“Sposati, fa dei figli e
piantala!” risuonante nelle orecchie e l’ombra dell’ufficiale che le sfiorava
la punta dei piedi nudi. Quell’invito non era forse da accettare? Di cos’era
fatta l’improvvisa stanchezza che le piombava dentro, lo sgomento da sonnambula
che si sveglia all’orlo di un cornicione? L’ufficiale era più scuro della sua
ombra, ma sul viso accaldato aveva un rossore gaio di contadino. Era l’amore
mediocre e sano che veniva a salvarla in tempo, non senza un lontano suono di
manette! A parte che la divisa nera sembrava ritagliata dalla tunica di un
prete. Meglio arrendersi. E difatti si arrese.”
Tratto da “Paolo il caldo”
di Vitaliano Brancati
giovedì 19 luglio 2012
FRUTTA 118 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!
Il mare è la destinazione frequente per gli abitanti di un’isola. Fra le poche certezze, e le poche conquiste, c’è un
refrigerante tuffo e i lanci di ghiaietta in acqua … inevitabile l’insalata umida di mare e le poche “schifezze” che si mangiano in spiaggia:
gelati d’ogni tipo, cocco, l'alga mauro ( Chondracanthus teedei) e un quintale di limoni con sale e con bicarbonato.
In estate è regolare: mare, costumi – e alimentazione – "discinti" oltre gli
inevitabili zoccoli pseudo ortopedici … qualche libro per le secchione, e io lo
ero.
I ragazzi delle amiche erano con il parchimetro: a tempo. Il mio una certezza stabile da sempre e fra liti,
corse e irrinunciabili gelati della pace, si passava l’estate in attesa del
Settembre di rinnovamento. Settembre era l’inizio, il nuovo, la meta;
giungere a Settembre significava costruire, qualsiasi cosa ma costruire.
Falcone era morto a maggio e, quella Sicilia di allora poteva essere il nemico
più infimo d’ogni uomo come la Spectre per James Bond. Noi ragazzi eravamo
pronti e responsabilizzati, lo sapevamo bene dov’era il giusto solo che non lo
trovavamo. Il giusto proprio non si trovava! Ma era rimasto Borsellino a
lottare e parte del pool che voleva una terra diversa: Noi credevamo in loro perché chi non ha speranze può solo affidarsi agli esempi e Falcone e Borsellino ne
offrivano di parecchi e qualitativamente alti. Siamo cresciuti da idealisti e, vent’anni dopo non sappiamo più cosa farcene di tanto idealismo.
L’inghippo c’era dall’alto e, nella nostra purezza, l’avevamo capito e, pur senza prove, al primo funerale
della svolta abbiamo provato a dirlo, ad urlarlo … nel secondo eravamo sigillati dal
terrore.
Oggi sono tutti li quelli che
sapevano e del loro silenzio, pagato nel sangue, non sappiamo che farcene davvero
… quando, quel pomeriggio, siamo tornati a casa del mio ragazzo e abbiamo acceso
la tele, il terrore s’è impadronito di noi e oltre le lacrime c’era un’unica
parola: “Ora che facciamo?”.
Infantile come domanda ma è
evidente il disorientamento totale, la confusione, la perdita dell’unico punto
di riferimento … come bambini perduti o adulti che non trovano la strada del
crescere.
“Ora che facciamo?” lo ricordavo
stamattina e le immagini, le scene, la distruzione, la paura ci ha accompagnato
per questi vent’anni e sapere che adesso non si trova più il modo di
ri-pronunciarla quella frase, di tornare a credere, mi regala lo sgomento degli anni passati e
la certezza della bestialità dell’immobilismo. La sorella di Borsellino, oltre
che il fratello, ha lottato per anni – tutti questi anni – nel sensibilizzare
la gente, i bambini nelle scuole, scendere in politica e offrire una immagine
vera d’un paese che voleva cambiare. Non è mai riuscita a diventare governatore
in Sicilia … vedi chi c’è adesso e come stiamo messi.
“Ora che facciamo?” me lo chiedo
ancora ma, lo sgomento, non è ancora passato.
mercoledì 18 luglio 2012
FRUTTA 117 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!
Ci sono giorni in cui credi che
tutto quello in cui puoi "credere" sia un buco capovolto, esattamente uguale a
quello di un lavandino che ha perso il sifone.
In questi giorni non sai mai
quanto è stato giusto dare e, di quel che hai dato, quanto sia stato utile;
dibattersi non porta sempre a divenire Mandela ma, il più delle volte e nel
mio caso specifico, conduce alla vittoria di Pirro, nei fatti ma non nella sostanza.
Anni di lotte in difesa di una
regione, di una nazione, di una identità specifica che si è scelta d’avere:
anni come un buco, niente da salvare, nulla da capire.
E così già anni fa dicevamo che
qui, nella mia regione, qualcosa non andava - ma non da quel momento - in realtà la situazione non è mai andata e l'essere ignorati per poi ritrovarsi nel “caso di
cronaca” mi fa capire che la mia cittadinanza, strapagata, è simile a quella negata agli extracomunitari che, pur nascendo
nella mia terra rimangono estranei.
E’ duro da capire, è duro da digerire ma entrambe le azioni ci
vengono dogliate a forza in uno scenario di taglio del magro – il popolo – e di
grasso sul grasso – parlamentari, politici, istituzioni – e, definire ciò che si
sente, è come trovare un linguaggio visivo per chi non vede.
Le relazioni fra il potere e la
mafia, fra le istituzioni e la distruzione della risoluzione italiana, sono
come il sole ma, gli occhiali da sole, li dobbiamo indossare noi tutti e evitare di
farci abbagliare perché le cose potrebbero vacillare.
Non è il falso invalido che mi
disgusta, né i posti - pubblicamente meritati - soffiati da questi tizi che mi disturba, mi
sconvolge vedere quanto tutto sia davvero irrisorio per coloro che governano e che nessuno scandalo, accertamento, menzione, possa smuovere un
pelo dalla poltrona di chi li occupa farcendosi di perversità.
Credo che non cambierà mai nulla
e i sentimenti di politica, amore politico, azione politica, lasciano il passo
al disgusto, alla apoliticità, all’abbandono del campo.
Mandela e la “Grande Anima” non
si sono mai arresi … in questa situazione che farebbero? Mi chiedo quale valore
una persona possa avere per sentirsi degna del ruolo “persona” e in molti anni,
in molte vite, non mi ha mai sforato il dubbio di percorrere una strada marcata all’inverso.
Camminiamo contro – corrente e
nessun evento atmosferico, legge divina o giustizia morale potranno aiutarci …
chi cammina al contrario vede il futuro passargli avanti, schiaccia il passato, non
intuisce gli ostacoli che l’attraverseranno.
Politicamente amo la condizione
di libertà ma non so quanto sono ancora disposta a bruciarmi sotto il sole
siciliano per dire quel che non si vuole - e non può - essere sentito, e non basta la
dimostrazione d’un pensiero per poterlo realizzare: il più delle volte le dimostrazioni sono sofismi che ti mostrano … vedere e non capire, questo è ciò che ci
chiedono. L’Europa imparerà il trucco e ci caccerà fuori come dall’Eden? Questo
Paradiso io non l’ho visto: dicevo qualche tempo fa d’abitarci ma, anche li c’è
stato un sofisma … è decaduto anche quello … il preambolo angelico è una condizione
soggettiva … chiedilo ai politici se loro abitano in Paradiso? Affermare,
annuire, omettere sono tutte loro azioni che ti mostrano la grandezza della
disparità di condizione. Non credo più.
http://www.youtube.com/watch?v=5rOiW_xY-kc&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=5rOiW_xY-kc&feature=related
martedì 17 luglio 2012
Neo - Yttologie 119
Tuo e qualcosa
Bambino e poi bambini
Sorrisi con compleanni
Madre
Dove hai perso il filo?
E’ li sulle scale
sotto gli abiti
coperta d’estate e d’inverno
Dispetti,
palla di carta
fratelli amici
il cielo sopra te
dentro
nuvole da ingoiare
Dove hai perso il
filo?
Madre
Carezze
donne
Hai amato?
Figli … un filo
Pezzi di stoffa
Angoli di mondo attaccati alla ringhiera
Vibrare
Rumore di chiavi
L’interruttore e poi luce
Letto
vestirsi nudi e uno
specchio
Piangere l'angolo
Un mondo passa
non scendi
niente patti
Dov’è il tuo mondo?
Hai perso il filo?
Mi guardi scegliendo
Rispondo dubbiosa
Dove ho perso il mio
mondo?
E il filo?
Rendimelo!
FRUTTA 116 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!
Notizie da Arkham
Asylum
Pronto? … con chi parlo? … ops è
il Presidente della Repubblica: parlava con me, cancelliamo o registriamo l’intercettazione?
Noi parlavamo di pollo e patatine
e penso possiamo anche lasciarla la conversazione; al massimo ci becchiamo un invito in
rosticceria!
Ma l’altra, quella non con me, perché
doveva essere cancellata? http://www.repubblica.it/politica/2012/07/17/news/severino_intercettazioni-39207032/?ref=HREA-1
Ok, parliamo d’altro: Lo Spread
va su, noi giù, le feste vanno via o si accorpano: così si cresce ma noi non lo
capiamo.
E’ il PIL stavolta ad essere
sollevato, che lo spread si solleva da solo, e l’affare va avanti: io ricordo
ancora le riduzioni della barcata di gente che consuma quanto un reattore nucleare
senza produrre energia, ma lo dico così, mica da economista, si fa per dire!
Mi piace l’idea d’accorpare le
feste nazionali e magari fare Pasqua a Natale con l’albero e l’uovo di
cioccolato nel cenone di Capodanno o, magari, accorpare il Venticinque aprile
con il Primo maggio e il Due di giugno … fatto tutto il Quindici d’agosto con
una fetta d’anguria partigiana e un inno alla Repubblica fatto dai lavoratori
che non lavorano più.
Qui c’è la Festa di S. Agata che
è molto sentita e diffusa anche all’estero ma, forse, per il bene del PIL
potremmo pure accorparla alla Befana e mettere dentro la calza non le caramelle
ma le olivette di S.Agata e magari qualche nocciolina zuccherata. O i cannoli!
Questo potrebbe essere d’aiuto al
mio Paese così come il mio Paese aiuta me, si prende cura di me e intanto la
Minetti http://tg24.sky.it/tg24/politica/photogallery/2012/07/17/nicole_minetti_richiesta_dimissioni_regione_lombardia.html non se ne va dal Pirellone; le tocca la pensione per i suoi alti
servigi e intanto sino ad Ottobre - forse - lei non parlerà che è meglio per tutti Noi.
Chissà se facciamo i buoni possiamo ricevere una parte della sua pensione - non
guadagnata? - fra le nostre feste accorpate?
Qui è tutto da Arkham Asylum http://it.wikipedia.org/wiki/Arkham_Asylum
lunedì 16 luglio 2012
Neo - Yttologie 118
Plesso;
Complesso;
Fiato;
Chiamare;
Un giro di giallo
un tubo dentro la paura
occhi sbarrati
tanti sguardi regalati
quello di terrore ancora mi accompagna.
Quando sento spegnere il mio fiato
C’è il vento che soffia
Appesa, una donna, appesa
fra poche linee e qualche punto
Un linguista giudica
povera l’arte del mentirsi
I suoni intingono d’una opinione
una certezza
Per i foni ci
vuole fiato
Respiro,
girandomi attorno,
del linguaggio ne faccio veste corta;
La indosserò in inverno
Senza rime ne metrica
Adesso gira il tuo cappello,
compi un altro misfatto
vado da sola dove non c’è traccia della solitudine.
Contorno 113
Addio a Jon Lord
dei Deep Purple … il 2012, anno nero della musica, ha colpito ancora e siamo ancora a
luglio!
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