lunedì 18 luglio 2011

FRUTTA 62 - Politica, saggistica e dintorni:scazzi seri per gente ignara!!

Visionare cultura e trarne cultura … giro quando posso parecchio, giro dove conosco e anche dove non immagino … frammenti di vita mi sfiorano e la vivo ed elaboro la mia percezione di donna matura, di responsabile di molte cose cominciate prima dell’età del mio giudizio.
Ammesso che quell’età sia mai giunta sul serio o giungerà mai … penso di non imparare mai abbastanza e di non capire a sufficienza dai miei errori … sono come quelli che per mettersi una canottiera non guarda l’etichetta dietro ma prova ad indossarla in tutti i versi possibili, sino a trovarne il senso e scoprire poi che il senso era inverso!

Parlavo di maturità e di giudizio … oggi ho capito di non averne mi sono mortificata sino al completo silenzio … ho mancato la precisione in un luogo di cultura, fatto delle foto che non dovevo, sottolineata la mia inadeguatezza, risposto poco e in difesa ma poi ci sono stata male.

Bene, la guida aveva ragione … non si può far parte davvero del tutto se in quel tutto sei solo invitata ad osservare … ulteriore errore, ulteriore cattivo esempio e non solo per me.

Sarei voluta tornare indietro mille volte e non rifare più quel che ho fatto oppure mi può star bene la tranvata presa perché m’ha permesso di capire che io, il mio nome, il mio ruolo, il modo in cui ci si presenta non può essere affidato a una bravata, ad un attimo di sarcasmo, di goliardica puerilità.

No, non si può.

Ecco, prendo e porto a casa, e non è l’unica cosa che ho capito del giorno: c’è di più.

Credo che si debba finire di fare il fake umano … perché o si è inventati del tutto o si ha un’anima che si poggia una maschera sopra.
Ho provato a non far trasparire l’anima ma c’è e si vede … io sono parte d’una serie concatenata d’eventi che non può generarne altri … rischierei di fare come nell’antiquarium stamattina.

… Temo che per conservare un ruolo sia necessario non standardizzare i rapporti … ho provato ad essere un fake ed ho perso … così come stamattina ho provato a saltare i miei doveri ed ho perso.

Questo giorno, dopo tutto, mi è servito … adesso sono così e mi tengo per me!!

Dimenticavo: ... la foto!! sono gli amici di casa Liberti ... storia interessante e da rivedere. Guardandoli non posso pensare che l'ultimo vetro che hanno appannato con il loro respiro è ormai rotto e per sempre.





Poi ci sono anch'io ... per chi m'avesse visto stamattina ...  la scemotta delle fotografie ... faccio ammenda e chiedo scusa!!


venerdì 15 luglio 2011

FRUTTA 61 - Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!

… L’ho attesa da un po’ la “Centona” di Nellina Laganà e di Salvo Saitta … eravamo in tanti ad attenderla e la platea dell’Adua al pieno l’ha dimostrato e, ascoltando meglio,  il produttore dello spettacolo l’aspetta dalla sua prima età,  per l'appunto i suoi sei anni.

L’aspettavamo tutti  e motivatamente: passaggi veloci contestualizzati in quadri storici e in movimento, intrecciati in contesti socio-culturali e rivelazioni autentiche, inerenti allo sviluppo carrieristico del Martoglio.

Un quadro storico!!
... dentro  un altro quadro etico ... la fine e lo sviluppo delle opere e della vita di colui che le ha scritte … e, in mezzo, i lavori letterari che prendono corpo e voce, tonalità e postura in loco … ... vivono della luce con cui sono stati generati.

La coppia Nellina-Salvo rapida e leggera, affiatata nei tempi e con una leggerezza artistica da studio d'antica data … i ritmi del ridere mescolati a quelli della riflessione o della tristezza.


Mi è sembrato d’essere in una pinacoteca: quadri che andavano e venivano con un proprio contenuto che si esauriva nel tempo determinato dalla comicità della coppia o dai dettami dell’autore.


Ho visto le più note poesie della Centona  dipingersi dell’acutezza popolare e, spesso, della stessa carica vernacolare … gli accenti andavano a tempo con le risate.

Ho riso, ho pensato, ho ammirato il lavoro di questa coppia … l’Adua stasera ha offerto il meglio in una sera … s’è un po' persa nei numeri e nelle poltrone ma hanno giurato … alla prossima gazzosa per tutti!!

giovedì 14 luglio 2011

FRUTTA 60 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


…Mostre, mostrarsi, mostrare … è sempre una questione artistica e parziale … nessuno è mai uguale al proprio momento di quel momento … pertanto celarsi ha un valore relativo e implicito … una riservatezza passeggera che trova scomputo nei tanti componenti del popolo dei copia e incolla … come se quella immagine può essere d’altri e non solo del legittimo proprietario.

Cosa sa chi copia del momento dello scatto?di cosa c’era accanto?quali motivazioni? … la temperatura … il dolore … fisico e non che appartiene al soggetto o ai soggetti … alla molteplicità che si fotografa o al niente che si vede.

Chi copia lo fa senza capire e chi non capisce non sa nemmeno cosa vuol dire copiare ... come tale essere può essere definito?? … no, non lo sa!!

Andando per mostre ho incontrato Paolo Madonia che con “aspettando caronte” gestisce dei momenti nel fuoco, scioglie i sentimenti e li trasmette ai passanti, ai visitatori, alle ignare menti che si fanno agganciare dall’immagine che sconvolge … dal fuoco che trasuda … una nuova forma d’energia alchemica che quell’uomo trasporta senza bolla d’accompagnamento.
Madonia l’ho incontrato nei suoi quadri, m’ha  fermato … m’ha colpito il suo stile … i suoi quadri faranno la strada che non ho visto, guadagneranno quanto non ho avuto … chi è furbo compra oggi Madonia … domani non lo potrà più fare!


Salto ad altro luogo ed incontro gli “Uomini bestie” di Concetta Giuga e Fabio Nicola Grosso … altro genere … un figurato trasportato da una locuzione foto&grafica … bel lavoro … bei personaggi che s’affacciano arricchiti d’un nuovo vestito … una umanità che prima non avevano.

Un figurato che bussa e ti suggerisce di far lo stesso … di metterti accanto e parlargli … scarcerarli dalla passione della carta e dalla brace dell’attesa.

Ho giocato, mi sono divertita … ho fatto il compagno del quadro che fa il quadro … un rolle emotivo di tutto rispetto … e un grazie per un sorriso trovato e poi donato.

Andate, vedete, valutate … dove? Palazzo della Cultura … Buona Visione!!



mercoledì 13 luglio 2011

Neo - Yttologia 83

E perché l’uomo dovrebbe essere infelice, se non è necessario? Le cose insolite vanno semplicemente accettate così come sono, senza spiegazioni. E’ il modo più facile per conviverci.”
Zoran Zivkovic

martedì 12 luglio 2011

FRUTTA 59 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI  di Eduardo De Filippo

... E se la vita d’un uomo fosse descritta,  delineata, dipinta  in tre atti??

Una commedia, una tragedia, un passaggio con tre barbe diverse come quelle dei guitti: una per la giovinezza, l’altra per la metà del percorso e l’ultima canuta e terminata.

In fondo è questo il percorso dell’uomo e per quanto si vogliano spostare i termini le risultanti non cambiano: si vive in tre fasi.

Guglielmo Speranza è fresco di laurea e colmo delle speranze  proprie ad un giovane dottore … comincia male: vuole subito sposarsi con Gigliola!!

Qui comincia la parodia che diventa farsa e dolore in fine; il fidanzamento con visita medica come un reclutamento militare e poi le "garanzie" … due anni per produrre i risultati e nessun ripensamento.

… Guglielmo s’attiva e riesce … si sposa e riesce … diventa padre e riesce … avvia uno studio legale e riesce anche in quello … diventa un riferimento professionale e  pure in quello riesce!

Da qui scattano tutti gli altri tempi: quello per vivere, quello per morire, quello per amministrare, quello per condividere … e le idee di Guglielmo perdono sempre più peso, le sue stravaganze finiscono in un pozzo in cui anche l’ultimo dei parenti ha più voce della sua.

Il passaggio è rapido e doloroso … uno strappo di ceretta per intenderci … e vedi passare davanti la tua vita, la sua, quella raccontata coralmente nel teatro di Eduardo … sempre così graffiante, satiricamente amara, una farsa del dolore.

Ho letto il copione, non disdegno d’andarlo a vedere … aspetto e valuto in quale atto mi trovo.

Buona lettura!
Eduardo De Filippo – Gli esami non finiscono mai – Einaudi, collezione di teatro.


lunedì 11 luglio 2011

Contorno 15

Abbracci Virtuali … arriva il momento d’aver bisogno di abbracci virtuali, baci virtuali, carezze e pacche sulla spalla … arriva il momento per tutti e per tutte … si ricerca una dimensione che non è propria, una consapevolezza estranea, una necessità che ti teletrasporta.
Non importa l’età o la maturità che ti porti dietro, dentro, il rimescolio sentimentale è tanto e tale che t’introduce in una quotidianità che di fatto non esiste, una dimensione in bit e dei sorrisi stilizzati … lontani da quelli veri, rossi, con le labbra screpolate o crepate dal troppo freddo o dal troppo caldo … sorrisi lineari trasmessi  in realtà parallele.
Sembra difficile ragionare su queste realtà ma poi sono talmente vicine da non poter far altro che prendere consapevolezza  che la realtà cruda e tangibile è un’altra cosa.
Il nostro sistema neurologico registra le esperienze emozionali come autentiche … è un sistema lontano primordiale ed elabora le pulsioni semplici quali autentiche … la carezza detta diventa uguale a quella fatta … ma il sistema limbico ci segnala che quella carezza, in realtà, non l’hai mai avuta … si apre una faglia … si sta in mezzo … diventa difficile capire e mediare … si fugge.
Si fugge e si sbaglia … le esperienze ricevute in ogni caso ti cambiano la vita, ti rigenerano, ricaricano, ti portano ad aprire nuove dimensioni … nasce il bisogno, la necessità dell’altro sino a definirne i tempi e le modalità in  cui l’altro t’appartiene … una estensione del possesso … una presa di coscienza che la virtualità non è realtà.
Crisi … crasi del tipo letteraria – si mettono insieme tutti gli elementi – si elabora una risposta immediata … capisci e raggeli … ma tu sei tu, unità liquida e umana, l’altro è altro unità liquida e fuori sistema ordinario … lucidità, rielaborazione dei dati … diventa follia … è follia … urgono tempi di riflessione … urge una decodifica immediata … non si esiste sullo stesso piano, non si esiste nella stessa realtà, non si condivide lo spazio vitale … è schizofrenia … urge tempo per decondizionare.
I miei abbracci virtuali sono stati talmente veri da esserne segnata … la virtualità è una forma alta d’autismo … c’è da rifletterci!!

Neo - Yttologia 82

"Sulla terra gli uomini devono reimparare  che il tempo perso non è un lusso ma un bisogno profondo, vitale, irrinunciabile. Solo se saprà riconquistare la capacità di oziare, di osservare se stessi e la natura, la gente potrà vincere il tempo nero!”
Tratto da L’isola del tempo perso di Silvana Gandolfi