Se vedi internet come una strada con milioni di scelte, e di sbocchi, e scegli di non vederne più i percorsi o sei depresso o ti sei stancato di cercare; Io sono certamente depressa o forse una aspirante suicida.
Non vedo grandi ricerche da fare e nulla di davvero sensato da cercare; probabilmente gli episodi di malattia che mi tengono fermamente a casa con una tasca aggiunta sul mio deretano, da un profondissimo bisturi che mi ha salvato la vita, mi rendono cupa e poco motivata, se aggiungiamo che l'infezione che porto dentro non regredisce non vedo motivi per ridere. Ma poi, cercare cosa? La politica italiana è inguardabile e il Pol Pot di casa nostra più ne combina e più personaggi importanti riceve, tutti a battergli pat pat la spalla per dirgli quanto è bravo; cercare poi la voce dell'Europa, la voce del padrone, è ancora più sconfortante nel rendersi conto di essersi deliberatamente messi nelle mani degli strozzini e avergli lasciato carta bianca. Cosa sperare dall'Europa? Noi, i nuovi indocinesi lavorativamente parlando, con le banche più gonfie fra i continenti e poi resto in un cantuccio a sperare nel rialzo della testa greca per dirmi: "O mio Dio, c'è una via d'uscita!".
Poi c'è tua figlia che ricevuta in casa d'altri ti saccheggia l'armadio e ti accorgi che è dannatamente bella ma che tutto quello che ha attorno è dannatamente vuoto: un percorso di studi che non posso permetterle, un fidanzatino che comincia tutte le sue frasi con "Disgraziatamente!" e pronuncia una parola ogni cinque minuti - al telefono ti sembra che muoia da un lessema ad un altro - e tutte le mille paure con la sua neo-patente e il suo quoziente così ritardato. Cosa fare? Lascia che sia mi dicono tutti e fra questi tutti non ci sono io che metto via le sue rose sapendo che sono anelli di catene che sta guadagnando e non affettuosità per il suo futuro.
Ecco, cosa diavolo devo cercare in questo percorso internettiano? Oltre commentare quel che posso, quando proprio devo, e essermi resa conto che ho sbagliato la compilazione del registro e forse passerò l'estate a ricompilarlo, cosa devo aspettarmi? Vacanze? No, grazie, non ci sono soldi. Mare? la tasca aggiunta nel mio posteriore, con tanto di drenaggio, mi rende difficile la cosa; tutto il resto è già visto e sperimentato. Quando noi lavoratori della scuola, fra poco, diventeremo come i cinesini della pubblicità della gomma da masticare in Germania rideranno un po' e si consoleranno di quei indisciplinati greci da quattro in condotta. C'è altro da cercare? Si, una via d'uscita a tutto questo, e a molto altro che non ho espresso, ma non credo che questo mezzo possa davvero aiutarci. E per il momento dormo, ultima parte di Europa libera del nostro angolo geografico mentale almeno.