Mais
Menos
http://artistasunidosemresidencia.blogspot.it/p/maismenos.html da grande diventerà di certo un Bukowsky … io racconto favole di amici lontani - ed anche scrittori - ma è tutto un casino!
http://artistasunidosemresidencia.blogspot.it/p/maismenos.html da grande diventerà di certo un Bukowsky … io racconto favole di amici lontani - ed anche scrittori - ma è tutto un casino!
Il punto è scrivere. Punto.
Qualsiasi cosa ma scrivere: dipendente dalle
parole e dalle immagini che si producono dentro una testa a due cilindri: l’uno
fatto da una mano e l’altro fatto da una idea.
Il “qualsiasi” è orientativo: decriptare i
messaggi del quotidiano è un affare dei crociati moderni con dimora a Lisbona
che, dall’alto d’un secchio capovolto in testa e un mantello nero, vanno a stampigliare i muri con messaggi da
imprinting … il forte è leggeri o forse, ancor di più, il capirli.
Mais Menos è il “più o meno”
d’un progetto di decontestualizzazione interattiva
del reale: non è la tecnica di scrittura ma il messaggio che lancia.
E’ incisivo ma parecchio di sinistra – a mio
parere – e magari l’amico Bersani lo
potrebbe pure contattare prima che Grillo
ci metta su un suo pensiero (una parolaccia di certo). Monti è troppo moderato ed ingessato per chiedere di stampigliare
il muro senza concessione edilizia ma Berlusconi
se lo potrebbe pure clonare … sapete la storia dei logo farlocchi che sono stati presentati: c’entrerà qualcosa lui?
Bukowsky diceva dello
scrittore condannato a scrivere: “È uccello in una terra di gatti. Non consiglio
mai a nessuno di diventare scrittore, a meno che lo scrivere sia l’unica cosa
che gli impedisca di impazzire. A quel punto, forse, ne vale la pena”
Miguel Januário si
esprime da cavaliere del suo tempo ma ha contenuti forti dentro, un Bukowsky
che sarà … una
promessa: una scrittura tatuata nel futuro e un suo giudizio che offre un peso
equilibrato alle troppe sporche parole che vengono cedute impropriamente. Lui
sarà.
Io sono
uccello in una terra di gatti … scrivere è aria e leggere è ragione.
E intatto leggo favole di amici scrittori
lontani in classi di piccole menti e con immagini proiettate su lavagne
luminose … i loro visi sono incisioni sul muro, litografie d’un pensiero e
mille volte ho visto nascere Viola e
Ciclamino sui teneri sorrisi e sulle spontanee gestualità.
E’ davvero tutto un casino: la semplicità d’una
favola mi restituisce ad un bisogno per me primario. Compro un mantello e
rivolto il secchio sui miei capelli impregnati d’umidità – a manto d’agnello come dice la Litizzetto – e mi
restituisco alle parole. Quanto dovrò aspettare il prossimo gatto che mi
morderà? Per il momento provo a prendere il volo.
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