… Cozze a colazione, bigodini su tavola policroma, piccoli figli in arte dicromatica … era un lavoro da giornalista … era solo un sogno!!
Ho sognato una realtà trasmutata … ho davvero lavorato in una redazione di bassa lega e al femminile … postacci, pettegolezzi, schede di valutazione sugli uomini - piccolo, medio, big – un pesce fuor d’acqua chiaramente, una camicia in pizzo con gonna aderente e un curriculum sotto il braccio … praticamente babbo natale nel paese dei pasticcini.
Era solo un sogno … volevo realizzare un reportage, magari un solo articolo … avrei fatto balli già solo per un articolo, e messo i bigodini in testa per integrarmi in quel brodo primordiale ma le cozze al mattino? Per una vegetariana è davvero troppo.
Piccola winny s’aggrappa alla mia gamba … piccola, tenera … le mie calze in merletto andate, definitivamente andate!
Ho le foto e pronta la denuncia sociale: la spiaggia libera utilizzata come covo del sudiciume urbano … lo dico con motivazione intensa ma sembrano riderci su … con un “Hey” mi stoppano e raggelo a quell’espressione … avrò sbagliato la modalità comunicativa?
Sarò io sbagliata … io l’articolo l’ho già e loro possono pubblicarlo.
Naturalmente è solo un sogno, quel pandemonio è solo un sogno … ma i bidoni, e i cessi rotti li ho visti sul serio vicino a bambini delle colonie che si bagnavano tranquilli … li ho visti e non possono cancellarli.
… continuano a mangiar cozze e il mio stomaco si fonde con la spina dorsale dal disgusto … “Qui si parla di minchiate … trucco, bellezza … ringiovanire cose del genere per intenderci, cose da niente per gente da niente”.
“Perché m’hai chiamato?” …
… segue un silenzio lungo e senza sosta …
“Non t’ho chiamato io … ti sei chiamata da sola … guarda che questo è solo un sogno, è il tuo subcosciente!!”
… non dico nulla …
… ho solo quella foto in mano …