… e un drago sussurrò ad un
orecchio sordo delle parole dolci come le nocciole tostate e zuccherate all'araba
… per conoscerne il sapore hai solo due modi: nascere in Sicilia o visitarla
durante alcuni specifici periodi.
Ma non è di quello che parliamo
ma del drago d’acciaio, colto su di un banco al mercato e la cui durata vitale
si è approssimata intorno ai due giorni sino alla caduta e alla disfatta subita
ad opera d’una molla malsana che si è rifiutata di tenere il battaglione del
drago in alto, in posizione utile al sussurro …
… ma cosa può fare un giusto
sussurro in un orecchio? Vibrazioni, spiacevolezza, paure o decisioni …
talvolta racconti come quelli che ti piombano dall'alto ma che non giungono mai
a fine, con inizi e personaggi che hanno un motivo ma non un proseguo. Ecco, il
drago sussurra alle mie orecchie storie bellissime e intrighi efficaci ma non
coglie il mio dissapore per il cammino fermato, per la mancanza di carta e di
scorzette di lettere che insieme possono anche voler dire qualcosa. O qualcuno.
O solo una ragnatela come quella prospettata da Calvino che al momento mi ha abbandonato o mi pentirei del mio bisogno di rinascere nel capire e scolorire nello
sfondo delle onde che arrivano e poi mi portano solo via.
In questo andirivieni il drago mi
sussurra delle storie di resistenza partigiana ma del quotidiano; il 25 aprile
c’è ogni giorno ma nessuno ne parla e del ragazzi, abili e coraggiosi, che ci
hanno regalato il coraggio della liberazione, si dice a spizzichi e bocconi ma
si tace sul tradimento perpetrato al loro giuramento; ma li vedete tutti i
disoccupati, i cassaintegrati, gli ignorati, i maltrattati e i presi per il
culo dalle promesse delle mille campagne, tutte inutili, tutte serve, tutte
economicamente mute.
Giochiamo a briscola, caro amico
in più che trascorri così la tua Resistenza odierna prendendo botte che poi ti
ridaranno o semplicemente affidiamoci al drago che scolpisce le rune che non sai
leggere e i pensieri sconnessi come il mio e quel Cocciante è dentro, senza
dubbio, quel terribile sputa fuoco che mi parla di guadagni e di amici fra un
fischio e un applauso … e cosa dire della indivia che bolle e del fidanzatino
della figlia quando dentro ti senti ancora Due; come le cicogne altissime nel
cielo, sorvolando laghi immensi e regioni e che giungono insieme a planare … la
tizia piccola mi assomiglia ed è incredibilmente bella e cosa avrei potuto
aspettarmi se non che la figlia si identifichi con la madre e fra mille
attenzione acchiappa colui che la porterà con sé all'altare anche se lei ancora non lo
capisce. Dentro resterà sempre in due, in duplice copia con se stessa e
aspetterà il suo tempo compiersi come quello di sua madre. Basta drago non
voglio ascoltare altro stasera … vorrei dedicarmi alle mie verdure e guardare
ancora il passaggio dietro di me … adesso voglio volare.