“ E’ stranissimo il fatto che i
nostri organi digerenti dominino a tal punto l’intelletto. Non riusciamo a
lavorare, non riusciamo a pensare se il nostro stomaco non lo vuole. Ci impone gli
stati d’animo e le passioni. Dopo le uova
e pancetta, dice:
<<Lavora!>>
Dopo la bistecca e la birra scura, dice:
<<Dormi!>>
Dopo una tazza di tè (due cucchiaini per tazza da lasciare nell’acqua
per non più di tre minuti) dice rivolto alla tua mente:
<<Ora alzati e dimostra
quanto sai essere forte. Sii eloquente, e profondo, e tenero; contempla con
occhi limpidi la natura e la vita; apri le candide ali del pensiero e innalzati
(spirito che ha del divino) sopra il turbine del mondo, sempre più in alto,
attraverso infinite distese di stelle fiammeggianti, fino alle porte dell’Eternità!”.
Dopo le focaccine calde, dice:
<< Sii ottuso e senz’anima
come una bestia dei campi … un animale senza cervello, dagli occhi
indifferenti, senza un solo barlume di fantasia, di speranza o di timore, di amore
o di voglia di vivere.>>
E dopo il brandy ingerito in quantità sufficiente, dice:
<<Suvvia, sciocco,
sogghigna e cadi, affinché i tuoi simili possano ridere … sbava nella follia,
farfuglia suoni insensati e dimostra quale imbecille impotente è il pover uomo
il cui intelletto e la cui volontà affogano, come gattini, in due centimetri d’alcool!>>.
Tratto da “Tre uomini in barca” di J. K. Jerome
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