martedì 10 aprile 2012

Contorno 71



E’ una questione di “baciamano” … oddio e chi l’ha mai provata una cosa così: cose d’un ottocento lontano, che sa di abito frusciante e di capelli intrecciati … di damerini tutti attillati che t’infiammavano solo con lo sguardo … già, quando i mezzi erano pochi vinceva l’ingegno e si usavano meglio le parti a disposizione, occhi compresi.

Noi donne d’adesso abbiamo guadagnato tanto ma perso moltissimo … niente romanticismo, corteggiamenti e attese … nulla del genere, c’è solo un “... Ci stai?” e poi tutto il seguito sino al prossimo “... Ci stai?” e si va così … quanti letti si passano, divani  e tanto altro. Quanti uomini. Quanti donne. Quanti mariti ... uno solo e solo quello!!

Sarà la musica, Polo - Ma baraque  rites, quest’aria parigina dentro un pc con un gran caldo fuori ... tutto quello che non ha fatto ieri, sarà che ho tempo per pensare oggi … talvolta tanto o pure troppo … sarà la Parigi che ho nel cuore e che spero di vedere prestissimo … sarà che torna tutto su con contorni di baciamano e schermaglie varie.

Ma la storia del baciamano è una autentica realtà a cui ho assistito oggi … rido ancora se ci penso: stoffe di pochissimi euro da comprare per il laboratorio psicomotorio e il gruppo di vendita che si era già affrettato ad andare … tutto già riposto, tutto conservato … dopo aver richiesto di poter comprare e ottenuto un rifiuto, non aggiungo altro e vado … anzi, qualcosa l’aggiungo, dico apertamente che “... non avevano voglia di lavorare”, mi giro e mi avvio.

Mi fermano i due vicini “d’affari” e mi dicono che è ingiusta la mia espressione ed io chiedo di mostrarmi il contrario o non avrei creduto alle loro parole … io mostravo fatti loro solo parole.

Allora riaprono le merci e scelgo ciò che mi serviva sempre però ampiamente risentita … e così viene il tizio che propone “ … vuoi il baciamano?” ed io solo un “... magari!!” … comincia la gara a cui mi sottraggo ma che alletta la mia amica … anche lei non è molto abituata all’ottocento romantico  e alza così tanto la mano da colpire il malcapitato sul naso ma, il tizio non s’arrende e persevera … “... ma no che non si bacia davvero!” suggerisco al tizio "… le devi solo sfiorare il dorso" ma lui sempre più deciso “ … ma lei mi ha colpito!” evidentemente cercava un risarcimento a tutti i costi.

E si, non siamo più dentro la struttura del baciamano … siamo, per la verità,  davvero negate ma vedere scimmiottare un’epoca è pur sempre il segno che c’è stata, ha lasciato un suo segno, è andata … infondo siamo tutti epoche … arriviamo all’improvviso, implodiamo senza un reale preavviso, ci dimentichiamo che siamo stati parte d’un epoca e diventati storia a pieno titolo.

Su su .... a lavare le stoffe del baciamano che domani si riparte a pieno ritmo …


domenica 8 aprile 2012

Contorno 70


Un pane nero, ma proprio scuro come quello mangiato nel dopo guerra … un pane umile, fatto con lievito naturale e un unico grano siciliano … non molto pregiato ma buono come può essere solo il pane.

La Pasqua appena trascorsa è stata come quel pane … bruttino a vedersi, per niente interessante alla degustazione ma buono e unico come un pane antico può essere … ma non di solo pane si vive.

Oggi,  si è andati ben oltre il pane e addio alla leggerezza della cura alimentare ad ogni costo … decisamente messa da parte; non si può andare per parenti, in Sicilia e nutrirsi solo di pane … oltre quello c’è un mondo e decisamente una capienza alimentare che non mi è naturale … fortuna che è finito il giorno … nausea di fondo e buone promesse dal domani in poi.

Si fa sempre così subito dopo una festa … si giura sulla fedeltà all’uovo di Pasqua che si sta per rompere e si attende sperando  che i danni siano contenuti … sperare non fa male; come per quel pane nero … cerca d’essere accettato come convenzionale ma non lo è e non lo sarà mai … ha un sapore unico proprio per quello e una storia complessa che parla d’una intera civiltà e delle ruote che l’hanno mossa sino all’oggi. Mi sento come quel pane … o come la Birappa, la grappa di birra, che è un articolo unico prodotto da pochissimi del territorio e con tecniche talmente strane da non registrarne i passaggi.

Per una che brinda con la coca cola diet darsi alla birappa è un bel salto … oddio brucia tantissimo e fa l’odore dell’alcool puro ma poi, dopo un po’, ha un suo sapore … riacquistate le papille gustative è chiaro … recuperato anche l’ultimo brandello di fegato ... già anche quello!

La leggerezza di ciò a cui appartieni è la chiave del vivere e una canzone che mi ha accompagnata per tutto il giorno … quella tipa di Rebecca Ferguson che tipa!! http://www.youtube.com/watch?v=ViqCO35OfNU&ob=av2e

Pasqua ha portato il suo bene e io preso quel che potevo … è tanto davvero … e la birappa??

M’ha fatto saltellare come una mortadella sul tagliere ma, che importa … anche quella è una esperienza da conservare … Buona Pasqua!!

venerdì 6 aprile 2012

Neo _ Yttologie 135

“Quest’uomo estremo mi è simpatico.
Riusciamo a capirci, sebbene lui usi un fitto marocchino e io con lui un siciliano stretto.”

Pippo Bella da Martirio a Tangeri

Contorno 69


Risvegli … ho rivisto Risvegli e la possibilità d’essere funzionale ad un sistema di cose che si crede di non poter cambiare ma che possono essere migliorate.  
La via crucis oggi: le persone portano la croce tatuata sulla carne … la sorda ottusità della società imprime a fuoco il dolore dell’esistere sulla carne degli uomini … una croce di carne, come quella di Andrea Di Silvestro … una croce, che dissacra per sacralizzare, il concetto di uomo, di sacrificio, di dolore, di passaggio -  filtrato dal dolore – ad un attivismo della vita.
In  Risvegli ho visto un medico di fronte ad una malattia … una possibilità contro l’assoluta perdita … chi di noi ha voglia di scommettersi sull’assoluta perdita? … la metodologia della ricerca è la chiave d’un mondo condannato all’implosione da egoismo … di possibilità dovremmo vivere e della capacità di spendersi per gli altri in modo costruttivo … nel passaggio rituale d’ogni anno manca questo tassello del vivere.
Risvegli alla vita … nonostante tutto ma con tutto il nostro essere …

Contorno 68

Elenco delle cose perse o dimenticate … molte, moltissime ma è pur vero che si dovrebbe avere una testa trapezoidale per non dimenticare nulla … poi ci sono i momenti di stanchezza neuronale che riescono a far saltare il contatore mentale.

Non trovo sciarpe, scarpe, pensieri e parole … musica e cd scomparsi … anche il canarino,  stamattina, non lo trovavo – finito temporaneamente in veranda e rimasto li in attesa del mio ricordo – forgetting  is the only thing who's remember ed è una condanna sul serio … ricordarsi di dimenticare.

Ho dimenticato di comunicare con gli altri: sia in presenza che a distanza ho perso la misura delle parole e la capacità sintetica di veicolare qualsiasi messaggio.

Ho perso la capacità di scrivere in modo incisivo e particolare; la capacità di descrivere il mio mondo interiore e la poesia che riuscivo a generare … come quando trovi casa derubata si sono portati via il meglio.

Ho dato via il meglio di me e cerco di ricordarmi di dimenticare che ciò è avvenuto … giusto per poter perdonare ma non basta mai il ricordo a fornire un adeguata dimenticanza.

Le linee sono semplici e le ho allineate con il tempo … non è per niente vero che risultavo essere interessante in ciò che scrivevo o in ciò che pensavo … una montagna di balle solo per agganciare una fra le tante e non si capisce la quantità di male che si procura agli altri.

Un numero fra tante e il bisogno d’essere ascoltata … sono stata svuotata del mio tempo e della mia creatività e di quelle accidentaccio di scarpe che ho perso sul serio e non riesco più a ritrovare.

E’ bastato dichiarare il mio stato civile e sociale che improvvisamente diventi un fantasma … tutti quelli che ti aspettavano al varco per parlarti, raccontarti quanto sei intelligente e speciale … tutti questi puff spariti insieme a tutti i buoni propositi.

Non li rivorrei indietro … mai e poi mai … rivorrei me stessa indietro, la mia capacità d’essere reale con me stessa, la possibilità di riguardarmi e dirmi che sono una che valgo perché valgo per me stessa … perché guardo me e so guardarmi.

Scrivo per rabbia adesso ma se non tiro fuori ciò che ho non riuscirò ad andare oltre … non basta ricordarsi di dimenticare ci vuole anche il viverlo il dolore e spaccare tutto se è il caso … avevo me e mi bastavo … adesso sono trasparente al mondo: hanno rubato la mia consistenza e non riesco ad appianare un concetto accanto all’altro perché vivo un dolore … assurdo, immotivato, ingiusto.

Non riesco ad accettare né a perdonare … parlo adesso da sola e so di farlo ma mai più recate un dolore del genere all’altro … mai, non lo fate mai … spregevoli e odiose creature … non lo fate mai: io tiro gli occhi addosso a me, mi dico che valgo, che sono bella … me lo dico da me e lo faccio con sincerità … che ciò che dico è interessante e che ho studiato sapendolo fare … mi dico che sono unica e che mi riprenderò cura di me.

Ci riuscirò … dannati esseri … ci riuscirò.
Riparto da me ...
Crepate!!!

Mi sento meglio!!