martedì 15 maggio 2012

Neo - Yttologia 146


“Non chiedere mai a una donna quale è il suo fine secondo e non rivelare mai di averlo capito se ciò ti accadesse, Lei fuggirà e la perderai.”
Tratto da Sherazade e il suo re Shariyar di Michele Augias 

lunedì 14 maggio 2012

Neo - Yttologia 145


Soul
The village seems strange; this is separation as if my beloved has left it.
The grief of separation is so cruel that it is not scared of anyone;
When the soul does not leave the body it shakes.
Like a flower withering in the autumn,
Autumn has now come to my love.
I remain alone with my shaggy head of hair
Uncomprehending; my heart has been sad for a long time.
In a flash, it put a hole in my entire world;
Each affair is like an arrow.
Oh Faqir! Better be sad.
Who told you that love is easy?
Shahzeb Faqir, 23 December 2007

domenica 13 maggio 2012

Contorno 76


A come Andromeda
Potrebbe essere A come Andreotti … perché di marziani si parla e perché questa storia, cosi come viene  citato all’inizio, si svolgerà in Inghilterra l’anno prossimo.
Molte cose l’anno prossimo non ci saranno ma, penso che Andreotti sarà sempre prossimo al domani … come Andromeda.
Cominciano questa storia con l’alfa greca ma non arrivano mai all’omega; lenti, lentissimi episodi, il tutto come andava per i tempi in cui è stato girato http://it.wikipedia.org/wiki/A_come_Andromeda_(sceneggiato_televisivo) … una graziosissima Paola Pitagora e uno scienziato che decodifica, in linguaggio binario,  un messaggio in  arrivo dallo spazio.
Già è difficile capire ciò che si dice in codice normale, figurarsi decodificare in binario un impulso … ma, infondo,  è quello che facciamo quando parliamo con questi mezzi, quelli informatici  … nessuno spazio per i sentimenti, solo 0 -  1 e già si fa abbastanza confusione!!
Ma Andromeda è un miracolo della scienza: nata bella e pronta, il preconfezionato d’avanguardia!
Ma pensa che bello: nessuna crescita, nessun investimento, nessuna spesa per lo studio … nessun passaggio … arrivi e già sai tutto … magari pure riconoscere gli stronzi in ingresso e mandarli in uscita senza battere ciglio e ... senza farti condizionare la vita al punto d’avere paura.
Andromeda è pure una gran figa … a parte gli osceni capelli anni sessanta, roba da denunciare il parrucchiere … un commentino discreto lo devo pur fare: questa storia televisiva aveva della filosofia dentro.
Anzi ne aveva parecchia!
Sulle donne, sulla vita, sulla emancipazione femminile sull’alter-vita e l’alter-ego … sulla capacità infinita dell’uomo di sbagliare e rintuzzare i propri sbagli facendone altri.
Ciò che è rappresentato negli anni sessanta è proprio uguale al presente  … stessi bioritmi con la potenzialità di goderteli e addormentarti durante il lento propinare televisivo … ma ti facevano anche capire dov’eri e cosa potevi sperare … oggi nemmeno Rex è in grado di far questo … ancora una chicca: poco prima di finire ogni puntata iniziava la base musicale che annunciava la fine.
Adesso, come faccio a congedarmi da Voi?
Aspettate … http://www.youtube.com/watch?v=DV91_93G7F4 e vedetelo che ne vale la pena!!
Buona Visione!!

Neo - Yttologia 144


“… comunque l’amore è un vero casino. E gli uomini lo sono anche di più. Nulla è sicuro. Io, per esempio, ho una sola certezza sugli uomini: che un uomo in salopette non potrà mai essere sexy. E che un uomo che si mette i calzini bianchi corti è quasi sempre un cretino.”
Luciana Littizzetto – Franca Valeri  - L’Educazione delle fanciulle – Einaudi


mercoledì 9 maggio 2012

FRUTTA 104 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!




Che cos’è un blogger?
La sindrome della vita in acquario: Cosa ci spinge ad amare le ampolle, in vetro o in plastica,  e ammirare la solitaria vita d’un pesce? Una vita sempre uguale, sempre silenziosa, spesso immutabile?
Il desiderio di conquista!
La possibilità di detenere un essere vitale a nostra disposizione …
… l’imprigionare la vita fra due lastre di vetro …
… o due pezzi di cartone stipulando atti, contratti, vitalizi, come se di vite se ne possono avere tante.
Seguire un blog come il mio è possedere un acquario umano a casa … nemmeno il mega-direttore-galattico di Fantozzi … o meglio lui l’aveva dei dipendenti umani … il mio è quello ciclotimico d’una donna in tutte le sue ere, in tutti i suoi tarli e rodimenti … così semplice guardare e assistere allo strumento o al sorridere d’un essere senza battere ciglio … la funzione dell’essere il  Dio che immaginiamo noi … con cui ci alteriamo quando i nostri perché non hanno risposta.
La verità è che il Dio di cui parliamo è più clemente di chi guarda, assorbe e rigetta i dolori della gente … è un Dio che dopo oltre duemila anni conserva i suoi perché … l’uomo è infinitamente limitato dall’assurdo della sua stessa esistenza.
Come in tv … tutto è falso: la gente muore e speri di fare il replay e così non muore più  … chi scrive dei propri tormenti diviene un assistere al dolore con un clik … nemmeno Maria De Filippi può tanto … e c’è poi che chi scrive, accortasi della situazione, perde di autenticità e scrive solo per essere letta. Gli scrittori scrivono per essere letti … i blogger scrivono perché le vivono sul serio le cose.
Chi guarda e passa e ne assimila il dolore … dimenticandolo allo spegnimento del pc …  non fa altro che guardare in un acquario … assimilare un po’ di solitudine  del pesce, notare qualche squilibrio e sedersi al bar per il prossimo aperitivo, la prossima futilità con la certezza che, se la sera ti va d’attivare il sistema limbico,  puoi sempre accedere e derubare qualche pensiero d’un blogger.
Chiudersi al resto magari aiuta a ritrovarsi … chiudersi è decidere di non essere più un pesce … chiudersi è capire che quel che sei lo sei in tutti i mesi e tutte le stagioni della tua vita e lo sei in silenzio e con te stessa … gli spettatori non ci sono mai davvero … loro guardano solo un pesce, magari un pesce innamorato  che non è il film di Pieraccioni.
Oggi Fede, vedendomi in canottiera e guardando le mie braccia mi ha chiesto quando mi era cresciuta la pelle sulle braccia e la cosa mi ha fatto ridere … perché per lui prima la pelle non c’era e il problema non si poneva … e se io decidessi di non mostrarla più la mia pelle? … mi fotografo per assistere allo spettacolo della natura … il mio Io che cambia e la mia Me che smette di esistere in quella forma e ne assume poi un’altra. Siamo così pieni di adesso che il prima e il dopo non c’appartiene … c’è sempre qualcuno a cui poter vedere la pelle ricrescere … ma non è la nostra, non è la Vostra, è sempre quella di qualcun altro … e ora un po’ di yogurt greco … grassi è vero ma un po’ ci vogliono anche se la pancia non va via … e dopo palestra!!
Fra due giorni il mio compleanno … è speciale per me e io l’aspetto con serenità …

Neo - Yttologia 143


Non ero amato dagli abitanti del villaggio,
tutto perché dicevo il mio pensiero,
e affrontavo quelli che mancavano verso di me
con chiara protesta, non nascondendo né nutrendo
segreti affanni o rancori.
E’ assai dotato l’atto del ragazzo spartano,
che si nascose il lupo sotto il mantello,
lasciandosi divorare, senza lamentarsi.
E’ più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo
E lottare con lui all’aperto, magari per strada,
tra polvere e ululi di dolore.
La lingua è magari un membro indisciplinato
Ma il silenzio avvelena l’anima.
Mi biasimi chi vuole – io son contento.
Antologia di Spoon River – Edgar Lee Masters