mercoledì 7 agosto 2013

Contorno 173


Sfrigolio addizionato ad un passo dopo l’altro attraverso tacchi, vertiginose zeppe, runner tecniche di primo impatto, sempre e comunque No More Blues.

Sfilare incompleto di avvolgenti contenitori in nailon, lycra, filo di scozia con pizzo autoreggente o innocente basso cotone sulla caviglia,  sempre e comunque No More Blues.

Rigonfiamenti verdi o blu e pulsare sotto pelle di venosa vita in vene distorte da una life a “passeggio”  su equilibri ormonali dispotici, sempre e comunque No More Blues.

Arrossato e scomposto l’appoggio, le dita, le unghie distorte dalla fatica, ridotta la pianta che si piega in scarpe difformi ma l’arco è devoto, riflesso e incurvato, sempre e comunque No More Blues.

Falcate diverse per alterni bisogni  verso qualcosa che tarda  a venire o è presto ad arrivare, slancia svelta, salta, sgambetta allarga il passo se vai di fretta, sempre e comunque No More Blues.

Strappa, hai capito strappa! O graffia di lametta che possa la gamba essere perfetta; lisciale, uomo, con passione ma non troverai imperfezione, sempre e comunque No More Blues.

Percorrile tutte sfiorando e morendo, conoscono la strada del tuo tormento, si trova in cima e non poco lontano fra poco allontanerò la tua mano, sempre e comunque No More Blues.

Incrocia e distendi, solleva e ripiega, non darmi ordini o incrocio l’attesa, vivo i miei attimi a ritmo sicuro aspettami, se puoi, all’oscuro, sempre e comunque No more Blues.


No more Blues dentro una donna che vive e s’appoggia su fragili arti: “Che gambe!” tu dici ma non darmi più il tuo Blues.

domenica 4 agosto 2013

Neo - Yttologie 157

“In quel momento perdonai tutti i miei amici e i miei parenti, nonostante la loro malvagità e la loro testardaggine, e li benedissi. Loro non sapevano che li stavo benedicendo. Insistevano nella dissolutezza, completamente ignari di quello che io, lontano, in un cosi pacifico villaggio, stavo facendo per tutti; ma intanto lo facevo e desideravo che potessero saperlo, perche volevo renderli felici.”

Tratto da “Tre uomini in barca” di J. K. Jerome

sabato 3 agosto 2013

Eight Ladette ;)

In my flat not working nothing! The air-conditioner has dripping, the walls haven't colors, and other things do not work but I have a possibility of going in a journey: What do I doing? What do I choice? I’ll go in journey. Bye Bye!

giovedì 1 agosto 2013

Contorno 172

I’d want going to see a concert of Jane Monheit in my city and I’d sing as she for that only night.
Then we’d going to go in square Bellini and we’d sing for only people and looking for their cheers.
I’m dreaming  too.


Mi rivesto d'una classe infinita, un abito brillante che muta il mio aspetto e le mie iniziative e il tutto avviene perché ascolto Jane Monheit ... dio che classe e una voce che ti fa diventare burro e ritrovo il mio angolo jazz abbandonato per troppo tempo, in verità ho abbandonato me per troppo tempo.
Nessuna cura particolare e abbigliamento ginnico è divenuto il mio sempre, non sembro nemmeno più una donna e ... mi viene da ridere perchè non accoppio più nulla, nemmeno il reggiseno con le mutandine.
Oddio che disastro che sono ma fra poco parto per una nuova avventura, così come sono partita adesso con questo brano: eccolo tutto per voi
"Cosi è la vita; non siamo altro che erba da falciare e da mettere nel forno ad asciugarsi." dice Jerome in Tre uomini in barca ma sarà mica vero poi? Mi chiedo cosa succede all'erba appena uscita dal forno ma, si sa, io voglio sapere sempre quello che succede dopo; è un mio limite che volete farci.
Un bel giorno con la Monheit da concludersi con il maestro italo-americano Pizzarelli John perchè di Pizzarelli musicisti c'è una intera famiglia ma a me interessa John ... buon ascolto 

venerdì 26 luglio 2013

Contorno 171

There was need of chill out.
I had  hear a sound of earth.
Today I’m knew about Nanga!
Now I'm writing a tale about he ...
Nanga è l'uomo che percorre a piedi l'Africa, si finanzia con collane di semi naturali e di foglie raccolte e vive, soprattutto, raccontando le sue storie: in casa, in villa, a scuola, dovunque lo vogliate invitare lui viene e racconta le sue storie.
E' un personaggio eccentrico, uscito da qualche libro d'avventura, grottesco a suo modo con una barba simil bianca che un giorno sarà stata o rossa o bianca e un codino disfatto dal colore identico della barba.
Ho acquistato una collana da quell'uomo e me ne ha date due allo stesso prezzo; credo che siano foglie trattate che presto fotograferò e le ho colte al volo durante la mia corsa al parco insieme a mio figlio.
Nanga m'ha detto che la terra mi ha chiamato e magari ha sentito i miei malumori ... dipingo la mia vita a piccoli tocchi che riempio con il calcestruzzo dell'improvvisazione e correre è un dono che ho paura di dichiarare perché tutte le volte che dico che qualcosa mi fa stare bene improvvisamente sparisce.
Nanga m'ha fatto stare bene: sparirà anche lui?
Delle sue mille collane e delle sue fantastiche storie vorrei cucirmi un abito di vita: avrò il tempo?
Nanga m'ha detto che la madre terra mi ha chiamato, almeno stasera ho scoperto d'averne una perché dell'altra non se ne hanno notizie. L'avrò smarrita al momento della nascita e m'avranno lasciato con la strega di Biancaneve che la mela me la offre a dadini da una vita, risultato lento ma sicuro.
Ma, sei sicuro Nanga che la madre terra chiamasse proprio me o qualche runner a me vicino?
Boo ... io la collana l'ho comprata e con il costo di una ne ho avute due; sarà che Nanga s'è sbagliato?
Profumo d'incenso ... mi sto santificando la sola!

venerdì 12 luglio 2013

Contorno 170

Oggi a lezione ero distratta: ultimo giorno del corso, caldo, pensieri alla linguistica e all'inglese che ancora non ho inquadrato. Ho cominciato a scarabocchiare su un fogliettino usato ed ho immaginato tanti cappelli, tutti diversi, tutti uguali: un cappello per tutti.
Che vorrà dire? a dire il vero non lo so ma ho continuato a scarabocchiare ancora fin quando sono stata scoperta ed ho poi ripreso.
Ecco al professore di stamattina, che è un medico, gli ho riservato il cappello con il piumaggio, quello svolazzante ed imperioso ... il mio è quello capovolto al centro del foglio - sempre egocentrica! - e poi molti altri e ad ognuno il suo.
Di che cappello siete?

giovedì 11 luglio 2013

Contorno 169

Aprire un circolo di lettura! Idea interessante ma non riesco a selezionare un autore condiviso e nemmeno tanti lettori, forse nessuno, poiché è più interessante leggere e internettare con il telefonino che riunirsi, confrontarsi, guardarsi negli occhi o magari contestare un personaggio, una trama, una impalpabile schiacciamento letterario in confronto a stupide battute, immagini passate, risate false in emoticon ... tutto per non scommettere la mente nel far altro che veleggiare fra il niente e il poco.
Magari l'esperienza arricchisce, l'esperienze anche le più difficili, aiutano a capire o magari a galleggiare sulla superficie dell'olio societario: meglio il vuoto, questa è già una scelta.
Il circolo di lettura prevede materiale umano, cose che giustappunto è ormai un articolo fuori commercio; un rituale scomparso e il parlarsi, disdetta contro natura ... a passo spedito e con i miei occhi da falco vedo il sussiego che procuro e continuo a leggere da sola, alone, e varco la mia soglia.