lunedì 26 marzo 2012

Neo - Yttologie 132


http://www.youtube.com/watch?v=x8l37utZxMQ

Rachmaninoff accarezza note … l’animo capovolto all’inverso e l’acqua della gioia non scende giù ma risale senza bagnare il passaggio … amiche di conversazioni pomeridiane, pochi accordi e un controfagotto che sussurra la propria autorità.

Punti, virgole, lombrichi d’una vita piena di punteggiatura: i punti interrogativi, nei miei sogni, si capovolgono, diventano contenitori e poi segni di contenimento.

Non chiedono più, non interrogano più, affermano … confermano … rilanciano; respiro luce … un semplice riflesso del vero … il sincretico … l’universale che esce dalle mani … dalle mie mani atrofizzate … tieni il vibrato e accostata i passaggi … rivedo i colori prosciugati.

Accarezzo note … fruscio - in pigiama di cotone - ma per me è un abito alla Debbie Reynolds … stropiccia e fruscia di buono … sa d’ammorbidente!

Dormo ad occhi aperti ma il sole illumina la stanza prima del mio addormentamento --- Fruscio musicalmente ed è quel che volevo …

Semplici, piccoli gesti … eterni attimi … cristallini di tranquillità …

Neo - Yttologia 131

"Naturam espella furca, tamen usque recurret”

Orazio – Epistole, 1,20 – 1,24

“Anche se cacci la natura con la forca, continuerà a ritornare”

Neo - Yttologia 130

non aveva il sonnolento distacco, né la sorda stranianza dell’uomo vivente sopra il mare ma la vivace attenzione di uno vissuto sempre sulla terra, in mezzo agli uomini e a le vicende loro.

Il sorriso dell’ignoto marinaioVincenzo Consolo

Contorno 62

Raw food e il cannibalismo delle zucche!

Donne bellissime come incarti di pasqua … pelli vellutate e senza sconvenienti peli da poco progesterone … ma sostenere il silenzio non è un qualcosa a cui sono state programmate. Le donne non conoscono il silenzio!

Si parla di programmazione perché noi donne viviamo così … dal risveglio alla notte ci sono una infinità di cose e cosine da fare e, quando il giorno finisce, ti accorgi d’averne fatto solo una piccola percentuale d’esse … corri, salta, ginnastica http://video.repubblica.it/divertimento/donne-in-forma-negli-anni-40-ecco-la-palestra-retro/91333/89726 … lavoro del prima, lavoro del dopo … cremine di mezzo, tacchi che uccidono, cibo misurato, zero desideri.

Oltre chiaramente la miriade d’impegni familiari che mettono a dura prova l’organizzazione della sopravvivenza … non c’è il tempo d’alzare il fiato che il fiato se ne bello che è andato.

Cannibalizziamo noi stesse … per piacersi, per piacere, per darsi ragioni e le crudità della vita le portiamo pure sulla tavola … succo di carote, rape crude, carote crude, una infinità di finocchi e finanche le zucche gialle crude in insalata (Does the idea of eating something green make you gag?)

Una zucca che ne mangia un’altra … chi ha la peggio delle due non è facile definirlo.

Passeggiando con se stesse si porta accanto il peso della raw anima … è quello un peso ingombrante davvero e non importa quanti chili puoi perdere e quanti costumi puoi indossare … il concetto è solo uno: imparare a vivere con sé e di sé … con quel che porta a fare guai se lasciato libero d’andare.

Se l’anima avesse un guinzaglio ... tale da poter prevedere le cose che può provocare … sostenere il silenzio, le donne non sanno farlo sul serio … gli uomini solo alcune volte o quando hanno perso completamente interesse nel comunicare … le zucche sanno osservare questa disciplina e, consumando le similari vegetali (cucurbitacee),  pensano che bastava ascoltarsi dentro e capire che quel che senti non è mai un caso.

Il sangue delle zucche è arancione … le sue piccole involuzioni esterne accenni di cervello e di parole non ne hanno mai … le zucche sono fatte d’acqua e quando cadono producono solo un forte suono e un gran disastro ma, quel che rimane a terra, non potrà mai più essere messo insieme.

La morte d’una zucca lascia semi … che possano germogliare nel passaggio di chi li ha calpestati. Parola di zucca!!





domenica 25 marzo 2012

Neo - Yttologia 129


… coperchio del barattolo mondo …

presente progredito su smaltate unghie … chiacchere bagnate di mare … il sale sui piedi o forse era sabbia … la memoria collettiva è il sorriso dell’attimo … inaspettatamente una carezza … il tempo torna allo zero … ricordo … quel che ero è dentro ciò che sono… due metà inscindibili nascoste dal ricamo sociale che opero sulla mia armatura.

Una dentro l’altra la stessa persona … le stesse persone … siamo tutti uguali: Who will be seen without a full face of make up or a hair out of place?



sabato 24 marzo 2012

Riflettere PL!ease! 12


Tum tum … buona domenica dal cuore, dal suo suono .. dalla vita che si esprime dal suo subito … Tum tumbuona domenica ritmata dal propulsore dei nervi e della parole … dai sentimenti che fanno accelerare un muscolo di vita … tum tum buona domenica dal dolore che produce il suo accelerare o fermarsi … dalla vita e dalla morte … da quel che sostiene entrambe nel nome della paura … tum tum buona domenica dalle cose belle che diventano brutte … dal temere le pulsioni ossessive … tum tum buona domenica al suo accelerare tutte le volte che mi trova impaurita … tum tum che paura che mi fa la vita … tum tum il non potersi fidare … il colpo che potresti subire … la vita che potresti cambiare … gli affetti che potresti sfuggire … tum tum per tutte le volte che trovo pace nel mio angolo, nel mio mondo, nelle mie certezze … tum tum respira un attimo cuore e rallenta … tum tum come il cuore che ho sentito battere dentro me nella prima ecografia … tum tum tum tum mi tranquillizza quel tipo d’amore, l’amore che ho intorno, la forza che mi tiene insieme … tum tum buona domenica di pace.
Donne tum tum … uccise, violentate per aver detto di no … http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/mar/21/honour-crime-domestic-abuse?INTCMP=SRCH
Ma tutto per loro, per noi,  è cominciato così http://vimeo.com/26907523: cosa si vuol distruggere la donna o il no che è stato detto? Tum tum … riuscire a vivere alla cattiveria, alla violenza … riusciremo?

venerdì 23 marzo 2012

Contorno 61

L’aggressività verbale non è quella legata all’insulto o all’alzata di voce … quelle sono forme di esternazione più o meno violente ma, ciò che veramente scuote dal profondo, è l’incapacità degli altri, soggetti terzi, d’ascoltare e permetterti d’ascoltare qualcosa, una qualsiasi fonte di suono o informativa.

Le loro parole devono prevaricare lo spazio … saturare ogni angolo possibile d’ascolto e così radio, tele, persone che provano a comunicare qualcosa, vengono sventrati dalla violenza logorroica di quelli che con le loro parole, suoni, segni, rumori, devono saturare gli spazi, renderti compartecipe della loro mancata informazione, del loro non capire il discorso – sia da un film che dalla radio/o/telegiornale – e poi farne una sintesi informativa delle poche parole colte fra sillabe e distorsioni afferrate. Chiaramente sbagliata!

Provate a sentire qualcuno che parla di qualcosa di serio con una aspirapolvere accesa nelle orecchie e una trentina di sedie che cadono e, non serve nemmeno mostrare che annuisci per toglierteli davanti … la missione da portare a termine è l’aggressione locutiva che porta all’incapacità di ascoltare e decodificare alcunché.

E’ una malattia sociale che parte già da bambini … qualsiasi cosa tu stia facendo la loro parola deve troneggiare, sovrastare, essere visibile sugli altri … sui compagni, sulle necessità contingenti; oltre che gli adulti ... la migliore che mi è capitata è stata una collega che mi raccontava del suo dentista durante una prova d’evacuazione con la protezione civile ad assistere … è stato inutile dirle che non era il momento, quella ha continuato come un fiume … il suo dentista valeva certamente di più d’un ipotetico terremoto.

I bambini sono giustificati perché appartengono alla doverosa fascia dell’egocentrismo che li afferma … certo, anche se mia madre mi diceva che mai e poi mai i grandi dovevano essere interrotti ma noi forse eravamo dei bambolotti più che bambini.

Il monologo collettivo continua fra amici e parenti ... in tv scatta la guerra del golfo la prima e la seconda e li a dire quanto era figo il fidanzato di Gisella … il mio sguardo evidentemente infastidito non valeva il culo del fidanzato della Gisella e così Cocciolone è stato catturato e in molti non se ne sono accorti … qualcuno non lo sa ancora che sono stati anche liberati.

La radio con qualcuno di mezzo è una serie di biz e scazz e chi capisce qualcosa … si afferra solo “… Monti afferma o la Fornero dice …” ... anche la lettura del giornale ostentata - forzatamente -  nell’unica ora di pausa che hai durante il giorno – in aula docenti – viene irrimediabilmente sconvolta dalla bravura del figlio del tizio o del caio … e poi alla semplice battuta “ … hai visto la porcata sull’articolo 18 … lo sai verrà esteso anche agli statali!” … seguono una serie di cosa, dove, ma quando è successo … troppo presi dal flusso del proprio eloquio che diventa aggressività verbale per rendersi conto che la vita scorre … gli eventi corrono, il mondo cambia, il suolo che calpesti non è lo stesso del giorno prima e …. Ecco perché sono riusciti a cambiare il tutto: trasmissioni di talk ci hanno insegnato solo a parlare e non ascoltare ... e non permettere d’ascoltare.

Intere generazioni messi al bando delle parole degli altri e delle risposte che non ci saranno perché tanto non verranno sentite … nessun flusso in ingresso e in uscita, solo un insieme di suoni, versi, rumori che fanno di noi dei primati … non comprendiamo e non produciamo.

Per non dire poi che quando cambiamo strada nella vita stiamo li a versare veleno sulla persona che ha preceduto l’uditrice di turno senza sapere che anche la nuova sarà travolta e distrutta perchè è la prossima.

Se ascoltassimo senza parlare quante parole acchiapperemmo e quante ne salveremmo … tutte quelle che ci segnano, ci sputtanano, c'incoronano la cretina di turno e, in aggravio, pure disinformata.

Con le ipotesi non si fa il mondo e con il senno di poi si riempiono le tombe … chissà se adesso riesco ad ascoltare questo magnifico silenzio ed essere capace d’allontanare il dileggio che mi ha accompagnata oltre l'aggressione verbale di qualcuno che deve necessariamente dire qualcosa.

Chissà …