Due vecchi identici con lunghi
capelli bianchi, vestiti con lunghi mantelli neri, siedono a una tavola. Uno ha
in mano un logoro libro e legge. L’altro ascolta, tace e talvolta lo interrompe
con un ticchettio delle nocche sul tavolo. «Little
is left to tell» [Poco resta da dire], e racconta una storia di lutto e
solitudine e d’un uomo che dev’essere l’uomo che ascolta quella storia fino
all’arrivo dell’uomo che legge e rilegge quella storia, letta e riletta chissà
quante volte fino alla frase finale: «Little
is left to tell», ma sempre ancora qualcosa forse resta da dire in attesa
di quella frase. Forse per la prima volta al mondo c’è un autore che racconta
l’esaurirsi di tutte le storie. Ma per esaurite che siano, per poco che sia
rimasto da raccontare, si continua a raccontare ancora (Calvino 1995: 752-753)
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