lunedì 31 agosto 2015

Rispecchiamento 26

Iniziamo l'anno scolastico? Si, iniziamolo pure ma come iniziarlo non sappiamo. Mi viene voglia di pensare d'essere pronta e in regola con la situazione ma sento mancarmi le forze, un poco di volontà e solitamente mi tengo su con la questione della dignità, quella che adesso non trovo.
Per il resto credo che ci sia tutto: l'impossibilità di un trasferimento per non perdere la sede e non finire nel girone regionale che mi porterebbe in luoghi della profana fantasia del Premier.
E' ok, possiamo andare solo che non mi ricordo più perchè volevo fare questo lavoro; mi sembra un abito infeltrito che non riesco più a calzare e mi ricordo che la scelta era sulla possibilità dell'interscambio vitale fra persona e persona e persone e bambini per aiutarli a crescere al meglio.
Di persone a scuola non ne sono rimaste molte: bui automi e tronfi slinguazzatori seriali, mai un sorriso ne una buona parola, un consiglio, un cammino di vita.
Ci siamo, posso cominciare solo che non mi ricordo più quel che facevo e come mi sentivo ... non come adesso, solo che non mi sento per niente, forse sono morta dentro per adesso ... il resto arriverà prossimamente su questi schermi o scherni? 
Vado!

sabato 29 agosto 2015

Neo - Yttologie 192

"Così faccio di questo zimbello la mia borsa."
Otello di W. Shakespeare

venerdì 28 agosto 2015

Rispecchiamento 25

Mare amaro.

Non riesco più a bagnarmi in un mare salato di sangue amaro;
le amarezze che l'accompagnano sono la sintesi della disperazione dei fuggiaschi da realtà opprimenti e di morte.
Non riesco più ad essere giocosa e beata nell'innocenza illuminata della mia terra
se vedo l'ombra del rifugio che diventa vendetta contro l'ingiustizia che li perseguita oltre il mare.
Non posso più tuffarmi, amare le onde e gli spruzzi benevoli
e di socializzazione che ci legano al prossimo senza conoscerlo.
Il mio mare sa di sangue,
il mio continente sa d'indifferenza,
il mio animo non brilla più al sole siciliano che ha perso la sua luce. 
Non mi bagnerò più nelle acque della disperazione.

giovedì 27 agosto 2015

Rispecchiamento 24

"Che dovrei fare? lo confesso è una vergogna essere così pazzo; ma non ho la virtù di porvi rimedio." lo dice Roderigo il frescone nell'Otello di Shakespeare e mi sembra di assomigliargli sempre più; pazzia, follia, imperdonabile bisogno deviante di abbandono alle mie fantasie spesso fuori controllo e senza rimedio.
Roba innocente quali sognar abiti o immaginare modifiche in casa che non si possono attuare ma, non voglio accettare la vergogna della follia. 
Mi dicono spesso che dovrei essere un'altra anima, un'altro involucro, una nuova persona magari più razionale ma, cagionevole di lucidità dico a tutti ciò che penso e di cosa di rimando pensano gli altri , me ne infischio pensando ad una nuova proiezione da perfezionare nell'ambito della mia follia.
Roderigo era un frescone oltre che sognatore e probabilmente ci assomigliamo maggiormente per la prima caratteristica in luogo della seconda.
Torno dal moro e dalle sue gesta ...

Neo - Yttologia 191

"... cerca di essere impiccato per aver goduto il tuo piacere anziché affogato rinunciandovi!"
Otello di William Shakespeare

sabato 11 luglio 2015

Rispecchiamento 23

La coscienza comunicativa di un gruppo non esiste; il singolo prende il dominio nonostante tutto.
Gli uomini comunicano in un diplomatichese del tutto proprio e singolare; un esempio specifico del "Io so che Tu sai che l'Altro sa che Non sono stato Io". Così si giunge ad assistere alle manovre di un gruppo musicale per mandare fuori dal cerchio una cantante e un chitarrista improvvisato.
Ci sono diversi protagonisti in questa storia: un Collezionista di gruppi e musicisti come trofei da esibire, un vero Diplomatico con l'attitudine a far rimbalzare la palla, una Cantante con scaletta pseudolatina che è totalmente stonata e un Chitarrista arrogante senza la conoscenza neanche del giro di Do. Dimenticavo l'Altro chitarrista con vocazione solo rock.
Come dire a lei e a lui - forse pseudoamanti - che nel gruppo recentemente incontrato non hanno un futuro?
Il Collezionista dice francamente che il Diplomatico non vuole suonare con loro e che il problema è solo suo; Il Diplomatico, argomenta sapientemente dicendo che il Chitarrista - che non conosce il giro di Do - probabilmente non si è esercitato abbastanza, anche se fa solo quello che ha scelto di suonare, come portare un argomento di studio a scelta e non conoscerlo e alla Cantante fa scattare la riflessione che il suo poco tempo e, forse, la scelta, dei giusti strumentali risolverebbe il problema in futuro per aggiungere che l'altro Chitarrista - quello rock - si rifiuta di suonare quei repertori. Chi rimane? Io! ... che assisto divertita a questa farsa e mi accorgo che, se ognuno dicesse realmente ciò che pensa, quanto tempo si guadagnerebbe. Prosit

domenica 21 giugno 2015

FRUTTA 131 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!

Se vedi internet come una strada con milioni di scelte, e di sbocchi, e scegli di non vederne più i percorsi o sei depresso o ti sei stancato di cercare; Io sono certamente depressa  o forse una aspirante suicida.
Non vedo grandi ricerche da fare e nulla di davvero sensato da cercare; probabilmente gli episodi di malattia che mi tengono fermamente a casa con una tasca aggiunta sul mio deretano, da un profondissimo bisturi che mi ha salvato la vita,  mi rendono cupa e poco motivata, se aggiungiamo che l'infezione che porto dentro non regredisce non vedo motivi per ridere. Ma poi, cercare cosa? La politica italiana è inguardabile e il Pol Pot di casa nostra più ne combina e più personaggi importanti riceve, tutti a battergli pat pat la spalla per dirgli quanto è bravo; cercare poi la voce dell'Europa, la voce del padrone, è ancora più sconfortante nel rendersi conto di essersi deliberatamente messi nelle mani degli strozzini e avergli lasciato carta bianca. Cosa sperare dall'Europa? Noi, i nuovi indocinesi lavorativamente parlando, con le banche più gonfie fra i continenti e poi resto in un cantuccio a sperare nel rialzo della testa greca per dirmi: "O mio Dio, c'è una via d'uscita!".
Poi c'è tua figlia che ricevuta in casa d'altri ti saccheggia l'armadio e ti accorgi che è dannatamente bella ma che tutto quello che ha attorno è dannatamente vuoto: un percorso di studi che non posso permetterle, un fidanzatino che comincia tutte le sue frasi con "Disgraziatamente!" e pronuncia una parola ogni cinque minuti -  al telefono ti sembra che muoia da un lessema ad un altro -  e tutte le mille paure con la sua neo-patente e il suo quoziente così ritardato. Cosa fare? Lascia che sia mi dicono tutti e fra questi tutti non ci sono io che metto via le sue rose sapendo che sono anelli di catene che sta guadagnando e non affettuosità per il suo futuro.
Ecco, cosa diavolo devo cercare in questo percorso internettiano? Oltre commentare quel che posso, quando proprio devo, e essermi resa conto che ho sbagliato la compilazione del registro e forse passerò l'estate a ricompilarlo, cosa devo aspettarmi? Vacanze? No, grazie, non ci sono soldi. Mare? la tasca aggiunta nel mio posteriore, con tanto di drenaggio, mi rende difficile la cosa; tutto il resto è già visto e sperimentato. Quando noi lavoratori della scuola, fra poco, diventeremo come i cinesini della pubblicità della gomma da masticare in Germania rideranno un po' e si consoleranno di quei indisciplinati greci da quattro in condotta. C'è altro da cercare? Si, una via d'uscita a tutto questo, e a molto altro che non ho espresso, ma non credo che questo mezzo possa davvero aiutarci. E per il momento dormo, ultima parte di Europa libera del nostro angolo geografico mentale almeno.