lunedì 4 aprile 2016

Neo Yttologie 197

YOGA DELLA RISATA - Atto Uno, risata canCR-ellata ...
Primo appuntamento fra risate forzate e alcune spontanee; respirazione diaframmatica e poche presenze, scorgo persone più grandi di me.
Sarà un caso ma, al momento, nei gruppi di supporto che incontro non ci sono quasi mai miei coetanei ma persone più grandi di me.
Non fa più tanta differenza l'età ma, ritrovarcisi, fa pian piano regredire ad un linguaggio adolescenziale: "Cioè!" l'ho ripetuto così tante volte che sembravo una quindicenne impacciata e divertita.
Mi chiedevo come mi sarei sentita nell'incontrare fuori dal centro quelle persone con cui ho riso, fatto la buffona, parlato in infantese e fatto il verso agli animali quali l'oca, la gallina e ho "munto" le dita dei miei fortunati compagni dello yoga della risata.
Il momento del saluto diviene l'emersione del sommerso, salta fuori con molta energia il perchè si possa scegliere un percorso parallelo di vita, in un tempo di terrorismo, di malattie personali e di figli adolescenti che metti su un aereo per fargli vivere la prima esperienza dublinese, anche se dentro se stessi non si vuole tutto ciò.
Fra i miei "cioè" salta fuori la storia di Giuseppe con cancro pancreatico in fase terminale: ha bisogno di ridere perchè da solo non riesce e sta lottando contro una idea di vita che non lo vuole più. Già, la malattia ti fa capire che questa vita non ti appartiene e ti leghi ad essa a doppio filo, proprio come i bambini rifiutati dai genitori che amano infinitamente il genitore che non li vuole. Giuseppe ha cancellato tutte le sciocchezze compiute sino in quel momento: ed io, cosa sono andata a fare?
Credevo di aver bisogno di ridere perchè la vita, nell'ultimo anno, mi stesse un po' perseguitando ma ho capito che non è quello il motivo giusto per andare.
Bisogna prendersi sul serio per far qualcosa come ridere e far la buffona e il mio senso del dovere non manca nemmeno li: serviva regalare un po' di mia energia, di sudato sudore a suon di risate, chissà se ho regalato un pensiero felice a Giuseppe? Non è Trilli che fa volare, ne la sua magia, sono le fragorose risate che ho perso da bambina, che non trovo in questo momento e il loro rumore mi ricordano la vita. Credo che tornerò e lunga vita a Giuseppe e lunga vita a tutti noi ...
I Presenti d'oggi: AnnaMaria, Lucia, Nino, Giuseppe, Giuliana, Una non meglio identificata ed IO ...

mercoledì 10 febbraio 2016

FRUTTA 132 – Politica, saggistica e dintorni: scazzi seri per gente ignara!!


JOICE ELAINE YUILLE mi ha portata davvero nel suo mondo!
Promozionando il suo nuovo album “Welcome to My World” si è espressa sul mondo, sui valori che lo dovrebbero caratterizzare in modo assolutamente proprio, attingendo alle sue risorse personali d’artista poliedrica, animatrice dei pubblici difficili, anche i più tirati come i cultori del Jazz da manuale. Nella rassegna che seguo, spesso mi trovo a condividere l’ambiente con “Chi sa!” a prescindere, da cosa o come si vuol conoscere il jazz: la mia cultura jazzistica. molto limitata, mi porta ad ascoltare, più che a giudicare, convenientemente un autore ma quando s’incontra la Yuille è davvero impossibile non parlarne successivamente con chi frequenta abitualmente il proprio mondo.
Lei ha classe, grinta e velluto di donna con il ritmo nelle vene e un tamburo al posto del cuore.
L’ho adorata subito perché mi ha dato prima che potesse ricevere: la generosità è una gran cosa se t’incontra in un periodo piuttosto fosco della tua vita; fra la febbre, il pianto e l’ospite che mi presenteranno fra qualche giorno attraverso una TAC, non ero davvero in vena di concerti e, più per dovere che per piacere, sono andata al concerto, ormai vittima di un abbonamento acquistato in precedenza.
Che benedizione incontrarla; ha fatto volare alto la musica e non solo il jazz e la Motown Records pulsava in lontananza nella voce confortevole e venata della più nota e sobria tradizionalità newyorchese, attraverso il soul celato nella sua autentica anima pacatamente blues.
Grintosa e Autentica artista del canto del vuoto - è così che lo definisco perchè l'ascolto mi fa precipitare, apre in me un vuoto -  ha  iniettato un dolce e estatico allontanamento dalla condizione di materiale deperimento del mio animo, donandomi fiducia nella lotta per il giorno che verrà.
Quanta grinta, un vero bene di conforto; fiducia nel bello della ritmica e nella ciclica vitalità dell'uomo.
Incontrarla mi ha fatto del bene  e per questo le sono grata;  seppur febbricitante mi ha fatto ballare e vocalizzare dietro la sua voce perfetta, inseguendo in vano la sua anima soul che volava altissima sopra me, sempre  rivestita del suo jazz d'acciaio, graffiante talvolta ma, puro come il suo talento. 
Spero in un rincontro prossimo. Adesso, comunque spero.



martedì 19 gennaio 2016

Neo - Yttologie 196

"Era posseduta nel senso letterale del termine: satellite, non godeva più alcuna libertà - era prigioniera quanto la Luna lo è della Terra."
Elettra di Amelie Nothomb

Neo - Yttologie 195

"Entrò nell'amore come si entra in religione: lasciò tutto - la sua città, la sua famiglia, i suoi amici, i suoi progetti. Un anno dopo, nessuno sapeva più dov'era."
Tratto da Elettra di Amaelie Nothomb 

lunedì 11 gennaio 2016

Rispecchiamento 28

"Mi ritrovai ad appartenere a un mondo calvo la cui unica copertura era un bastone posto sopra al mio cervello."

Neo - Yttologie 194

E la sera porta consiglio; per te il riposo e per me l’inizio di un mondo senza un punto fermo.
Non è detto che non si possa avere un imprevisto nel ripensarti, non mi è chiaro se posso aspirare ad altro desiderio che non saperti nel mio stesso arco temporale ma, è certo, che il viaggiare dentro la tua musica è stata una esperienza magnifica ... così, nel bazar della mia vita, i segni e le parole, un tuo semplice suono, diviene l'unico, concreto, possibile futuro. Cammineremo insieme ... Notte David!

mercoledì 4 novembre 2015

Rispecchiamento 27

Chiudere gli occhi e tornare all'indifferenziato assoluto, quando un corpo non c'è più, nè un'anima e chiudendo gli occhi  li dimenticherai uno ad uno, come se non facessero più parte della tua vita, come se non hanno mai fatto realmente parte di una realtà ormai dimenticata. Morire, penso, sia un po' così ed è questa la beatitudine che in molti si aspettano: tornare all'indifferenziato per non lottare, per non appartenere, per non contare nulla per nessuno. Credo mi faccia paura questo. In assoluto ho dolore nel dimenticare le persone che ho amato, quelle che ho generato, gli allievi a cui ho insegnato, le colleghe simpatiche e le amiche a cui ho voluto bene; per il resto non credo di preoccuparmi più di tanto, spesso sono stata un peso e morendo non dovrò più preoccuparmi nemmeno di quello. Il morto cadavere prima pesa ma poi comincia ad assottigliarsi subito perchè viene mangiato; del peso dovranno occuparsi gli altri, vermi gonfi, larve senza pancia piatta, insetti vari che non potranno indossare capi firmati perchè sazi, obesi, di me. Che soddisfazione però; per una volta il mio peso non mi preoccuperà ma darà filo da torcere ad altri. Il diciassette si avvicina e mi addormenteranno, chissà poi se mi sveglierò e cosa diranno del mio intestino e dei suoi dintorni; penso con dolore a quel momento, fondamentalmente perchè mi rifiuto di sapere, soffrendo in aggiunta. Ma che importa di sapere, quando sei andato nessuno può più farci nulla: il marito di Daniela, il marito di Letizia, forse io e mio marito che parte e mi preoccupa anche di più. Morendo dimenticherei e di tutte queste persone non me ne importerebbe niente, nemmeno della mia preside che mi ha tormentato o delle colleghe che per cinque anni mi hanno trattato come fa il gatto con il topo, che stronze, ma morendo non le ricorderei più e in qualche modo perdonerei tutta questa gente. E' forse questa la santità? Le beatificazioni sono le dimenticanze glorificate? E dei miei piccoli? Che fine farebbero? Non sono ancora pronti a vivere ed io non lo sono a morire ... durante la seduta di yoga non vedevo dentro me, c'era un buio pesto, non vedevo la fiammella, non ricordo cosa ho immaginato e penso che il mio mondo in meditazione fosse disgiunto da qualsiasi altro mondo ma, all'improvviso, Antonella ha sentito per la prima volta la sua bambina, nel suo pancione è scivolato qualcosa elettricamente e si è presentata ad un club di donne che fanno yoga di cui tutte sono incinte, istruttrice esclusa, tranne me. Mi piace distinguermi anche in quello: ho trovato un corso di yoga per gestanti ma, pur essendo fuori luogo, mai mi hanno insegnato la vita e l'amore come quelle donne e mi hanno fatto sentire importante perchè ho fatto quelle stesse scelte, riuscendo nel mio impegno.La piccola di Antonella magari un giorno sarà la ricercatrice che salverà noi tutte da molti mali ma adesso mi ha sollevato un po' dalla mia angoscia. Benvenuta piccola, benvenuti piccoli del nostro club di yoga non lo so se ci sarò quando nascerete ma è stato un piacere conoscervi e amarvi da zia, una zia in più non ha mai fatto male a nessuno. Adesso a dormire che domani è già oggi e un giorno in meno da quell'indagine pericolosa ... so che potrò farcela ancora una volta, almeno m'impegnerò come sempre, il resto verrà da solo. Notte mondo!