce … mi uccido lentamente nel fluido zuccheroso … il mio stomaco non regge ancora … eccola mi tocca ancora e sorrido bonaria e paziente … non sopporto il contatto, comincio a sudare, piango dentro … fuori un sorriso gelido.

Il conato conclude il tutto … sono adesso al sicuro.

lunedì 18 aprile 2011

Neo - yttologia 54

“ Il fatto di poter andare tanto a Parigi come a Pechino, dice Ostrica, e di trovarci sempre un McDonald’s, ecologicamente parlando equivale a diffondere forme di vita in franchising. I posti diventano tutti uguali. Il kudzu, le cozze zebra. Il giacinto d’acqua. Gli storni. I burger King. Gli indigeni, tutto ciò che di unico esiste. Scacciato via. “alla fine l’unica biodiversità che ci rimarrà” dice, "sarà quella tra la Coca e la Pepsi.”

Tratto da Ninna Nanna di Chuck Palahniuk