venerdì 2 novembre 2012

Neo - Yttologie 152

"Nella sua immobilità sembrava l'inventario di se stesso."

Tratto da "Il profumo" di Suskind

giovedì 1 novembre 2012

FRUTTA 122 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


Sul "Il profumo" di Süskind;


Le mirabelle contenevano le pause e gli odori della ragazza di Rue des Marais e Grenouille si accorgeva del tanfo del suo torsolo mentre la strangolava. Il filo del suo odore l’ha condotto a lei a miglia di distanza e lui è andato per coglierne il profumo unico e ideale che la bellezza di lei poteva donargli. La bellezza d’una quattordicenne dai capelli rossi la cui unica colpa era possedere l’unicoo profumo che un uomo non ha mai inspirato, nemmeno se si chiama Grenouille ed è un reietto che carpisce il segreto del mondo dal suo profumo.
Conoscere e discriminare il mondo è una credenziale soggettiva che può diventare indice di verità per ogni singolo uomo, ogni singola mente, ogni singolo credo: le candele della messa alla domenica, il profumo quotidiano per il lavoro, gli odori del corpo prima e dopo la doccia e gli odori di chi ti sta accanto: aspri e dolci o talvolta cinici e malevoli come tutto il resto che li accompagna.
Leggendo Süskind ho imparato il mondo discreto degli odori, certamente riservato e affievolito rispetto l’anno millesettecento, ma pur sempre portatore d’una cultura prioritaria alla discriminazione dei sensi. Si conosce con il naso e, senza saperlo, è con questo senso che apriamo agli altri sensi … ti guardo e percepisco un odore buono o sgradevole, ti pongo attenzione e decido di studiarti se il tuo odore mi comunica qualcosa. Non è la visione dello psicopatico con il delirio della genialità che privilegio ma solo la strada sensoriale che si è persa nel privilegiare la vista,  l’immagine ad ampio spettro, come fosse sufficiente giudicare e conoscere solo vedendo.
Nel mio lavoro quotidiano mi accorgo che il senso è strada, specie quello olfattivo, è determinante; sentire la rabbia e il dolore è anche questione di naso ed è un dato che può metterci in allarme come un brivido improvviso. Una coperta mancata, l’odore della festa che sento da stamattina. Aroma forte e amara di cioccolato e mandorle, zucchero bruciacchiato, bianco rappreso su pasta mielata, odore d’un bambino che cresce, folla e fumi di cenere e castagne, limoni aspri e misti a melograni e spinaci stracotti dimenticati sul fuoco. Essenza della domenica, vestiti poco usati, odore di sudore nascosto dalla cipria, agro-dolce d’una anzianità conclamata, le pieghe delle rughe delle vecchiette pulite e l’artistico variare dell’alito della gente che parla del cibo che vi ha dimorato e delle derive dello stomaco offeso dal troppo o poco cibo.
Si offende lo sguardo nascondendo la verità in abiti risplendenti di lucida dimenticanza in armadio, anche per decenni,  e si comprime il tutto in profumi che non parlano di noi. Solo che la pelle e  l’essenza dell’uomo emerge con tutto il contenuto di putrefazione sociale e di benessere immateriale: odore di caffè di stomaco rivoltato dalla deriva della caffeina, unto di capelli lucidati a forza dal sebo in eccesso, commistione di grassi consumati misti agli odori agri di sigaretta accesa … la gente che s’incontra è spesso così e ad essere Grenouille si fa prima che scandire l’ultima freccia per l’ultimo arco umano. Infilzarli tutti per purificarne la forma … la mia primordiale forma è già in decadimento, aspetta la rimonta del successivo odore.


sabato 27 ottobre 2012

Riflettere PL!ease! 26

La domenica del villaggio globale è ormai, per me, un appuntamento; un dolce augurio di ... non so cosa augurare!! Ecco: è questo il dilemma!
Che ti auguro Caro lettore/elettore che non ci sei? 
Ok, partiamo da ciò che auguro a me stessa: di poter apporre la giusta croce sulla giusta scheda e, che questa croce non diventi il prossimo peso che dovrò portare da siciliana, in un governo che è una reggia nei fatti e nella desolazione più assoluta.
Nessuna speranza, capite? ... 
Oggi, mio figlio, mi chiedeva della Freccia d'argento che conduce da Roma a Padova a Venezia in meno di due ore e, con l'innocenza d'un mezzo- infante, mi chiede d'andarci in un fine settimana ... Tanto - lui dice  -  in meno di due ore arriviamo.
Che cucciolo! ... ho dovuto spiegargli che, per qualche ragione non meglio nota, Noi, per arrivare a Roma impieghiamo dodici ore all'incirca d'un treno sporco e sgangherato e che le due ore erano solo addizionali alla nostra distanza; in sostanza un fine settimana a Noi non basta ... noi siamo ai confini del mondo, nel regno dei Non C'E' ... ed è difficile spiegare che il prossimo che salirà all'Ars sarà quasi certamente un'altro fascista ... lasciatemi la licenza che nella nostra situazione ci vuole tutta!
Buon Voto a me e il dolce lo mangerò per condonare la mia deviazione democratica solo per equilibrare questa sballata regione. Perché Io sono comunista ... giusto per dirlo. Buona Domenica!!


domenica 21 ottobre 2012

Riflettere PL!ease! 25

Dolci invernali in clima tropicale ... i tempi li aggiusto con le abitudini e il caldo va da sé. Buona Domenica!
Clima elettorale e caldo di luglio; talvolta l'eseguire un rituale ti aiuta a credere di trovarti in determinato periodo anche quando tutt'attorno ti dice che non è così. Siamo in autunno inoltrato e di media ci sono i venticinque gradi: al solito angolo c'è il solito uomo delle caldarroste e gli odori di vino, mosto, cotognata, ti ricorda la tradizionale festa dei morti che si festeggia il 2 Novembre. Il resto è tutto estivo: abiti, abitudini, percezioni, così si prova con il cibo a prepararsi all'autunno che non c'è e aspetteremo un inverno immaginario ... solo oggi pensavo che manca solo un mese e mezzo a Natale ma, non sembra davvero.
Tutto alterato, tutto fuori natura ... e così mi sono messa a cuocere i biscotti del periodo: le ramette.
Fatte in casa e sempre strabuone ... ipercalorici perchè dovrebbero fornire calorie per scaldarci ma qui si fa una sudata a mangiarli ... esorcizzo il tempo e mi metto in testa l'autunno così forse arriverà sul serio.
Ecco la fase biscotto:


Bruttina la forma ma non ho nessun strumento per modellarli ... poi la seconda fase, eccola: 


Cioccolata: calda e buona!
Poi la granella per finire ... il resto lo può testimoniare solo il gusto e il profumo.
Buona Domenica!

sabato 20 ottobre 2012

Contorno 152


Ma guarda un po' che ho trovato? Ma la depressione, legata o no alla faccenda,  e le crisi di panico
quando entrano nel contesto? 


Thursday, 21 July 2011 @ 15:15
 Leggi il profilo di: udrol
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Racconti

Sta bene … accusato un po’ il colpo ma digerito come non pochi.
Mi ha chiuso in un cassetto alle ore 13.00 e, per essere chiusa in un cassetto e in attesa d’una fermata a chiave, devo dire che sto in piedi e mi difendo come sempre.
Il sempre è percepito come sentimento continuativo sebbene il mio sempre è di solito un mai, spesso un talvolta … alla fine solo un lavoro mentale.
Una elaborazione, così si chiama.
Facciamo così: facciamo che vi racconto con il mio metro e, a metà del racconto, mi fermo.
Potete aggiungere a metà i vostri particolari, le vostre accezioni, i mille accorgimenti ma non saprete mai la fine. Non la conosco nemmeno io … nessuno sa la propria fine sino al momento in cui essa arriva e mette l’etichetta “fine”.
Se ancora non vi siete stancati aggiungo un particolare … vi racconto questa porzione di storia nel mio falso completo tigrato di pessimo cotone thailandese … un costo irrisorio per giovane precaria ma la figura la fa quasi simile a quello autentico … al Dolce che ho visto!
E adesso riemergo per pochi istanti dal cassetto dove sono stata sepolta.
Parliamo in chat … parliamo di tutto … parliamo poi di me … qualcosa di lui … per mesi vanghiamo contro vento per scoprirci e scoprirsi.
Vi dico subito che non ci siamo riusciti … nessuno dei due conosce le generalità dell’altro solo due nick Pinco e Pallina … semplici, genuini, infantili se vogliamo.
Io ho aperto il torace, lui la camicia … abbiamo mescolato i sentimenti con le pulsioni musicali e vibrato a ritmi diversi e con gruppi diversi. Alice Cooper ci dettava alla grande il tempo e ne eravamo consapevoli.
Tutto qui? Potreste chiedervi …
E’ tanto, non troppo, il necessario … volete di più, è così?
Non c’è sesso! Non rimanete in tensione ma non andatevene per questo … c’è
La storia d’un mancato perdono!
Dico, vi sembra poco? … perdere gli amici per non essere capaci di perdonare è di più di smanettare con il cosino o con la cosina a distanza … ancor di più d’una stanza anonima d’una città di mezzo alle due di Pinco e Pallina e un anonimo letto, un anonimo sesso, un anonimo baciarsi e volersi sino allo sfinimento, sino al riprendere un mezzo simile che si biforca su opposte direzioni verso una vita solita e abitudinaria su porzioni territoriali diverse.
C‘è di più!
C’è il credere d’aver capito e la conferma di non aver capito nulla; c’è l’amica che dice a lei che lui ci prova … c’è l’amico che dice a lui di provarci; ci sono due famiglie che guardano incastrate in una società a rate: c’è l’amore nel ventunesimo secolo fatto di parole, come quello di Jane Eire e di input a pulsioni variabili.
Non manca nulla davvero … le rose inviate in immagini e i pranzi e le cene a debita distanza con sentimenti che passano in punta di tasto.
C’è l’amore che cambia nome ma che trova una nuova fonte per imporsi.
C’è questo male del secolo … da debellare con vaccinazione preventiva alla nascita … c’è una poesia da disinnescare, una prosa da devalvolare e un senso d’appartenenza da far brillare. Chiamate gli artificieri!!
Perché è esattamente l’appartenenza che frega qualsiasi rapporto, in presenza o a distanza, tu non mi pensi? Non sei per me? … via la lite … proprio così ed è una piaga.
Io finirei qui la metà del discorso … la fine come sapete non la so ancora: ricordate? sono chiusa in un cassetto e aspetto la doppia mandata!!
Potreste dirmi: Tutto qui? … dove sta il racconto?
Ma.cari amici lo stiamo cucendo su un perdono mancato: chi sbaglia: chi estende il possesso o chi lo subisce?
Nuovi elementi: … chi s’innamora non lo dice all’altro.
Proprio così: come i segreti dei bambini che tutti sanno e nessuno dice apertamente … “lui mi ha detto che l’altro m’ha detto che tizio ha pensato!” proprio così ... sappiamo e non diciamo.
Pinco sa di Pallina … Pallina non può e allontana il pensiero …. Pinco prova a forzare la mano ma con delicatezza o lei scappa … Pallina è attratta maledettamente e, guardandosi attorno pensa se deve veramente fedeltà a quell’uomo che guardandola alza appena il sopraciglio.
Strutture primordiali e sociali non si fondono con la società telematica e la società che non è ancora pronta agli amori su autostrade informatiche … qui stiamo ancora al per sempre con tanto di prete, un quintale di carta bollata e un carretto di norme e vincoli.
Struttura atavica con bolla e scomunica.
Così Pinco pensa che Pallina o si da o si dedica ad altro e Pallina discute con se stessa pensando che, se la fortuna l’assiste, smetterà con l’amore in carta bollata giusto in tempo per vedere andare bello e filato Pinco.
Un amore fast non andrebbe meglio?
Nessuna appartenenza … nessun legame … nessuna fisicità: pochi figli, giusti quelli che servono e poi tutti i preti, prelati e le carte bollate che farebbero? … dovrebbero trovar nuovo sbocco … no, non siamo ancora pronti.
Così Pallina si fa due conti e dice … taglia … lo fa con dispiacere – è proprio bello sentirsi corteggiate!! Se poi pensi che chi hai accanto è romantico come un paio di calzini usati!! – e aspetta l’occasione … aspetta che Pinco la trascuri, scatta il sentimento di possesso … urlo interiore, abbrutimento gestuale, cerchio rosso orbicolare, stacca il contatto … lui chiede, lei non perdona … lei non può farlo perché ha deciso … lui si rassegna alla svelta e ripone Pallina in un cassetto.
Non siamo ancora alla doppia mandata … arriverà a breve … intanto Pinco affina le armi con la prossima avatarina di passaggio.
Ecco, come vi dicevo la mia storia è a metà … le accezioni le mettete voi … le conclusioni: non ancora tratte.
Aspetto nel cassetto … non farà male la doppia mandata o forse si ma, siamo i piloti dell’amore sul web … che cosa rimane da fare?
Aspettare la prossima carezza virtuale, spolverare il compagno vintage con un piumino d’epoca e correre prima che il tempo ti condanni solo al piumino.
Sono al mio secondo cassetto … e voi?

venerdì 19 ottobre 2012

Contorno 151


Mi ostino a mostrare i colori dell’anima quando è quelli dell’aspetto che mostro: il mio è un viaggio come quello della Sposa del film con Rubino e la Mezzogiorno.
Un viaggio inquieto e incerto dove il momento successivo può essere tutto oppure niente; un viaggio alchemico con elementi naturali che camminano con me e che senza loro ho scoperto di non avere spessore.
L’esterno appare rilucente e in forma e si muovono invidie e complimenti dalle macchine in corsa … la mia magrezza attira appetiti e i complimenti non li colgo nemmeno perché mi ostino a mostrare a tutti l’anima.
E’ così strano quando mi avvicinano per farmi un complimento ed io subito esordisco con “ … si, ma io sono stata male …” e tutti si ritraggono, si scusano quasi per aver toccato il contesto di una qualche malattia che mi ha fatto dimagrire: peso di meno perché ho perduto molto materiale d’anima.
Un peso piuma dell’anima … qualcosa che ricerco e vedo nel bello che può essere visto ma la mia chiave è solo di paura, di questo viaggio incerto e che non so dove mi porterà.
La solitudine prima un peso adesso un mezzo: domani sarà necessità? Qui la mia condizione viene capita parzialmente e di  strada da fare ne ho ancora tanta … mi sembra sempre che si cerca di capire come sto ma l’invito immediato ad una mia reazione viene desiderata in fretta … tutto di fretta come quando mi sono alzata dal parto; una scheggia nel riconquistare l’anima perduta.
Sono inquieta e provo a mettere alcune tessere accanto al puzzles che sono diventata … con la linearità non riguadagno me stessa: perché illudermi?
E’ nata una nuova me che non conosco e muoio di paura … Chi sono adesso?
In un viaggio persa con i predoni e molta brutta gente … in viaggio da quando sono sposa.

giovedì 18 ottobre 2012

Neo - Yttologie 151


“Il matto vede col naso” più che con gli occhi, e probabilmente la luce della ragione concessa da Dio ha dovuto brillare per altri mille anni prima che gli ultimi residui della fede primitiva fossero dissipati.
Tratto da Il profumo di Patrick Suskind