Ma tu ce l’hai un sogno?
Esordiva così la presentazione hollywoodiana di Pretty Woman … roba anni novanta, nulla a che fare con la nostra storia che profuma di blues di porto, quello esportato nelle sottocantine fra un bicchiere di vino, un giro di ballo con dame approssimate e una carica addosso da non poter uguagliare il Red Bull.
Loro l’hanno!
http://www.teatrocoppola.it/
Loro hanno l’oro nelle mani e creano sul distrutto, su macerie … loro credono e edificano ideali e chiedono un sostegno in materiali edili o di risulta o d’avanzo nei lavori d’ordinaria manutenzione delle case.
Il gruppo del Teatro Coppola, li chiamo così perché sono in tanti e vogliono essere tutti presenti allo stesso modo, pensano a Butitta e edificano … ci accolgono: curiosi e non … rispondono ai giornalisti autentici o improvvisati … mantengono un sorriso e una sicurezza non comune.
E’ il sorriso di chi vede crescere qualcosa … di chi non si affida al nulla … di chi ha un progetto e se per cominciare in questa città serve l’occupazione, ben venga anche quella.
L’architetto occupante mi raccontava della parte espropriata ad usucapione http://it.wikipedia.org/wiki/Usucapione … incuria delle istituzioni che non edificano per la gente, non difendono il bene pubblico e al massimo nicchiano su lavori fatti da altri e a spese di beneficenza … peccato che le tasse comunali sono sempre più alte, i servizi sempre più inesistenti, la città sempre più dimenticata e … i loro stipendi e diarie sempre più alti.
Ma tu ce l’hai un sogno?
Quello di vedere il giusto nel giusto conta? … Ho quel sogno ma le mire si spostano da persona a persona, da situazione a situazione, da evento ad evento … ad esempio Laura oggi, a quattro anni, ha imparato a deglutire, allontanate le sue prospettive di morte da quattro anni e lotta per edificare il suo sogno di vivere tenendo ben aperti gli occhi … se la fate arrabbiare li sa chiudere, pure quella è una conquista.
Sostenete, appoggiate, parlate dei ragazzi del Teatro Coppola … loro sono forti proprio come Laura.
Giusto per sapere:
Ignazio Butitta
Un populu
mittitilo a catina
spugghiatilu
attuppatici a vucca
è ancora libiru
Livatici u travagghiu
u passaportu
a tavula unni mancia
u lettu unni dormi
è ancora riccu
un populu
diventa poviru e servu
quannu ci arrubanu a lingua
addutata di patri
è persu pi sempri
diventa poviru e servu
quannu i paroli non figghianu paroli
e si mancianu tra d'iddi
mi ni addugnu ora
mentri accordu la chitarra d'u dialettu
ca perdi na corda lu iurnu
italiano:
un popolo
mettetelo in catene
spogliatelo
tappateci la bocca
è ancora libero
Levategli il lavoro
il passaporto la tavola dove mangia
il letto dove dorme
è ancora ricco
Un popolo diventa povero e servo
quando gli rubano la lingua
ricevuta dai padri
è perso per sempre
Diventa povero e servo
quando le parole non figliano parole
e si mangiano tra loro
me ne accorgo ora
mentre accordo la chitarra del dialetto
che perde una corda al giorno...