venerdì 4 maggio 2012

Contorno 75


Ticchetta questo brano … mi piace perché segna il tempo copiando la voce a Sting!
Ticchetta come le cose cambiate … le scarpe del fruttivendolo: finalmente aperte e lontane dai calzini di lana che sembra lattice sulla pelle … il trucco di Francesca che non si spalma più il rossetto sui denti e può sorridere senza temere … le Api che l’hanno smessa di uccidersi perché incazzarsi è brutto e il loro miele che se lo possono pur prendere con un “Me ne fotto” di contorno … i miei jeans che finalmente si sono stinti ma pure bucati … la frutta che ha smesso d’essere carissima perché marcisce sui banchi … il discorso del salumiere come quello dell’imperatore Tito ma sul cambio degli adesivi sul parmigiano … il sole che mi arrostisce un solo emilato perché cammino, in andata e in ritorno, sempre dallo stesso lato … le persone che fingono d’ascoltarti e comprenderti ma che ti vendono per una porzione di patatine … il sorriso degli anziani senza attese e senza risposte … il mare che ti guarda con la sua superficialità e sembra comunicarti “… ma tu chi cazzo sei?” … la sarta che mi segna di spilli e mi fa sembrare Scarface … le carezze inaspettate del povero sul margine, sempre di più e sempre  più poveri … il mio pane fatto a mezzo con i colombi e la maledizione inviatami dagli spazzini … la briscola che Turi fa sempre alla stessa ora nella stessa piazza … la mia risposta a Turi “… per me bari! Sempre allo stesso orario fai briscola?” …
… il pianto dei bambini che sembra un ruggito nella foresta … la loro pizzetta che profuma di buono e la mia dieta … guardare una vetrina con una torta al cioccolato che t’insulta e avere la forza di dirle “Fanculo!” … comprarsi un bikini in pizzo nero e non poterlo mai indossare in pubblico almeno che non vuoi essere definita “vacca!” … sentire chi s’organizza per il fine settimana e sapere che il meglio che avrai è il pilates con poi scopa, paletta, stirata e trovare il tempo per studiare … leggere il Mirror e far finta d’essere in Inghilterra senza  esserci mai stata … parlare a se stessa e sentirsi britannica nella notte quando ti togli il trucco e ritrovi Grazia senza attese e senza pretese …
… chiedersi e darsi risposte sulla propria professionalità perché, se tutti pensano che sbagli magari poi sbagli sul serio … desiderare una libertà di cartone sui dipinti del falegname che si sente Caravaggio ma che produce croste e lui lo sa … trovarsi di fronte ad un esaminatore e sentirsi dire che ho qualcosa da insegnargli … tutte le lune scese e tutti i soli tirati su come le tende al mattino … tutti i trucchi messi e poi tolti … tutti gli appuntamenti in un giorno e i giorni che non trovano appuntamento … tutti i sensi di colpa perché qualcosa non è stata fatta … non è stata detta … non è stata disegnata … non è stata sussurrata … per un pezzo di persona che non ho fatto crescere … per la mia persona che si è sentita regredire …
per tutti quelli che non “Ti cagano di striscio” e per il sentirti comunque persona … per i sorrisi che non hai dato … per quelli che hai dato troppo … per giocare ancora a fare le facce come a quattordici anni … per la presa in giro al bidello sempre uguale  “ … ma sua moglie, adesso, dov’è??”  e sentirgli montare il rosso sulle guancie … per tutte le volte che non voglio fare l’amore e che vengo capita e amata lo stesso … per  l’odiarsi e l’amarsi insieme ma ritrovarsi comunque al mattino con ambedue i sentimenti …
… per guardarsi con il rimmel stinto dopo aver pianto con una amica e non temere d’essere vista in originale … per tutto questo mi sento l’eroe della resistenza d’una particella di vita … non aggiungo il far di conto e lo srotolarsi dietro la famiglia di cui sei veramente il collante … io sono l’eroe di me stessa e il mio tempo lo fotografo così e come posso … nel miglior modo che mi è stato dato!

giovedì 3 maggio 2012

Neo _ Yttologie 140


Mia mamma ancora adesso, se incontriamo una persona che conosciamo, mi dice: “Saluta!”. Ho quarantasei anni, non so, vedi tu. Saluta!”. Cioè, io l’ammazzerei, tutte le volte.”

Luciana Littizzetto – Franca Valeri  - L’Educazione delle fanciulle – Einaudi 

martedì 1 maggio 2012

FRUTTA 103 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


La televisione una volta era formativa, ti spiegava cos’era il 25 Aprile e il 1 Maggio … raccontava i fatti spogliandoli dai dettagli ma, il tutto è poi cambiato. Vedi Sindacato in Italia 1970 di A. Menna.
Il dettaglio è diventato l’unico fatto risanabile nella mente culturale popolare … c’è il rosso e il concerto oggi … c’è il 1 Maggio dei lavoratori che non lavorano, di quella stessa fascia generazionale che non è stata più formata dalla televisione che non faceva più cultura,  tanto che oggi per sapere qualcosa di “culturale” si deve andare su Rai storia … e tutto questo fin quando dura.
Una semplice analisi, elementare se si vuole: Qual è la fascia generazionale nei profondi guai? … non le nuovissime generazioni che subiscono le realtà che incontrano ma, e in particolare, le fasce generazionali fra fine settanta e ottanta … Nascita della televisione dello svago e Morte di quella formativa … contava distrarre il cittadino non formarlo e adesso tutti giù per terra e spesso senza capire il perché.
Eppure se si guarda ai filmati documentati dell’epoca c’erano dentro tutti i problemi d’oggi … c’era gente che sapeva e sceglieva consapevolmente … non c’era il populismo c’era la ricerca della popolarità.
Che è cosa ben diversa!
Che poi si mantengono i simboli non c’è nulla di male … io li tengo, li mantengo, li custodisco ma cerco di capire dov’è che s’è imbrigliato il meccanismo e, con le mie limitate risorse mentali, cerco di capire perché il popolo accetta ancora il populismo o, al massimo, si disinteressa della politica come se non gli appartenesse.
In questi giorni si chiamano i tecnici dei tecnici per risolvere l’ovvio ma, nessuno si allarma … nelle scuole scattava lo sconvolgimento per le tre maestre – che hanno prodotto l’ultimo meglio recuperabile di questa sparuta fascia generazionale – e adesso, tagliate le risorse e le opportunità per i figli, tutti si son messi comodi e guardano allo sperperare di tecnici su tecnici senza battere ciglio. Il populismo diceva che era sconveniente dare di più alle generazioni con competenze diverse … il populismo oggi vi dice che è giusto chiamare il tecnico politico del tecnico … come il calzolaio del calzolaio … e altro similare e distinto.
Ci hanno condannati a vedere il dito e non la luna … per definizione siamo stolti e ci beiamo di questa condizione … oggi ci sono tre sindacati che finanziano un concerto ma UNO e Uno solo che ha lottato in piazza in questi anni per difendere questo rudimentale oggetto che è il lavoratore. Ma gli altri due  mettono i soldi e pertanto sul carro dei vincitori anche loro … perché quei ragazzi a San Giovanni adesso non urlano andate via CISl  e Uil  … perché? Li ci sono molti NEET not in education, Employmen or Training – ci sono coloro I quali si sono persi nel dettaglio ma gli hanno fregato la sostanza.
Siamo uno scoglio parzialmente inondato ma, la parte emersa non vuol far sapere che la parte inondata non ha speranza e, quest’ultima, tura il naso e collabora fattivamente alla propria inondazione.
La mia è una posizione radicale ma, Quante donne adesso in piazza? … violentate moralmente e fisicamente … le ultime nel lavoro … puttane per definizione e poi NEET … non è con il sindacato che bisogna prendersela ma con chi ha i piedi in due paia di scarpe … gli altri due sindacati e sono gli stessi che promuovo una cosa al mattino per cambiarla appena si siedono al tavolo con chi decide. Sempre a tavola e magari mangiano … Chi paga? … ci sono famiglie nutrite dai genitori anziani ma Loro ad ogni discussione si siedono e mangiano … è un segno che il populismo non fa vedere ma la ricerca d’una sana popolarità potrebbe far vedere.

Ma non si cerca altro … un altro gioco circense per le masse come nel Colosseo di secoli fa … Il Primo Maggio è consapevolezza e, tutelare il mio lavoro in un mare di difficoltà e contrarietà è difficile, troppo difficile, ma non sufficientemente difficile da fermare il mio pensiero.  Quello è ancora autonomo. Buon Primo maggio! Ed io ascolto loro … mi piacciono di più  http://www.youtube.com/watch?v=Dzt3Gof_Oic

giovedì 26 aprile 2012

Neo _ Yttologie 139


Odor di pane sulla strada. Odore
Di pane calpestato nel cantone.
Mentre il mondo sputa su un pane: odore
Di sanguigna farina.
Sapor di pane non giunto. Sapore
Di saliva sparsa sulla collina.
Mentre il mondo cerca un pane: sapore
di sanguigna farina.
Color di fame nel piano. Colore
Di povero coronato di spine.
Mentre il mondo chiede un pane: colore
Di sanguigna farina.
Amore fatto polvere e Dio. Amore
Che pur finendo non avrà mai fine.
Mentre il mondo consuma un pane: amore
D’incorrotta farina.
Miguel Arteche



mercoledì 25 aprile 2012

Neo _ Yttologie 138

Dimmi donna dove nascondi il tuo mistero
donna acqua pesante volume trasparente
più segreta quanto più ti spogli
quale è la forza del tuo splendore inerme
la tua abbagliante armatura di bellezza
dimmi non posso più con tante armi
donna seduta sdraiata abbandonata
insegnami il riposo il sonno e l'oblio
insegnami la lentezza del tempo
donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa
come accanto ad un animale buono e calmo
donna nuda di fronte all'uomo armato
togli dalla mia testa questo casco d'ira
calmami guariscimi stendimi sulla fresca terra
toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano
sommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sangue
donna roccia della tribù sbandata
discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura
con cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separo
donna oscura e umida pantano edenico
voglio la tua larga fragrante robusta sapienza,
voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi
che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne
voglio recuperare il peso e la completezza
voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini
per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo
voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno
tradire il ferreo esercito degli uomini
donna complice unica terribile sorella
dammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli

voglio non distaccare mai gli occhi da te
donna statua fatta di frutta colomba cresciuta
lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza
il tuo sguardo di ala e seta e lago nero
il tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezze
il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio
e che dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente
il tuo corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità
donna mendicante prodiga porto del pazzo Ulisse
non permettere che io dimentichi mai la tua voce di uccello memorioso
la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda
la parola sempre giusta di folgorante ignoranza
la selvaggia purezza del tuo amore insensato
delirante senza freno abbrutito inviziato
il gemito nettissimo della tenerezza
lo sguardo pensieroso della prostituzione
la cruda chiara verità
dell'amore che assorbe e divora e si alimenta
l'invisibile zampata della divinazione
l'accettazione la comprensione la sapienza senza strade
la spugnosa maternità terreno di radici
donna casa del doloroso vagabondo
dammi da mordere la frutta della vita
la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato
lasciami reclinare la mia fronte funesta
sul tuo grave grembo di paradiso boscoso
spogliami acquietami guariscimi di questa colpa acre
di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.
Tomàs Segovia

Contorno 74



Liberi tutti … come cantano i Subsonica http://www.youtube.com/watch?v=b-0tNK2Ih98 … il venticinque aprile raccontato dai nonni ai nipoti nel tentativo di non dimenticare, di non far dimenticare. La memoria è labile e i ragazzi adesso sono fragili nel volere e delicati nel combattere: è un fatto generazionale e non c’entra nulla la formazione culturale o familiare.
Un nonno racconta del mare, del suo mare, così vissuto e così incerto, ma pur vedendolo un ragazzo non riesce a farlo proprio. Così anche per il venticinque aprile … raccontare della devastazione fra l'armistizio e l’avvenuta liberazione è solo un cavillo per sfigate che sono legate alla storia più che alla vita.
Magari è proprio così … vivere adesso nella disuguaglianza assoluta, nell’assoluto caos, in assenza dell’attesa e della possibilità di risolvere il nostro tempo, è lontano da quella liberazione che raccontiamo e così ti dicono … “… liberi tutti, siamo già liberi tutti!”, Ma sarà davvero così? Non mi sento libera e subisco la situazione politica come quella umana … non accetto il discorso del Premier che incita al “... dobbiamo Tutti …” ma, di fatto, fa solo il popolo che ancora lavora in modo documentato. Gli stipendi fermi e il mancato adeguamento … delitti perpetrati nel silenzio … non siamo liberi finché questa gente continua a prenderci palesemente per il culo … siamo strumenti da gettare a mare, scaricare quando tutto – e “se” – tutto tornerà a posto!

Forse i ragazzi non sbagliano a non sentirsi il mare dentro perché non lo vivranno … andranno via, riorganizzeranno la loro vita con altri criteri … e mi auguro che nel loro futuro non ci siano gente politichese e assurda come nel mio tempo.
Mi riprendo a fatica dalle cose e ancora le mie azioni mi ricorrono contro … capirò, capiranno, riuscirò guardando il mare di questo splendido giorno … il sole fantastico … il caldo che mi ha accarezzato la pelle … assorbito un po’ di sole sono rientrata nei pensieri e poi fattivamente a casa … è ancora presto per stare tutto il giorno fuori ma tanto mi è già bastato, mi ha dato tanto … e poi una nave mi stava quasi beccando … aiuto, viva per miracolo!!